ENTOMBED & FRIENDS
Abito in un piangente (c'è poco da ridere qui!) paesino dell'hinterland sud di Milano; la mia casa è calda e fredda a seconda delle stagioni... si, un forno d'estate ed un freezer d'inverno. Mi alzo dal letto al mattino ed affacciandomi alle finestre vedo risaie da una parte e piantagioni di mais dall'altra. Al di la di queste finestre vive una fauna che farebbe invidia a quella della foresta amazzonica... delle zanzare giganti che ti trasmettono la malaria con il solo sguardo e che hanno la capacità di "ROMPERE" le maglie di una zanzariera!!! E' chiaro che con questi presupposti, la voglia di fuggire via in una assolata domenica di giugno è ai massimi storici. In giro si respira quell'aria di scampagnata...le famigliole caricano le loro macchine di ogni bene e si recano in direzione sud...in Liguria...il mare in giornata dei milanesi. Anche io mi metto in macchina...anche io prendo l'autostrada A7 in direzione Riviera Ligure, ma il mio viaggio in questa domenica 1° giugno finirà prima. Ebbene si, oggi vado a Codevilla, nel pavese, a pochi chilometri in linea d'aria da casa mia. E vado a vedere gli Entombed ed un manipolo di altre band thrash/death. Vi siete fatta un'idea di cosa sia il masochismo? Beh, all'inizio della mia giornata ne ho cominciato ad avere un vago sentore, ma sentite un pò qui... Che io non abbia più l'età per certe cose, si capisce subito perchè i miei pesanti occhi si schiudono alle ore 12.00 e le mie stanche membra si scollano dalle umide lenzuola alle 13.30...non devo più fare tanto tardi il sabato notte!!! Con fatica mi preparo e vado a raccattare una mia amica che è "mooolto" contenta di venire a passare una giornata al Thunder Road! Sono le 15.30 e tutto fila liscio...siamo miracolosamente in orario con la tabella di marcia! Credo che per le 16.00/16.15 dovremmo essere a destinazione. "Dovremmo" cambia tempo e diventa ben presto "avremmo dovuto essere" o meglio "ci sarebbe tanto piaciuto essere". All'uscita della civilissima autostrada, ci aspetta, infatti, un paesaggio a me molto noto e "caro", ma elevato all'ennesima potenza. Distese di prati interminabili attraverso i quali si dinoccola serpeggiando una sottile striscia di asfalto fumante dove ci passa a malapena una sola macchina di medie dimensioni...a volte l'asfalto lascia il posto a piccole pozzanghere di fango e a tratti ho il timore che qualche alligatore possa attraversarmi la strada. Il viaggio è infinito e la pazienza comincia a scarseggiare...entro in crisi! La mia amica ha un attacco di dolori ai reni...che fare? Cala il silenzio...lentamente riesco a tornare alla civiltà e finalmente trovo delle indicazioni degne di essere dette tali. Vi risparmio la festa dei paracadutisti e i mille giri di rotonde che vengono a seguire...finalmente alle 17.05 entriamo nel locale; alle ore 17.00 terminava la distribuzione delle consumazioni all-inclusive!...fortunatamente la mia amica "ci ha fatto una proposta che non potevano rifiutare!" e per noi è stato fatto uno strappo alla severa regola...evviva si beve! C'è proprio da gioire di questo, infatti, all'ingresso del locale ci aspetta un'accoglienza di quelle che ti fanno essere contento della scelta fatta al mattino: un caldo ed una umidità spropositati!!! Entrare al Thunder Road oggi significa beccarsi una secchiata di acqua bollete addosso!!! Ma basta tergiversare! Dopo tante disavventure, riesco a piazzarmi di fronte al palco dove stanno terminando la loro esibizione i Legion (primi in cartellone), una band di death melodico che sembra avere un buon seguito e da quel poco che ho modo di sentire e vedere, pare essere molto dotata musicalmente e professinalmente (buona presenza scenica e presa sul pubblico). A questo punto, io andrei volentieri a casa, ma ricordo distrattamente che non ho ancora mangiato nulla! Allora approfitto e nonostante siano le 17.30 mi appropinquo verso il fondo della sala (zona un pò più fresca) e mi "sbrano" una pizza margherita da vomito (una di quelle surgelate all'origine...si, preparata con pasta surgelata, con l'aggiunta di ingredienti