RHAPSODY OF FIRE
Mercoledi 11 aprile, tempo davvero pessimo ed un solo pensiero, ovvero andare a vedere dal vivo una delle mie bands preferite, i Rhapsody Of Fire. Certo, li ho visti live almeno cinque volte, ma questo tour è particolare, perchè è il tour che segna un punto di svolta epocale per la band, visto che lo scorso anno ben tre dei membri della band hanno lasciato i Rhapsody Of Fire per creare una nuova band, i Luca Turilli's Rhapsody. E per tre membri che se ne sono andati, ecco arrivare tre nuovi musicisti che tutto sono tranne che dei rimpiazzi, visto che si parla di Oliver Holzwarth, fratello di Alex, che da 14 anni è il bassista dei Blind Guardian (anche se Hansi Kursch e compari non lo hanno mai fatto entrare in formazione come membro fisso ma l'hanno tenuto per tutto questo tempo come turnista, anche in studio per tutti gli album da Nightfall ad oggi), di Tom Hess, lead guitar e leader degli HolyHell e di Roberto De Micheli, proveniente dalla prog band Sinestesia. E con questa nuova line-up si riparte con questo tour, che vede come supporting acts due giovani bands davvero interessanti, ovvero i piemontesi Bejelit, autori di un power metal davvero interessante, ed i Kaledon, band romana forse più vicina come stile e come sound agli headliner. Purtroppo un disguido mi impedisce di entrare in possesso del mio accredito in tempo per vedere l'esibizione della band dei fratelli Capone e di metà del set dei Kaledon. Per quello che riesco a vedere al mio ingresso nel locale, Alex Mele e soci sono davvero bravi dal vivo, ed estremamente umili, tanto che il cantante Marco Palazzi, tra un pezzo e l'altro, non fa che ringraziare il pubblico per il calore che stasera riserva alla band. Certo, qualche uscita da limare c'è, come quel “Hey, ma quanta bella figa c'è qui stasera? Evviva la figa di Milano!”, abbastanza discutibile come sparata, ma la parte di esibizione alla quale assisto è decisamente buona, e spero per il futuro di poter rivedere i Kaledon per un concerto intero. Cambio di palco lungo e macchinoso, e solamente alle 21.46 i Rhapsody salgono sul palco, sulle note di ”Ad Infinitum”, intro che precede la title track dell'ultima fatica discografica, 'From Chaos To Eternity'. Da subito l'impressione è che i tre nuovi innesti siano già completamente integrati con il resto della band e, mi sia concesso, la mia impressione è che i tre abbiano un tantino di entusiasmo in più rispetto a quello che ci mettevano Luca, Patrice e Dominique, di attitudine decisamente più seriosa durante i concerti; Roberto non perde il sorriso stampato in faccia per tutta la durata del set, Oliver, il più rodato dei tre, sa come coprire il palco e si muove di continuo, ma la vera sorpresa è Tom, che, a dispetto di un look pacioccone che ispira simpatia, passa tutto il tempo a fare pose grintose per il pubblico che lo inneggia di continuo. Gli altri al solito, Alex molto bravo e molto serio, Staropoli fisso immobile in secondo piano e Lione con quel suo atteggiamento educato, da bravo ragazzo, così poco rock ma che risulta sempre molto accattivante, sia quando incita il pubblico che quando si mette a raccontare uno dei suoi classici aneddoti. E proprio un aneddoto di Fabio, che racconta di quando espatriò illegalmente, essendo militare, per andare in Germania a registrare 'Legendary Tales', che ci introduce l'unico estratto dal disco di debutto, ”Land Of Immortals”. Durante il concerto entrambi i fratelli Holzwarth hanno lo spazio per esibirsi in assoli, Alex esattamente a metà set, dopo la durissima ”Aeons Of Raging Darkness”, mentre Oliver dopo l'hit ”Dawn Of Victory”, ed entrambi lo fanno con mestiere, anche se i due si sbilanciano più con la tecnica che con la fantasia. A logica, avvicinandosi la fine del concerto, sarebbe ora di ”Lamento Eroico”, ma, con mia grande sorpresa, questa canzone non è presente nella scaletta del tour, e ”The Magic Of The Wizard's Dream”, introdotta da una dedica di Fabio a Christopher Lee e da un divertente aneddoto su quet'ultimo, e ”Holy Thunderforce” chiudono prima dell'encore. Encore diviso in due parti, la prima composta da ”Reign Of Terror” e ”Knightrider Of Doom”, mentre la conclusione vera è affidata alla lungamente invocata ”Emeral Sword”, alla sorpresa ”Act VI”, da 'The Cold Embrace Of Fear', ed a ”The Splendour Of Angel's Glory”, che manda tutti a nanna. Anzi, no, perchè la band, appena scesa dal palco, si reca presso lo stand ufficiale per una sessione a sorpresa di foto ed autografi. Che dire per concludere? Ottimo concerto, molto divertente, durante il quale i nuovi membri hanno avuto modo di fare vedere tutto il loro grande valore; purtroppo niente Lamento Eroico, ed al solito niente ”Power Of The Dragonflame” e ”Warrior Of Ice”, ma davvero un grande concerto per inaugurare al meglio il nuovo corso della band triestina!
Commenti