HOCICO
Evento infrasettimanale dedicato ai suoni glaciali e cibernetici peraltro provenienti da un paese (Messico) che il freddo lo vede solo in cartolina, e che per giunta ha dato i natali ad una delle formazioni cardine dell'harsh EBM: gli Hocico. Per l'occasione si sono fatti supportare da una storica realtà italiana di caratura internazionale: i Kirlian Camera, nati oltre 30 anni fa come minimal electro dark/wave band (oggi definibile come synth pop), dopo diversi cambi di formazione alle spalle, hanno trovato la loro stabilità con Alex Bergamini (macchine) ed Elena Alice Fossi (voce), deviando la loro proposta verso territori definibili come melodic EBM. In sede live figurano due membri dei Forgotten Tomb (chitarra e basso), ma la cosa che ci ha lasciato esterefatti e' stata l'assenza di suono di questi due strumenti, totalmente sommersi dai beat digitali delle macchine (quindi utilizzati solo come oggetti d'arredamento). Le loro sonorità attuali spopolano nel centroeuropa, specie in Germania dove sono delle autentiche star, rendendoli quasi un versione EBM dei Lacuna Coil (come ventilato da qualcuno dei presenti). Molto professionali, cantante dall'ugola molto dotata, ha tenuto il palco con capacità e mestiere, solo che la struttura dei brani tendeva a farli assomigliare molto tra loro rendendo difficile differenziarne l'uno dall'altro. Qualche estratto dalla vecchia produzione sarebbe stato gradito, considerato il glorioso passato che hanno avuto (una delle poche band italiane ad avere avuto un contratto con la Virgin), ma cosi' non e' stato. Alla fine del set dei connazionali, sul palco viene posizionato un caprone cibernetico che sovrasta un torso umano privato degli arti, a mò di agnello sacrificale offerto per il massacro digitale a cui saremmo stati sottoposti. Il solo pensiero che i due membri vengono da una terra caliente come il Messico, capaci di devastarci invece con un suono freddo e glaciale come lame affilatissime usate nei peggiori obitori di Caracas (come dice una nota pubblicità), con drum machine che sparano bordate nucleari e relativi fall out, e' di per se' cosa molto atipica. Carichi, trascinanti, il cantante non ha lesinato energie muovendosi senza sosta e pogando come se stesse assistendo ad un concerto, a testimonianza che passione, trasporto e dedizione non mancano in quello che fanno. Cerca ripetutamente il contatto con il pubblico (purtroppo sparuto se confrontato con l'ampiezza del locale), chiamandolo a sè e dando il famigerato cinque con la mano a chiunque gli si avvicinasse. Anche qui vige parte del discorso fatto per i Kirlian Camera, cioè che la struttura dei brani li rende molto affini tra loro (per ritmiche e loop di tastiere) facendo sì che non si noti più di tanto la differenza tra l'uno e l'altro. Trascinanti, ma non troppo.
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