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RHAPSODY OF FIRE

E' con immenso piacere che mi accingo a raccontarvi tutto ciò che è successo durante la tappa milanese che ha segnato, dopo nove lunghissimi ed interminabili anni di attesa, il ritorno trionfale sulle scene dei "Mighty Warriors" Rhapsody Of Fire. Vexillum L'onere, ma meglio sarebbe dire l'onore di aprire le danze è toccato ai Vexillum, validissimo combo toscano che, sebbene agli esordi, ha al suo attivo un ottimo disco che propone una letale mix di power dannatamente condito da escursioni sui lidi del folk e dell'epic. Anche se, adesso, qualcuno potrà storcere il naso dicendo che la proposta del gruppo non brilla certo di originalità, io posso tranquillamente controbattere che a questo quintetto la classe e l'energia non manca di certo. Infatti nella mezz'ora che gli è stata concessa la band, che si è presentata sul palco rigorosamente in kilt, ha dato vita ad uno show ad alto potere deflagrante che ha riscaldato non poco i presenti. Tra i brani proposti tratti dall'album di esordio, 'The Wandering Notes', citazione sicuramente meritano la splendida ed epica "Avalon" e "The Traveller", pezzo che il gruppo ha utilizzato per concludere il proprio gig che ha messo chiaramente in mostra le ottime doti vocali di Dario Vallesi. Peccato che la loro prestazione sia stata fortemente penalizzata da dei suoni un po' troppo impastati che non hanno reso giustizia alla classe ed alla grinta che la band ha infuso sul palco. Speriamo di poterli riascoltare in un'altra occasione e con una posizione in scaletta che gli permetta di sciorinare tutta la loro potenza! Visions Of Atlantis Ed ecco, dopo un rapidissimo cambio di palco, salire sul palco gli austriaci Visions Of Atlantis che hanno allietato i presenti con il loro power sinfonico caratterizzato dallo splendido incrocio della voce maschile e femminile. Una prestazione ineccepibile sotto ogni punto di vista che ha letteralmente depredato l'intera discografia del gruppo non tralasciando l'ultimo lavoro 'Delta'. A differenza di Vexillium la resa sonora degli impianti ha decisamente fatto meno bizze, e quindi il gruppo ha potuto sciorinare uno show caldo ed avvolgente che ha messo chiaramente in evidenza le innate doti vocali della gotica Maxi Nil, magistralmente accompagnate dai riff del chitarrista Wener Fiedler e dall'ottima sezione ritmica titanicamente orchestrata da basso e batteria. Una band che ha saputo nuovamente preparare i presenti per la "battaglia" che stava per cominciare. Rhapsody Of Fire Per poter rendere giustizia alla magia, all'incanto ed alla potenza che ha preso forma alle 21:15 quando le luci dell'Alcatraz si sono spente, ed il combo triestino è salito sul palco accompagnato dall'intro Dar-Kunor, prenderò in prestito la celebre frase del gladiatore "Al mio segnale scatenate l’inferno". Il boato della folla è stato un letale tuono che ha squarciato l'innaturale atmosfera di attesa aveva avvolto il locale. Ma ecco apparire sul palco Fabio Lione che, in forma davvero smagliante, da inizio alla battaglia sulle note di "Triumph Or Agony". Il combo triestino ha sfoderato tutta la propria grinta ed il pubblico l'ha degnamente ripagato con una marea incessante di cori ed incitamenti. I Rhapsody hanno saputo miscelare la scaletta pescando a piene mani dall'intera discografia senza, chiaramente, tralasciare l'ultimo album 'The Frozen Tears Of Angels' da cui sono stati eseguiti "Sea Of Fate" e "On the Way To Ainor". Senza perdere neanche un secondo il gruppo ha regalato al proprio pubblico due splendidi brani, "Knightrider Of Doom" e "The Village Of Dwarves". Nessun complimento sarebbe sufficiente per definire il batterista Alex Holzwarth ed il bassista Patrice Guers, due autentiche colonne portanti che hanno fornito una prestazione tecnica e precisa modellando la sezione ritmica in maniera maniacale, ed hanno regalato al pubblico degli assoli entusiasmanti. Senza chiaramente dimenticare l'ottima prestazione del tastierista Alex Staropoli e di Luca Turilli che, regalando assoli senza tregua, corre avanti e indietro sul palco come un tarantolato. Il risultato è stato uno spettacolo cinvolgente che ha soddisfatto praticamente ogni palato, anche quello più esigente. Tra i tanti brani eseguiti citazione a parte meritano sicuramente l'immortale ed epica "Land Of Immortals", la devastante "Dawn Of Victory" che, durante l’esecuzione del coro cantato a squarciagola da tutti i presenti, ha dato l'impressione che l'Alcatraz stesse venendo giù a pezzi da come tremavano i muri, il commovente ed altamente melodico "Lamento Eroico", la potentissima ed intramontabile "Holy Thunderforce" e la magistrale "The March Of The Swordmaster", brano i cui cori epici hanno letteralente fatto impazzire ogni singola persona presente. Durante tutto lo show Fabio Lione non ha mai smesso di elogiare il pubblico italiano per il supporto che ha dato e continua a fornire alla scena metal. La parte finale del set ha regalato al pubblico una versione assassina e terrificante di "Reign Of Terror", caratterizzata da una prestazione vocale di Fabio Lione che è riuscito ad eseguire sia le parti urlate in puro stile black, sia quelle più pulite, ed ha fornito la definitiva dimostrazione che in Italia abbiamo una delle migliori e più dotate voci della scena metal e non. Ma dato che quì si celebrava, in pompa magna, la festa per il ritorno sulle scene dei Rhapsody Of Fire, non poteva mancare la vera ciliegina sulla torta posta in chiusura eseguendo la storica "Emerald Sword", brano che è stato praticamente ed integralmente cantato dal pubblico tanto che quasi diventava impossibile udire la splendida voce di Lione. Non resta che ribadire che i presenti hanno assistito ad un concerto davvero memorabile, indimenticabile, degna conclusione di un trionfale tour europeo. Speriamo di poter rivivere, quanto prima e, magari in una sede live più grande, le stesse emozioni. Welcome back "Mighty Warriors!"

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