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INTERPOL

Secondo sold out consecutivo per la Live in poco più di un mese in quel di Roma, dopo quello annunciato del tour Slayer e Megadeth, con l'unica differenza che per quello dei trashers i biglietti erano finiti già due settimane prima dell'evento. La spasmodicità dell'attesa ha fatto salire talmente la temperatura all'interno del locale che la differenza dalle temperature infernali era veramente minima, causa anche una scarsa aerazione. Dopo oltre mezz'ora di attesa rispetto a quanto annunciato i nostri salgono sul palco e partono con un estratto dal lavoro omonimo targato 2010 il quale, fin dall'inizio, fa capire che il fonico non sarebbe stato in giornata; il sound non era potente e pulito come le qualità del locale, rinnovato, ha dimostrato di possedere (concerto dei Deftones su tutti). Al terzo brano, tratto dal sottovalutato 'Our Love to Admire', un errato settings del volume del basso fa sì che questo risulti troppo in evidenza rispetto agli altri strumenti, facendo steccare la band negli intarsi tra le chitarre e la sezione ritmica. "My Chemistry" raddrizza decisamente il tiro, "It Should Be Me" carica l'ambiente facendo muovere anche i culi più statici. Con "Lights" per incanto si trova il settings ideale del suono e degli strumenti, e ne vien fuori una performance trascinante per uno show fino a quel momento con più ombre che luci. "New York", da 'Turn On The Bright Lights', tocca le corde più sensibili dell'animo umano grazie al suo incedere lento e sofferto. "West Coast" e ci si riscatena, "Slow Hand" risveglia dal torpore momentaneo dei pezzi precedenti acuito dal caldo sempre più incalzante. "The Specialist" non mi ha convinto, "Evil" ridona la carica smarrita, "Not Even In Jail" si presenta con un basso slabbrato che la trasforma al punto da sembrare un pezzo nuovo, ma è con "Obstacle One" che la frizione viene spinta decisamente in avanti fino a lasciarci con la ciliegina sulla torta che sarebbe stata più dolce se il caldo, e la gestione dei suoni fossero stati migliori. Scopro, con mia somma sorpresa, che sempre più band new wave/dark dal vivo esprimono più marcatamente la loro anima rock, velocizzando e rendendo più corposi i brani che su disco risultano più intimisti, e così è stato anche per i newyorchesi.

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