PIGS
Appena entrati nel club la prima cosa che ci ha colpiti è stato un senso di depressione nel notare la sala pressochè vuota; facendo mente locale la concorrenza del concerto del Teatro Degli Orrori e dei Mombu in due altri club della capitale hanno giocato un ruolo determinante nel veicolare la scelta del pubblico. Fortunatamente i Sofy Major non hanno patito la situazione, e noncuranti del vuoto che li circondava hanno sciorinato il loro noise rock con cura e dedizione, tirando fuori dai loro strumenti la rocciosità delle strutture del rock e la spigolosità del noise. Onesti mestieranti.
Nel mentre la sala si riempiva dei soliti ritardatari, sul palco salgono gli headliner: i Pigs, forti dell’esperienza accumulata da Dave Curran negli Unsane (in questa nuova veste si occupa di chitarra e voce), influenza dei quali è ancora fortemente tangibile sia nel dna della costruzione dei brani che nei suoni, ancorchè ammorbiditi nei toni, ed il set ne sarà la controprova.
Gli americani sono un power trio, quintessenza della storia del rock fautore di un noise essenziale con qualche deviazione rock: voce ispida, chitarra tagliente, basso con accordatura grave che non si limita ad occuparsi del ritmo ma supporta ed accompagna le rasoiate della chitarra. Hanno concesso poco o nulla allo spettacolo, ed all’interazione col pubblico, limitando le movenze all’utilizzo degli strumenti. Trascinanti nella loro essenzialità.
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