surgelati e surgelata dopo la certosina composizione!!!), ma ottima per me che sono in fase di auto-digestione! Dopo una interminabile pausa inizia il concerto dei Methedras. Risulta vano il tentativo di far digerire al mio stomaco quel malloppone di pizza ingurgitata da poco, poichè il suddetto gruppo comincia a scazzottarci sopra e sotto la cintura e a prenderci a calci nei nostri poveri fondo schiena. L'esibizione del combo brianzolo risente notevolmente degli imprevisti dovuti al cambio palco, infatti, i cinque thrasher si vedonoi costretti a tagliare di parecchio il loro show, proponendo comunque una mini set-list da paura. Il thash venato di black/death dei Methdras colpisce diretto e non può non coinvolgere l'ascoltatore. La migliore dimensione della band è proprio quella di questa sera...quella live e se ne accorgono in parecchi dando vita a sporadiche sfuriate di pogo violento a sottolineare i passaggi più brutali della band. Buona la resa sonora e questo varrà per tutte le band il lista nella serata. Buona la maestria musicale ed il mestiere di tenere il palco nonostante il gran caldo asfissiante. Belli gli inseri solistici, le ritmiche di basso e la potenza della batteria. Un ottimo show, non c'è che dire...breve ma intenso e massacrante. Terminata l'esibizione dei Methdras, l'attesa è breve e ben presto salgono sul palco i Kenòs. Il sottoscritto intanto per evitare una disidratazione fulminea ha già provveduto (tra una foto, uno spintone e una botta nelle gengive) a iniettarsi 1 litro di acqua ed una birra media (mai bere la birra con quel caldo...sentite il consiglio di questo incosciente che scrive!). Ma dicevo dei Kenòs...qusta band è una vecchia conoscenza della scena milanese e dal vivo ci propone brani del loro repertorio e di nuova produzione. La musica della band è sempre stata un giusto compromesso tra violenza e tranquillità, tra ritmi serrati tipici del death metal e partiture articolate figlie di un certo progressismo oscuro. Ritrovare la loro musica al Thunder Road è stata, invece, una stupefacente sorpresa. Questi compromessi di cui dicevo, sono praticamente del tutto spariti; sono realmente minime e quasi impercettibili le parti progressive, mentre sono drasticamente diminuiti i rallentamenti e le parti riflessive. I Kenòs di oggi sono un monoblocco di violenza e basta. Tecnicamente la band è molto valida, anche se l'esibizione di questa sera risente un pò del fatto che il cantato risulta un pò più basso degli altri strumenti. Dopo i Kenòs, a chiudere la prima parte dello show, arrivano gli Ephel Duath e, ragazzi, che chiusura!!!! Questi ragazzi padovani si presentano sul palco con le facce pulite ed acqua e sapone; vestono eleganti con camicia e cravatta...poi inizia la musica e si capisce subito che ci sarà da folleggiare. Ora vorrete sapere di che musica si tratta! Come siete noiosi...e come ve lo spiego? Facciamo una torta: prendete dello swing, amalgamatelo con forti dosi di jazz ed infine spruzzate qui e là un pò di death metal...ma...di quello cattivo. Come guarnizione mettete 2 voci una clean ed una scream/growl. Ecco fatto; infornate il tutto nella bolgia infernale del Thunder Road e servite a quei poveri disgraziati che sono accalcati oltre le transenne. A parte tutto, questi ragazzi sono impressionati per la loro perizia tecnica e per la bravura che sprizzano da tutti i pori. Io non credo affatto alle loro dichiarazioni quando dicono che quello di questa sera è il loro secondo concerto: è impossibile!...sono troppo affiatati e bravi. Cercateli, partecipate ai loro concerti e comprate i loro dischi...ancora una volta: ECCEZIONALI! Finalmente la pausa..ohhhhhhh! Pace per le orecchie! Finalmente un pò di silenzio! Guardo l'orologio e sono le 20.30. C'è un'ora e mezza di intervallo e finalmente si mangia. Esco per prendere un pò d'aria...ehhh? Piove a dirotto, ma come è possibile? C'è un temporale da paura. Di fianco a me si sentono delle urla...sono i buttafuori che portano a spalla fuori, una ragazza pallida in volto e svenuta...troppo caldo dentro...non c'è l'ha fatta! Sotto