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DREDG

Prima vera serata di caldo intenso (casualmente il giorno che celebra l'arrivo dell'estate), e quale miglior modo di refrigerarsi se non chiudendosi in un locale e gustarsi un bel concerto! Temevo di ritrovarmi a soffrire per il caldo e per la mancanza d'aria, invece scopro un circolo bello fresco grazie ai condizionatori e ad un locale mezzo vuoto, cosa alquanto strana se si considera la portata della band in questione e il fatto che il circolo è uno dei locali migliori e più conosciuti di Roma. Tour di supporto per l'ultima fatica della band: 'Chuckles and Mr. Squeezy', disco dotato di copertina dal gusto estremamente opinabile; si presentano sul palco e senza colpo ferire e subito risalta agli occhi l'atteggiamento del batterista, impazzito, pestava le pelli con una violenza e forza tali che nemmeno un batterista death/grind suol fare; sicuramente sentiva il peso del dover suonare di fronte ai suoi connazionali (madre di origine piemontese e padre campano, con un cognome come Campanella, poi..). Cantante incicciottito rispetto al concerto di due anni fa a Ravenna, che al contrario della forma fisica ha fornito una prestazione vocale nettamente superiore a quella in terra emiliana, segno che la "forma" non sempre corrisponde alla prestazione (mi ha molto colpito il fatto che nel cantare muoveva spesso la testa da un lato all'altro con gesti repentini. L'onore di aprire il set è stato concesso ai primi due pezzi dell'ultimo cd che hanno subito messo in chiaro le intenzioni, un sound caldo, potente, preciso, secco e pesante, suono che nessun disco riuscirà mai a catturare; con l'andare dello show aumenta la soddisfazione sia per la scelta dei brani, sia per l'esecuzione, e l'incapacità di stare fermi sulle note di brani quali "Not That Simple" all'improvviso si trasforma in sofferenza causa lo spegnimento dei condizionatori che comporta un improvviso innalzamento della temperatura, e il contestuale riempirsi del locale fa si che il sudore ci ha fatto diventare un tuttuno con i vestiti. L'interazione tra il pubblico e la band è stata biunivoca, Gavin a ringraziare il pubblico italiano, per poi correggersi e specificare quello di Roma, e gli astanti a spellarsi le mani per ringraziare della magica serata che la band ci stava regalando. Scontato dire che l'apice del concerto è stata l'accoppiata "Bug Eyes" - "Information" dove il pubblico in delirio cantava a squarciagola le parole dei brani. Una delle più grandi rock band attualmente in circolazione, prestazione senza fronzoli e dritti alla giugulare, con un sound monumentale, un'esecuzione impeccabile ed un settings chirurgico, si son dotati di un chitarrista opzionale che veniva utilizzato di quando in quando per lasciare maggior liberta d'azione all'ugola di Mr. Hayes. Anche se mancano sei mesi alla fine dell'anno mi permetto di asserire, con scarsa probabilità d'errore, che quello a cui ho assistito sarà il concerto dell'anno.

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