EVERGREY
La prima calata italica in un tour da headliner per gli svedesi Evergrey poteva essere migliore. La band di Englund è stata protagonista di un esibizione di tutto rispetto con musica di grande qualità ma che purtroppo è stata accolta da poco meno di duecento unità che, con estrema difficoltà, riuscivano a colmare i grandi vuoti del Rainbow di Milano. I cinque svedesi però, anche se abituati a folle più numerose e a standard più elevati, superano il distacco iniziale e salgono sul palco con grinta, puntando su di una setlist aggressiva che deficita dei brani più complessi di "The Inner Circle" a vantaggio di ritmiche più serrate dando vita ad uno show piuttosto movimentato. Dopo l'inaspettata apertura affidata a "Nosferatu" la band si affida ad alcuni dei brani di punta del nuovo disco "Monday Morning Apocalypse" e ai grandi classici di "Recration Day" dal quale la band attinge ripetutamente generando la gioia del pubblico presente. Pubblico che, nonostante sia presente in "forma ridotta", non si tira indietro ed anzi si dimostra più caldo e partecipe di tanti altri accompagnando le melodie vocali di Englund in ogni occasione. Se il nuovo bassista Fredrik Larsson (ex-Hammerfall) se ne sta un po' sulle sue, sono le due asce del già citato singer e del suo braccio destro Danhage a rendersi protagonisti sul palco con pregevoli ed elaborati soli intrecciati che dimostrano le loro potenzialità, alle loro spalle però Jonas Ekdahl riesce comunque a catturare l'attenzione dimostrandosi tutt'altro che un batterista come tanti altri. La setlist scorre via veloce trovando il proprio apice nella tripletta centrale formata da "Mark Of The Triangle", "Blinded" e dal potente chorus di "More Than Ever", finale dedicato a sonorità più sobrie con la splendida "I'm Sorry" che la band lascia cantare al pubblico quasi stupendosi della preparazione dei fans presenti. Dopo una breve pausa il ritorno in scena degli Evergrey è per mettere sul piatto i pezzi migliori con "Recreation Day" e la clamorosa "A Touch Of Blessing". Prima di chiudere tocca ad un abbondante giro di Jack Daniels riservato a tutti i membri del gruppo, rifiutato da Larsson e particolarmente apprezzato dal tastierista Rikard Zander, per scaldare gli animi in onore di "The Masterplan" sulla quale Englud si diverte nel far cantare il chorus al pubblico al meglio delle sue possibilità. Si chiude così un concerto tra alti e bassi nel quale non sono venuti a meno i compiti degli Evergrey ma che avrebbe reso maggiormente con un pubblico più numeroso ed una resa sonora più curata, soprattutto nelle battute iniziali. Un plauso va comunque ai cinque svedesi per esseri presi la pazienza dell'onorare il pubblico italiano con una lunga e laboriosa signing session a fine concerto. Non mi sarei aspettato il pienone questa sera, ma era lecito chiedere di più. Una grande realtà che nella nostra penisola ancora fatica ad emergere. Un ringraziamento particolare va a Danihell (EntrateParallele.it) e a Henrik Danhage per aver permesso al mio pennarello di poter visitare le lontane lande svedesi. Nosferatu End Of Your Days Obedience As I Lie Here Bleeding The Great Deceiver In Remembrance Mark Of The Triangle Blinded More Than Ever Instrumental Still In The Water Monday Morning Apocalypse I'm Sorry ------------- Recreation Day A Touch Of Blessing The Masterplan
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