EX WAVE

Se avete voglia di essere rapiti, non fisicamente, ma musicalmente, se cercate qualcosa che vi faccia sognare, che vi trasporti, ecco la band che fa per voi; un tourbillon di suoni che vanno dalla musica classica a quella concreta filtrata attraverso l’elettronica contemporanea, con qualche eco dei Depeche Mode ("Glen Gould Is Alive"), un po' di Jean Michel Jarre e Deep House con bassi profondissimi che vengono magistralmente accentuati dalla cornice principe dei monumenti al suono che in Italia si traduce nell'Auditorium, dove lo Studio (una delle sale di cui è dotato) pieno quasi al limite della capienza è stato per tutta l’ora del concerto in ossequioso silenzio per captare ogni sibilo di questa musica magica. Le immagini che l'hanno accompagnata hanno spaziato dal cielo ad altissime montagne per amplificare ulteriormente la magistralità dei suoni, passando dalle rovine de L'Aquila, capoluogo della loro terra d’origine dove il dolore per la distruzione subita a causa del terremoto viene scandita dal violino che come strumento meglio si adatta a tradurre la sofferenza in suoni. Per la maggior parte del set l’hanno fatta da padrone piano e violino, i quali hanno creato tappeti sonori struggenti in questo viaggio di saliscendi vorticosi e immagini che liberano la mente da ogni pensiero, trascinandola in voli come quelli che fanno i paracadutisti o i free climber dalle vette del K2. Immaginate una piccola orchestra di archi accompagnata da una ritmica di estrazione drum and bass ("Supernova"), oppure partiture di piano dove il pianista suona all'impazzata passando da una parte all'altra della tastiera con folle velocità su un tappeto di microrumori che di rumore hanno ben poco, ma sono pura magia.