BLAZE BAYLEY: THE MAN WHO WOULD NOT DIE
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24/10/2008A quattro anni di distanza dall'ultimo studio album, il sempre agitato Blaze torna sulla scena con un nuovo disco, e non solo: nuova formazione e nuova etichetta (sua) completano il quadro della rinascita di un artista controverso, spesso criticato (anche gratuitamente) per scelte musicali trascorse (peraltro non imputabili a lui). Tralasciando la parentesi storica, è immediato notare un paio di fattori fondamentali di questo nuovo "bimbo" di casa Blaze: innanzitutto è evidente come il nostro quarantacinquenne non abbia ancora perso la voglia (e la volontà) di fare del sano Heavy, granitico e diretto, con sonorità elaboratamente grezze ed un'innata capacità compositiva che lo porta anche stavolta a scrivere dei pezzi che si piantano nella testa e non si schiodano più. Inoltre va evidenziato come Blaze abbia deciso di dare sfogo anche alla sua componente più sperimentale, con scelte sonore cangianti ed a tratti al limite dello stridente, salvo creare un impasto sonoro che fondamentalmente non fa altro che esaltare pezzi già di per sè estremamente validi. L'impatto globale del disco è incredibilmente pesante (nel senso che tutti amiamo), e la sua durata (62 minuti abbondanti) non rallenta l'ascolto ma porta anzi in un'ipnotica spirale di astinenza: ad ogni pezzo ci si trova ad aspettarne un altro, senza mai averne abbastanza, al punto che la fine del disco risulta deludente (semplicemente perchè pare arrivare troppo presto). Certo non si può dire che sia un disco che conquista immediatamente: viste le "classiche" particolarità del sound di Blaze (prime fra tutte l'atmosfera rabbioso/depressiva e la voce nasale ma calda), molti troveranno necessari ascolti ripetuti per assaporare appieno 'The Man Who Would Not Die'; è però altresì vero che a mano a mano che si procede negli ascolti l'album diventa sempre più "naturale" (con una rapidità peraltro disarmante), quindi se qualcuno dovesse trovarlo ostico gli dia una seconda possibilità. Al massimo una terza, e già sarà automatico "entrare" nel disco e non volerne più uscire.
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