ETERNAL DEFORMITY
Millecinquecento chilometri. Tale è la distanza che abbiamo coperto tra treni, pullman, aerei e ancora pullman per arrivare a Żory. La cittadina si trova in quel di Katowice ed è la città natia degli Eternal Deformity, gruppo avantgarde metal che ha in pochi mesi scalato la classifica delle nostre preferenze musicali. Visto che la possibilità di vederli suonare in Italia è quantomai remota, ci si attrezza e li si va a sentire all'estero. Il pub dove si svolgerà il concerto è piuttosto piccolo, ma meno di quanto ci fosse stato prospettato, e decisamente pieno di gente. Secondo l'uso locale, per ragioni di ordine pubblico il concerto inizia intorno alle 19:00 - 19:30, e deve concludersi non oltre le 22:00. Il gruppo di apertura, i Lilla Veneda di Breslavia, suona circa 40 minuti un death/black metal curato ed estremamente piacevole. Il pubblico probabilmente già li conosce e apprezza, alcuni ragazzini accennano addirittura un pogo, immediatamente bloccato da qualcuno che evidentemente paventa il loro crollo sul basso palco con conseguente sfacelo di musicisti e strumentazione. Da parte nostra ce li godiamo, in febbrile attesa dell'esibizione del gruppo principale. Una decina di minuti per il cambio palco e gli Eternal Deformity attaccano a suonare. Il locale è ormai stracolmo, e lo spazio tra il pubblico e il palco è inesistente. Per fortuna i suoni sono buoni, così riesciamo a goderci l'esibizione pur essendo così vicini al gruppo. Dopo il breve intro, la band inizia a suonare. La setlist della serata copre solamente gli ultimi due lavori, 'Frozen Circus' e 'The Beauty Of Chaos' (editi dalla nostrana Code666) cosa che alla fine non ci dispiace neppure essendo i dischi con cui li abbiamo scoperti. Visivamente parlando lo show è abbastanza statico, ma per ragioni logistiche. Il palco è piccolo, il caldo è devastante e i cinque sono incastrati tipo pezzi di Tetris, e muovendosi troppo rischierebbero di mietere vittime tra il pubblico con i manici degli strumenti. Non ci lamenteremo certo di questo, del resto i ragazzi suonano con precisione estrema, impressionante il batterista che non sbaglia mezza battuta e la band che riproduce con perfezione assoluta le tracce dei dischi, con eccezione per la voce. Arrivati agli ultimi pezzi della scaletta, infatti, il singer predilige tralasciare il cantato pulito a favore del growl per via delle condizioni di salute del cantante/bassista) e salvo qualche errore sulla cover dei Depeche Mode "Little 15", lo show è impeccabile. L'ultima traccia proposta è la bellissima "Pestilence Claims No Higher Purpose", con la splendida parte di tastiera iniziale che viene variata con gusto dal tastierista (o per essere più precisi, sbagliata, ma suonava molto bene comunque, e se non ci avessero in seguito detto che si era trattato di un errore l'avremmo ritenuta una cosa intenzionale). Sono ormai le dieci e il concerto si conclude, ma la serata prosegue comunque all'interno del pub. Sia l'organizzatore, sia la band sono molto soddisfatti della riuscita dell'evento che, nonostante si sia svolto di domenica in un locale piccolo, ha comunque richiamato molta gente anche da città vicine. Per non parlare della folla presente, per la quale i 1500 km fatt, a questo punto sono stati decisamente ben ripagati. Esperienza da ripetere il prima possibile, con la speranza di vederli un giorno magari anche qui in Italia. Si ringrazia Cristina Altomari per report e foto.
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