PROPHILAX
Serata da segnare sul calendario, questa del 4 dicembre 2004. I Prophilax sbarcano finalmente nel nord Italia (alla data di Padova seguirà infatti quella di Milano), e per i fan di vecchia e nuova data si tratta davvero di un’occasione imperdibile. Ma bando alle ciance e partiamo con il resoconto della serata. I primi a salire sul palco sono gli SHOWERDAYS, giovane band di spumeggiante punk rock dalle tinte più varie, sia aggressive che melodiche; purtroppo mi sono perso metà del loro set per via dell’intervista che stavo effettuando ai Prophilax, ma da quello che ho potuto vedere i ragazzi mi sono sembrati piuttosto convincenti e passionali nel proporre i loro brani, sembre in bilico tra velocità e belle melodie rockeggianti. Peccato solo per la presenza scenica praticamente nulla, se si esclude il tarantolato singer, che in compenso non ha spiccicato quasi parola per tutta la durata del concerto. Insomma, una band che ha convinto, anche se non del tutto per via di una tenuta di palco ancora piuttosto lacunosa; gli Showerdays sono (lo spero) giovani ed inesperti, il tempo per farsi le ossa c’è tutto. Un cambio palco brevissimo ed ecco che tocca ai ben più conosciuti glamster LOVIN’ DOLLS intrattenere il sempre più numeroso pubblico nell’attesa degli headliner, che se la spassano a bordo palco al banco del merchandise mimando parti di batteria e cazzeggiando (un idolo il ‘responsabile delle vendite’, con tanto di vibratore blu fosforescente che sporge dalla patta dei pantaloni). Con un set leggermente più breve rispetto a quello della band che li ha preceduti, i quattro non fanno prigionieri e sciorinano uno dopo l’altro ottimi brani di puro glam rock d’annata, tra cui la cover di “Liberation” degli Hardcore Superstar, chiaramente la più apprezzata. Un’ottima realtà nostrana in costante crescita insomma, da tenere d’occhio. “E adesso ci sono i PROPHILAX!” E’ così che il frontman dei Lovin’ Dolls annuncia l’ingresso dei mitici romani; il pubblico comincia infatti ad avvicinarsi sempre di più al minuscolo stage, e i cori inneggianti la fregna si levano a gran voce dalle prime file. Il palco è praticamente già pronto, e dopo qualche parolaccia di prova sul microfono anche Ceppaflex sale sul palco insieme agli altri (con il fido Christian Ice al mixer) al grido di “Dora daccela…ancora!!”. Il concerto si apre alla grande con IL classico per eccellenza, seguito a ruota dall’altrettanto mitica “Preda Del Raptus Anale”; la band è in ottima forma: oltre ai due irremovibili Sbohr e Ceppaflex troviamo Uretras al basso, personaggio davvero simpatico, e Spermon e Sodomas rispettivamente alla batteria e tastiere (che poi altri non sono che David Folchitto e Simone Scazzocchio degli Stormlord). La parte del leone la fanno gli estratti da “Il Quinto Escremento”, tra “Don Mignotte”, “Pornografia Unica Via”, “Me Prude Er Culo”, durante la quale due scalmanati della prima fila di tirano giù le braghe e mostrano il deretano, la ballad “Abbasta Che Respireno” e la tiratissima “Mano”. I siparietti comici tra un brano e l’altro si sprecano, e l’umorismo caustico e pungente di Ceppaflex e Sbohr non lascia impassibile nessuno, nemmeno quando si tratta di dedicare alle ragazze presenti in sala “Alice Nel Paese Dei Cazzi” o “Ceppa Secca” a ‘quelli che non je s’arza più’, armeggiando in continuazione con il fallo gonfiabile gigante in dotazione. C’è spazio per un pezzo dei San Culamo, “Jingle Cazz”, per altre due ballad (‘perché se un gruppo heavy metal non fa le ballad non è un gruppo heavy metal’) ovvero “Piccolo Grande Bucio” e la fondamentale “Dora In Poi”, e per “Re Arcù”, che in verità viene accolta piuttosto freddamente, ma sarà l’unica eccezione. Il tempo è letteralmente volato e siamo arrivati alla fine, ma prima di lasciarci i Prophilax ci invitano a fare un viaggio con loro…per andare a “Trombòpolis”! La suite di un quarto d’ora, che chiude l’ultimo album, viene riproposta in maniera pressochè perfetta nella sua interezza, stacchetti comici e dialoghi compresi, con Dora e il Mentulatore interpretati da Christian Ice che per farsi notare dovrà salire in piedi su un tavolino, davanti a un Ceppaflex piegato dalle risate. Sulla parte melodica finale (vi giuro, io ero commosso) vengono presentati i membri, genitali ovviamente, della band, e per concludere in bellezza ecco un bis di “Dora Daccela Ancora” che ci accomiata definitivamente dai cinque musicisti capitolini. Un concerto ineccepibile quello dei Prophilax, divertentissimo (Scazzocchio cantava tutte le canzoni e sembrava un bambino alle prese col giocattolo nuovo), di grande interazione col pubblico, e che ha mostrato come i Prophilax siano tutto sommato parecchio avanti rispetto alle altre band demenziali italiane, sia dal punto di vista musicale che attitudinale. La band, a fine concerto, riscuoterà il doveroso tributo firmando autografi e facendo foto con i fan più affezionati, sottoscritto compreso. Se suonassero tutti i giorni, io ci andrei. PROPHILAX Setlist Dora Daccela Ancora Preda Del Raptus Anale Don Mignotte Pornografia Unica Via Alice Nel Paese Dei Cazzi Jingle Cazz Abbasta Che Respireno Pompotron Analità Dora In Poi... Fotturion Una Fica Promessa Ceppa Secca Re Arcù Me Prude Er Culo Piccolo Grande Bucio Mano Trombòpolis Dora Daccela Ancora (bis)
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