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ELECTRIC RITUAL FEST

Un minifestival che ha avuto come massimo comune denominatore il doom e le sue diverse derivazioni: stoner, crossover, psych et similia, quello che è stato organizzato al Traffic di Roma sempre più vero è proprio tempio dell’underground capitolino. Causa vecchiaia e relativa lentezza arriviamo giusto in tempo per vedere i Misantropus (quindi chiediamo venia alle band che hanno suonato prima di questi), ultradecennale power trio dell’Agro Pontino presentatosi sul palco con un look da perfette antistar. La loro proposta consiste in un doom strumentale, lento e tombale, con un sound grasso come un pachiderma che nasconde riff dark di estrazione seventies, derive stoner groovy e pulsante, assoli seventies chilometrici, e non potevano mancare ovviamente i riferimenti ai padri del genere: Black Sabbath, talmente omaggiati che il brano n. 5 (del quale disconosciamo il titolo) sembrava la cover omonima, con un suono 50 volte più saturo. Per l’occasione il Traffic si è rifatto il look, ha potenziato la strumentazione e i diffusori ottenendo, come si suol dire, un suono della madonna; quello dei Misantropus è stato un gradito ritorno anche se hanno variato i connotati stilistici rispetto agli esordi. Cambio di palco ed è il turno dei pescaresi Zippo, gruppo di punta in quanto a vendite della romana Subsound Records; fin dai primi accordi chiariscono subito il loro target: il puro, sano e vecchio crossover di reminiscenza Soundgarden e Tool. Colpiscono dritto ai muscoli con tantissima energia e groove a profusione; caratteristica comune ai membri della band è la passione per la barba. Dopo la traccia d'apertura "Crazy Forest" segue la sincopata e tecnica "The Omens", preludio a "Caravan To Your Destiny", pezzone di enorme portata, trascinante per la carica che riesce ad infondere; "Man Of Theory" è dotata di una potenza senza pari, come quando la forza distruttrice dell’acqua fa esondare la diga trasportando a valle tutto ciò che incontra. Grandiosa ugola e pari presenza scenica di Dave (cantante) che ci ha messo così tanta energia e trasporto che avrà perso qualche chilo dopo la performance; molto espressiva la sua mimica facciale capace di passare dall’impaurito al demone minaccioso semplicemente cambiando la posizione alle ciglia. Peccato solo per il volume al limite del sopportabile, ma band assolutamente da vedere dal vivo. Chiudono, potendo giocare in casa, i Tiresia Raptus, nuova creatura di Cynar (già singer nei Doomraiser e batterista nei Blackland) ove, per non farsi mancare proprio nulla, suona il moog. Qui siamo in un landa piena di peyote allucinogeni che comportano viaggi lisergico-ipnotici in territori psych-doom liquidi e dilatati, dominati dalle tastiere e da arpeggi seventies. Un rituale reiterato ad libitum. ZIPPO setlist: CRAZY FOREST (da Ode To Maximum, 2006) THE OMENS (da Maktub, 2011) CARAVAN TO YOUR DESTINY (da Maktub, 2011) MAN OF THEORY (da Maktub, 2011) KID IN THE DESERT (da Ode To Maximum, 2006) MITOTE (da The Road To Knowledge, 2008) THE PERSONAL LEGEND (da Maktub, 2011) THE ELEPHANT MARCH (da Ode To Maximum, 2006)

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