SWANS

Secondo sold out in due anni consecutivi per la discesa in terra papale degli dei del suono apocalitticamente più industriale che la madre terra abbia mai potuto partorire. Un mantra lento e ripetitivo apre le danze (industriali), se così possono essere definite, per poi trasformarsi in un esperienza sonica che ti prostra e ti devasta psicologicamente, ti svilisce, ti annulla, che ti fa sentire il peso del suono sfinendoti e sfiancandoti con bordate martellanti, ripetitive e simil-tribali; in una parola: ti opprime. Dissonanti, urticanti, annichilenti, sconvolgenti, con un wall of sound magniloquente ed un volume pari a nient'altro in circolazione, e queste campanelline onnipresenti (opera dei campionamenti di Thor Harris) e synth usato a mo di cornamusa. Michael Gira insolitamente silenzioso, ha cantato solo in due brani (rispetto all'effluvio di due ore di musica, o meglio di piece de resistance; hanno suonato solo sette brani opportunamenti destrutturati, dilatati, modificati in base all'esigenza del live, finendo per avere una durata media di quindici minuti a pezzo), ma quando apriva bocca la moralità cambiava direzione: da "She Loves Us" il ritornello "stick a knife on me". Una sola ora di questi suoni equivale ad un intera giornata trascorsa ad uno dei più grossi metal festival europei; l'apocalisse non è stata mai così vicina. A fine set l'area merchandising è stata letteralmente presa d'assalto, con gente andata via con pacchi interi di vinili e di cd neanche fosse andata alla fiera del disco, e con Michael Gira che dispensava autografi a tutti quelli che glielo chiedevano. Un'altra cosa che ci ha sorpreso è stata l'aver visto i membri della band che dopo il concerto hanno personalmente smontato gli strumenti e li hanno portati nel tourbus. Antiband. 01. To Be Kind 02. Mother of the World 03. Screen Shot 04. Coward 05. She Loves Us 06. Nathalie 07. The Seer/Toussaint Louverture Song/Oxygen