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THE HAUNTED

Seconda serata scandinava al New Age; dopo gli Arch Enemy sono infatti protagonisti i The Haunted, accompagnati dagli statunitensi God Forbid (passati per l'Italia proprio un anno fa di supporto ai Machine Head) e dagli olandesi God Dethroned, sostituti dei defezionari Manntis. Probabilmente la continguità delle due serate ha influito non poco sulle presenze di stasera, tant'è che gli stessi The Haunted hanno suonato di fronte a non più di cento persone. E' così che gli opener GOD DETHRONED si trovano a iniziare la loro performance in un New Age semi vuoto, che non mancherà comunque di farsi sentire. I quattro nordeuropei si meritano tutto il supporto richiesto vista la loro perizia tecnica e un corredo di brani davvero ottimo. Pur breve, la scaletta di Henri e compagni non fa prigionieri, tra pezzi dell'ultimo "The Lair Of The White Worm" (la deflagrante apertura di "Nihilism" o l'anthemica "Sigma Enigma") e richiami ai dischi precedenti con le ottime "Soul Sweeper" e il classico "Villa Vampiria", veri proiettili di thrash/death di alto rango qualitativo e ulteriormente impreziositi dall'interpretazione live, che vede sugli scudi soprattutto il giovane chitarrista solista Isaac (classe '82) e il drummer Ariën, potente e preciso quanto basta. Un concerto paradossalmente quasi intimo che ha cozzato con l'inferno sonoro messo in musica dalla band, che avrebbe meritato ben più sostegno. Non nascondo che la mia attesa era concentrata soprattutto sui GOD FORBID, che mi folgorarono letteralmente con il loro show dell'anno passato a Este; di recente tornati sulle scene con l'ottimo "IV: Constitution Of Treason", il thrashcore dei cinque statunitensi ha tutte le carte in regola per fare sfaceli anche dal vivo. E' sulle note dell'opener dell'ultimo album che la band fa il suo ingresso, e nonostante i suoni siano leggermente più confusi rispetto al concerto dei God Dethroned (pecca che affligerà lievemente anche la prova dei The Haunted) il carisma del singer Byron, autentico mattatore, e l'ottima prova chitarristica fornita dai fratelli Doc e Dallas sopperiscono ampiamente a qualsiasi altro difetto. Nonostante la band sia sconosciuta ai più, il mastodontico singer riesce a coinvolgere quante più persone nello show, anche grazie all'ottima setlist della serata, che si concentra su "IV" e sul precedente "Gone Forever", dal quale vengono estratte la title-track, "Better Days", "Anti Hero" e la massacrante "Force-Fed". C'è spazio anche per un breve e sentito omaggio a Dimebag Darrell con un accenno a "Mouth For War", prima che la hardcoreggiante "Broken Promise" ponga fine allo show. Uno show soddisfacente da molteplici punti di vista; speriamo che il loro nome adesso cominci a circolare di più. Non accadesse, sarebbe un peccato. GOD FORBID setlist The End Of The World Force-Fed Into The Wasteland Anti Hero Gone Forever Chains Of Humanity Better Days Broken Promise La folla comincia a infoltirsi leggermente mentre viene allestito il palco per i THE HAUNTED; ero davvero curioso di vedere gli svedesi in azione, sia per godermi un pezzettino di At The Gates (i due fratelli Bjorler) che per assistere al ciclone umano Dolving sul palco. L'ingresso della band coincide con la partenza della tiratissima "No Compromise": i suoni sono purtroppo un po' confusi (la voce di Dolving va e viene e la chitarra di Anders è decisamente bassa), ma ciò non impedisce al pubblico e al gruppo di dare il meglio di sè, scatenando un vero e proprio massacro da entrambe le parti. Il buon Peter alterna movenze ipnotiche a espressioni da criminale psicopatico e tiene la folla in pugno con nonchalance, surclassando in tal senso il povero ex-frontman Marco Aro, decisamente privo di carisma se confrontato con il figliol prodigo Dolving (imperdibili i suoi bermuda con scritto a pennarello 'Queers Love Manowar'). Una scaletta sbilanciata verso il primo e l'ultimo album ha influito non poco sulla riuscita dello show, con l'audience che ha raggiunto il picco di partecipazione in corrispondenza dei classici "Hate Song" o "Bullet Hole" e dei pezzi più recenti come "Nothing Right", "All Against All", "99" o l'oscura "Abysmal". L'attitudine da palco totalmente hardcore del gruppo ha ben foraggiato un pogo disumano e numerosi tentativi di body surfing, mettendo a dura prova i ragazzi della security; non si pensi che ciò abbia pregiudicato la performance tecnica, tutt'altro, gli svedesi hanno mostrato una precisione chirurgica pari a quella su disco lasciando soddisfatti sia i maniaci del macello che chi si voleva godere lo show da un punto di vista squisitamente musicale. Qualche convincente estratto anche dai dischi dell'era Aro (soprattutto "The Haunted Made Me Do It") e conclusione affidata a "My Shadow", che permette all'ormai sfiancato pubblico di respirare prima dei doverosi applausi finali. Un concerto che ha lasciato tutti soddisfatti e che ha visto come unico, minuscolo difetto, un'affluenza al di sotto delle aspettative. THE HAUNTED setlist No Compromise Nothing Right Bullet Hole Shadow World Bloodletting Intro In Vein Abysmal Trespass 99 Forensick D.O.A. Hate Song All Against All Dark Intentions Bury Your Dead My Shadow

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