ADIMIRON: Et Liber Eris
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02/01/2018I romani Adimiron arrivano al loro quinto album sulla lunga distanza, e in quest’album si possono vedere all’opera due nuovi membri all’interno della combo capitanata dal leader Alessandro Castelli alla chitarra: si tratta di Cecilia Nappo al basso (attualmente anche con i Black Mamba), e di Sami El Kadi alla voce, di origini mediorientali ma stabilmente a Roma. Questi due nuovi apporti hanno dato rinnovato brio alla band, nonostante i dischi precedenti non siano comunque stati malvagi, anzi. Semplicemente dopo l’esperienza densa avuta con il precedente singer Andrea Spinelli, si è avvvertito il bisogno di cercare stimoli nuovi, pur mantenendo uno stile musicale e delle linee guida che andassero a toccare nuovamente le corde del progressive metal teso verso orizzonti estremi. E si può ben dire con ‘Et Liber Eris’ gli Adimiron abbiano di nuovo centrato il bersaglio, creando sonorità efficaci e molto propositive, tendenti all’impatto più poderoso, non tralasciando al contempo sentieri mentalmente più introspettivi, in cui la voce di El Kadi si fa modulare a proprio piacimento tra sfuriate in growl senza confini, e melodie più pulite e calde che stemperano gli animi. La tecnica indiscutibile della Nappo (vedere i suoi video in rete per confermare la tesi) si scatena in un pezzo come “Zero-Sum Game”, dove lo slapping all’interno del brano e tutti vari stacchi risultano impeccabili e ci fanno sballottare in molti lati, e dà un enorme contributo anche nei brani seguenti, soprattutto quando le frequenze accelerano prepotentemente. Con passare degli ascolti, ‘Et Liber Eris’ ci fa proprio sentire più liberi, come anche testimonia la traduzione dal latino del titolo. Liberi come senso di liberazione, dato dal drumming intriso di passione insistita e di suggestioni senza confini da parte di Federico Maragoni, e dalle linee di chitarra di stampo molto alternative metal di Castelli. È un disco che, quando i volumi e le frequenze si alzano, si rischi davvero di finire spiattellati alla parete dalla quantità di decibel emessi, e si suppone che anche dal vivo queste sensazioni possano essere confermate, con annessi headbanging che esplicano immane violenza. Provate un po’ a porgere l’orecchio su un pezzo come “As Long As It Takes”, poi vi pentirete di non esservi portati delle protezioni per il corpo. In sostanza, tutti i pezzi di ‘Et Liber Eris’ sono, come già detto, una combo ben assortita e inquadrata di sfumature dal sentore alternative di stampo decisamente melodico, inserendo anche qualche granello di atmsofere dark-gothic, e di grandinate progressive-death pesanti come carri armati in corsa, e che rende il tutto assolutamente fruibile e facile da ascoltare. La revisione della line-up non ha inficiato minimamente sulla qualità, al contrario gli Adimiron fanno di nuovo passi avanti puntando sempre sull’immediatezza.
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