PALLBEARER
Il concerto piu' atteso della stagione estiva con relativa intervista (che trovate nella relativa sezione) in questione che mi ha fatto perdere i Bast, band inglese di spalla. L'inizio del set coincide con il brano di apertura del recente "Foundations Of Burden", cioe' 'Worlds Apart', dilatato ed appesantito come si conviene ad una versione live che se non traspone la pesantezza non ha ragione di essere suonata. Balzo al disco d'esordio 'Sorrow And Extinction' con "Devoid Of Redemption" dove prevale la componente sludge ai danni della voce che viene letteralmente sepolta viva dal suono delle chitarre; si torna al presente con "The Ghost I Used To Be" in cui le chitarre slabbrate e pachidermiche fanno da contraltare alla sofferenza che gronda da ogni dove, nel finale rallentando il numero dei giri fa aumentare la malinconia; "Watcher In The Dark" è il piu' devastante della prima parte del set, dove l'headbanging ha conosciuto il suo zenith ed ha reso l'aria soffocante piu' di quanto il caldo non avesse già svolto il suo pesante ruolo. Continuiamo a percepire il suono della chitarra lead e della voce sommerse nel mixing che hanno fatto perdere parte della sofferente bellezza dei riff; procedendo nel live si avverte una leggera inclinazione della curva dell'attenzione in quanto il finale del set tra rallentamenti nell'evoluzione dei brani, caldo imperante e una sopraggiunta e fisiologica stanchezza ha giocato la sua parte. Prima del bis a sugellare una serata grondante sofferenza a piene mani, una chitarra in overdrive ci ha intrattenuto fino al rientro onstage dei texani che hanno reso omaggio con la sabbathiana "The Legend", sempre resa in chiave sludge. Probabilmente l'inversione della scaletta avrebbe sortito l'effetto contrario poichè il pubblico all'inizio del set è piu' ricettivo, mentre verso la fine ci vuole qualcosa di piu' adrenalinico per tenere alto l'interesse, ma la nostra è solo supposizione in quanto non vi è controprova.
In parole povere, la festa dello sludge-doom.
Commenti