SICK OF IT ALL
Serata hardcore al Deposito Giordani di Pordenone; sono di scena infatti i leggendari Sick Of It All (ancora impegnati a promuovere l’ultimo “Death To Tyrants”), i Walls Of Jericho e in veste di opener i tedeschi Crushing Caspars. Sono circa le 21 e 30 quando il palco comincia ad essere animato dalla band teutonica di supporto, quando ancora la gente scarseggia (l’affluenza finale sarà invece più che positiva). Il quartetto tedesco ce la mette tutta per coinvolgere i presenti e bisogna dire che ce la fa senza troppi problemi; la carica animalesca del frontman, il suo continuo incitare e la dedica di un lungo coro ‘hey oh let’s go’ a Dimebag Darrell, Joey Ramone e Johnny Cash aizzano l’audience a fanno trasparire una valida impressione anche per il punk/hardcore dei CRUSHING CASPARS. Niente di esaltante, ma più che piacevoli. Tocca poi ai WALLS OF JERICHO, mentre la gente sotto il palco aumenta e l’accoglienza si fa più calorosa. Candace e compagni partono a razzo con “A Trigger Full Of Promises” e “All HAil The Dead”. Impressionante la furia della minuta frontwoman e del resto della band, che si dimena, salta e fa headbanging per tutto il tempo. Brani equamente pescati da “With Devils Amongst Us All” e “All Hail The Dead” hanno foraggiato più di un circle pit fomentato dalle incitazioni di Candace (siparietto curioso: ad un certo punto un figuro mascherato da Joey Jordison è riuscito a salire sul palco e a scatenarsi un po’, per essere poi buttato giù di cattiveria da uno dei due chitarristi appena si è reso colpevole di palpeggiare il sedere della rossa frontwoman). Lo show si conclude alla grande con “Revival Never Goes Out Of Style”, i cui cori sono stati fatti cantare al pubblico. I WoJ hanno confermato tutto il loro talento, punto. Quando i maestri dell’hardcore salgono in cattedra non ce n’è per nessuno. Il Deposito Giordani si è affollato in maniera copiosa ed i SICK OF IT ALL fanno trionfali il loro ingresso sul palco; suoni ottimi e la solita classe che solo un’esperienza ventennale può far maturare sono stati gli ingredienti principali del concerto degli headliner. E’ anche inutile nominare i soliti brani che hanno fatto da corollario al massacro perpetrato dalla band, concentrata anche sul più recente “Death To Tyrants”, dal quale la punta di diamante estratta è senz’altro “Uprising Nation”. Pogo, mosh e tanto hardcore di qualità hanno reso il concerto di stasera l’ennessima dimostrazione che i vecchi sanno ancora pestare e non poco, come testimonia anche la sempre attuale “Built To Last” eseguita durante i bis. C’è solo da chiedersi se qualcuno riuscirà a prendere il loro posto fra dieci o vent’anni… ma sappiamo tutti che molto probabilmente i Sick Of It All, fra vent’anni, saranno ancora qui a distruggerci i timpani e le ossa.
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