la pioggia battente tentano di rianimarla, ma niente! La mettono in una macchina lì nei pressi, le sollevano le gambe e la fanno bere. Fortunatamente dopo alcuni minuti le cose migliorano e la ragazza si riprende. Beh, qui fuori non si può stare, vista la pioggia... verifico che il mio ordine (panino e acqua) sia stato evaso... sono le 20.45 e credo che un quarto d'ora basti per prepararmi un panino. Rientro ma, nulla! Vedo seduti al tavolo alcuni musicisti, sgrano gli occhi e scorgo i Methedras quasi al completo che si lasciano incantare da alcuni piatti di penne all'arrabbiata fumanti che gli sono stati serviti. Sadicamente mi pongo loro di fronte ed in modo angelico dico: "Ragazzi, un'intervista per la web-'zine HardSounds?"...E' l'unico momento possibile per realizzare delle interviste (durante i concerti il frastuono è allucinante!), loro lo sanno e quindi accantonano le penne ed iniziano a rispondere alle mie domande...fortunatamente i ragazzi sono molto loquaci, così tra una mia domanda ed un'altra c'è il tempo sufficiente per assaggiare "due" penne (Ok, ok! Ne ho mangiato un piatto intero! Scusa Andrea [bassista dei Methedras], ma avevi detto che la pasta non ti andava!!). Finita l'intervista, i tavoli cominciano a svuotarsi. Ma un attimo! E il mio panino? Io e la mia amica ci guardiamo in faccia e ci rendiamo conto che è passata più di un'ora dal nostro ordine. Cominciamo a protestare, io blandamente, lei violentemente. Dopo un pò arrivano i panini... freddi e schifosi. Li mangiamo comunque e li scambiamo con due delle nostre consumazioni all-inclusive. Dopo pochi minuti ci vediamo recapitare il conto... le consumazioni non erano valide anche per i panini! Non posso dirvi come è andata a finire, ma comunque direi che l'organizzazione dello staff del Thunder Road, per quel che concerne il settore mangiare/bere, è stata alquanto scarsa, ma dimentichiamo questa storia, anche perchè quì stiamo mangiando i panini e sul palco sono comparsi i novaresi The Tombers e, mamma mia, ci propongono uno show "pesante". Il genere di musica che propongono è il classico black metal scandinavo (face painting incluso) cupo e granitico. A livello musicale il combo piemontese mi sembra abbastanza valido anche se, devo essere sincero, io personalmente non mi intendo molto di questo tipo di sonorità, quindi resto un attimo sul vago. A livello di spettacolo proposto, non c'è che dire, questi "tombaroli" ce la mettono tutta per farsi notare. Lo show prevede l'uso di una sega elettrica a mò di spada del potere, il volteggio in aria di pezzi di tibia e l'innesco di effetti pirotecnici sul palco. Fortunatamente, per quelli molto deboli di stomaco, la parte dello squartamento di cadaveri (finti, si intende.... ehm... voglio sperare!!!) è stata sollecitamente censurata dai gestori del locale! Liquidata la pratica mortuar...ehm...The Tombers, tocca ai Necroart mostrare la propria arte macabra. A dispetto del nome, però, non si tratta dell'ennesima band black, anzi resto piacevolmente sorpreso nello scoprire che i ragazzi del gruppo propongono con ottima professionalità un death metal si violento, ma al contempo melodico, sinfonico e drammatico. Musica eseguita magistralemte e impatto di sicura presa sul pubblico, fanno dell'esibizione dei Necroart, una prova da ricordare per i convenuti. Vorrei sottolineare il grande feeling che il gruppo riesce ad instaurare con il pubblico durante un'esibizione...è questo è sintomo di grande sicurezza e mestiere. La serata volge al termine, ma il meglio deve ancora arrivare. Il penultimo gruppo che si esibisce è quello dei romani Novembre. E' superfluo presentare il combo capitolino, visto che gode oramai di fama mondiale. Ero curioso di seguire dal vivo la band dei fratelli Orlando e devo dire che ne sono rimasto tremendamente affascinato. Avevo sempre apprezzato tutte le uscite discografiche dei Novembre, facendomi trasportare della dolci melodie e dalle violente sfuriate della loro musica. Ebbene, dal vivo la band conferma in tutto e per tutto quello che di buono propone su disco. Uno spettacolo travolgente, trascinante e vario, lascia spazio a tratti, a momenti altamente commoventi epici e progressivi. Bello, bello, bello. Al di là dei generi e dei gusti. Non ho altre parole. Beh, io quasi quasi, andrei...buonasera a tutti...grazie e alla prossima (fatelo d'inverno, però!!)