SANTANA

Quando ad un concerto ti senti solo, pur essendo in mezzo a migliaia di persone, in quanto rapito, estasiato e concentrato solo sulla musica, significa che e' stato centrato il piu' grande degli obiettivi che un artista puo' raggiungere. L'ingresso della band e' stato salutato da un vero e' proprio boato; formazione calcistica (dodici elementi di cui uno in panchina) tre fiati, due percussioni, batteria, basso, due chitarre, due cantanti e tastiere; causa cambio di location per il forte vento, per il soundcheck ci hanno propinato una jam session sperimentale che mi ha ricordato il live dei Mars Volta (o forse e' il contrario). Il flusso magico lo apre una versione latina, con tanto di rappato, di "Back in Black" degli Ac/Dc che scalda l'ambiente, ma e' con "Black Magick Woman" che si da inizio ai brividi lungo la schiena che solo gli assoli del buon Carlos sanno far venire; "Corazon Espinado" (uno dei piu' grandi riempipista che la storia ricordi, infatti ha fatto alzare in piedi tutto il pubblico seduto nelle prime file), vede sedersi dietro le pelli la moglie di Santana (ex batterista di Lenny Kravitz) al termine del quale ci spara un duetto con il bassista che mette in mostra tutte le sue doti, pestando le pelli a piu' non posso quasi come un batterista thrash metal (il premio finale per questa performance e' stato un triplo bacio carpiato con il marito). Tanto per non fermarsi si succedono "Maria Maria", e il rituale della danza continua; "Smooth", "Europa", "Samba Pa Ti", "Jingo" e "Sunshine Of Your Love" dei Cream. Il video posto alle spalle della band proiettava immagini relative a tutta la carriera, mettendo in evidenza tutti i cambiamenti di look cui e' andato incontro negli anni, dal classico capellone riccio alla Branduardi fino a come e' oggi, un signorotto vestito in bianco con gillet luccicante e cappello in tinta; oltre ad immagini di angeli stilizzati tipici di un cimitero inglese (sembravano tratti dalle copertine dei dischi di band doom). I brani storici hanno riproposto la magia e il trasporto delle canzoni immortali, Carlos piacevolmente colpito dal calore del pubblico si e' lanciato diverse volte in elucubrazioni vertenti su amore, speranza e un lieto fine della vita contro le brutalita' che imperversano in questo periodo storico, solo che su due ore e mezza di concerto molte (troppe) sono state le jam session dove Santana ripeteva all'infinito gli assoli che l'hanno reso celebre; questo ha fatto serpeggaire tra il pubblico un po' di noia tanto che e' stato fischiato in una delle sue tante orazioni para-religiose.