asphyx: death... the brutal way
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17/07/2009Altra reunion, e questa volta tocca agli olandesi Asphyx. Chi di loro li seguiva quando erano ancora in attività, ossia fino a quasi dieci anni fa? Uno, due... tre... ora li conoscono tutti; merito del fetish/vintage per cui i gruppi che si sono sciolti assumono lo status symbol di culto e come tali devono essere venerati. Nel caso degli Asphyx, e ne parlo da genuino ascoltatore della prima ora, sebbene i primi tre album (i primi due più 'Embrace The Death') siano da considerarsi fondamentali, gli altri mano a mano sempre meno importanti, per giungere poi all'ultimo album in studio 'On The Wings Of Inferno' (del 2000) che ha segnato un violento ritorno in auge del gruppo, con Wannes Gubbels nella vece di cantante e bassista. Poi un ulteriore scioglimento e la conseguente diaspora dei suoi musicisti. Fino a poco tempo fa. Con la partecipazione all'edizione del 2007 del festival Party.San in Germania è ritornata l'aspide olandese! E udite udite, con Martin van Drunen alla voce, Wannes Gubbels (basso e voci), Paul Baayens (alle chitarre) e Bob Bagchus ovviamente alla batteria. Registrato e mixato da un certo signor Dan Swanö 'Death... The Brutal Way' è un classico album targato Asphyx, forse meno legato a sonorità doom come agli esordi, ma decisamente old school e brutale nell'incedere. L'opener brutalissima "Scorbutics" (che richiama alla mente un classico come "M. S. Bismark"), l'oscura "Asphyx II", e la monumentale "Cape Horn." fanno di questo un grande album, sebbene un certo sapore di amaro in bocca rimane. I pregevoli rallentamenti al limite del doom degli esordi sono andati un po' dimenticati, come pure andato è lo stile di suonare claustrofobico di un chitarrista come Eric Daniels. La produzione inoltre, è anche troppo ben fatta, nel senso che gli Asphyx non hanno mai avuto una produzione così brillante, ma alla fine gustiamoci questa nuova reunion dato che fin che dura fa verdura.
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