...come dite? Gli Ento...chi? No dai, è tardi...ma a me non piacciono 'sti Entombed! Devo rimanere? Vabbè, mi sacrifico, mi faccio triturare un altro pò di pa... diglione auricolare! Non so che ora sia, ma per me è fin troppo tardi quando salgono sul palco sorridenti e giulivi 'sti quattro svedesotti che poco più di una decina di anni fa diedero una sferzata ad un certo tipo di musica, inventando di sana pianta un nuovo filone musicale. Il genere, ovviamente, era quello estremo, ed il filone a cui mi riferisco è il death metal scandinavo! Purtroppo dal 1991, anno in cui uscì quell'album seminale che ha nome "Left hand Path", gli Entombed sono cambiati molto. Alla metà degli anni '90, ci fu una spudorata svolta stoner, quasi a voler rispondere a tono al defezionario Nicke Andersson ed ai suoi Hellacopters. Con il passare degli anni la band svedese ha lentamente ri-addrizzato il tiro e si fanno rivedere stasera, al Thunder Road, a presentare "Inferno", il loro nuovo disco in uscita ad agosto, ed a spolverare le orecchie dei convenuti con un pò di classici. Gli Entombed non godono più del seguito di un tempo, ma al Thunder Road c'è abbastanza gente da scatenare sin dalle prime note un violento pogo diffuso. Si intuisce subito la direzione musicale degli Entombed del nuovo millennio. Stoner pesantissimo con violenti inserti del più classico Entombed Death Metal. La miscela è devastante, lo spettacolo va avanti quasi ininterrottamente ed il pubblico inizia a prendere d'assalto il palco. Nè la sicurezza, nè la band fanno nulla per impedire il mega stage diving che inizia in sala... dopo un pò l'inevitabile accade! Durante l'esecuzione di un brano particolarmente violento e coinvolgente Goran Petrov (cantante) fa segno di interrompere lo show e di prestare dei soccorsi ad un ragazzo che da sopra al palco è piombato direttamente con il viso al suolo. I tentativi di rianimare il giovane (che perde copiosamente del sangue da naso e bocca) inizialmente sono vani, poi dopo svariati minuti, la situazione migliora. Il concerto riprende ed anche il ragazzo si ristabilisce e come se nulla fosse successo ritorna a pogare ed a tuffarsi dal palco sulla folla. La sicurezza in questo caso ha omesso di prestare un servizio adeguato, anche dopo il verificarsi di un'evento che poteva rivelarsi ben più tragico. Certe cose non si fanno in modo superficiale, soprattutto in concerti di tale tipologia... Purtoppo, quindi, l'unico voto negativo va all'entoturage tutto del Thunder Road, dalla zona ristoro, alla sicureza, al responsabile di palco (tagliare mezzo show ai Methedras e cercare di fare la stessa cosa con i Novembre, perchè non si è organizzata bene la serata, è un segno di poca professionalità!). Dopo gli Entombed, il silenzio della notte cala pacifico su tutto l'oltrepò pavese. Tutti sono, a ragione, felici di aver passato una giornata all'insegna della musica suonata bene. Io... beh... forse sarei potuto andare al mare... con questo dubbio mi dirigo verso l'uscita; guardo per l'ultima volta il posto dove ho trascorso le mie ultime 10 ore e... un attimo...cosa vedo lì? Carmelo Orlando che sta per mangiare una bistecca e patatine? Non dico che gliela mangio (alle 2 di notte, preferirei un cornetto caldo alla crema!), ma un paio di domande gliele faccio!!!!! Ragazzi che fatica, una giornata stressante e pesantissima... finalmente si va a letto e per fortuna domani è festa e si dorme ad oltranza! Un attimo... devo tornare a casa, speriamo bene! ......... Il buio non aiuta certo la guida... 2 ore per percorrere 30 km che sul mio contachilometri sono diventati 70... bella la campagna pavese di notte, ma ora sono le 4 del mattino e io vorrei dormire un pò....! 'Notte! (che s'ha da fà pé campà!!!)
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