SOVIET SOVIET
Riuscireste ad immaginare cosa ne potrebbe venir fuori se Joy Division, Cure, Placebo e Virgin Prunes unissero le forze per creare un unico supergruppo? Basta sforzarvi, andate a vedere un live dei Soviet Soviet dove la realtà supera l’immaginazione; un basso in perenne evidenza a dettare tempi nervosi che ricalcano le gesta di Michael Dempsey dei Cure, o di Peter Hook dei Joy Division; la chitarra ricama echi alla Robert Smith (Cure), la voce rimbalza (seppur con minori qualità vocali) tra quella di Brian Molko (Placebo) e quella di Gavin Friday (Virgin Prunes), la batteria non si risparmia un secondo per un'ottima rendition di quanto meglio la scena dark ci ha regalato nel pieno della sua esplosione (anni 80), amplificato dalla verve e voglia di spaccare tutto tipica dei ventenni (cioè non una performance statica in puro stile oscuro, ma molto movimento dei tre membri sul palco). Purtroppo non conosco i titoli dei brani che hanno suonato in quanto si trattava di una novità assoluta, e nel tentativo di colmare questa lacuna volevo acquistare il cd: il loro aver sottovalutato le potenzialità di acquisto del pubblico romano, o meglio aver sottovalutato le loro potenzialità di vendita, ha fatto portare loro solo poche copie che sono andate subito a ruba. Sono sicuro che torneranno a suonare visto il numero di intervenuti (locale gremito), e di gente che se ne è andata visibilmente soddisfatta anche se il sound sarebbe potuto essere migliore, intendo più potente, ma causa altre cinque band che hanno partecipato alla serata (i cui proventi sono andati all'associazione che difende i diritti umani di Human Rights), probabilmente non si poteva fare di meglio.
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