EDITORS
E' sempre un lieto piacere tornare nel bolognese, città che sprigiona una sorta di energia positiva dentro di me. Questa volta mi addentro nella città arrivando al Palazzetto del Paladozza, luogo che da sempre si prefigge i migliori eventi sportivi e musicali, se ripercorriamo i grandi nomi che ha ospitato come Rolling Stone o Jimi Hendrix allora capiamo quanto gli Editors tengano a ritornare in questo magico luogo, grazie ovviamente anche alla grande organizzazione di DNA Concerti. Il Paladozza è una spettacolare arena, e dagli spalti la visione è mozzafiato!
I 5 inglesi di Stafford, sono al loro sesto album in studio, e questa sera vogliono deliziarci con le note del loro ultimo lavoro discografico 'Violence' uscito a marzo 2018, album con quel pizzico di dark rispetto ai precedenti che apre anche le porte ad un gusto elettronico miscelato con del buon pop stile british.
Il concerto comincia sulle note di chitarra di Andy Burrows, subito dopo sale il grande Tom Smith e con un brano da 'In This Light and on This Evening' del 2009: "The Boxer". Inizia un concerto che si preannuncia a dir poco spettacolare, conoscendo gli Editors! - ...It's a violent night...There are boxers in the street… - La stiamo già adorando, ci sta già ammaliando, quella voce corposa, grintosa ed appassionante di Tom Smith, un personaggio che spicca tra tutti i componenti della band oltre che per la splendida voce anche per il suo invidiabile carisma, è l'anima teatrale di questa grande band!
C'è un palazzetto che sta già in fibrillazione, pieno colmo di astanti, proprio quelli che se li fissi hanno gli occhi lucidi, quelli che in penombra ballano al ritmo della musica e quelli che si esaltano e urlano a squarciagola le parole delle canzoni immersi nei raggi colorati delle luci. Più o meno si, è questa l'atmosfera questa sera!
La scenografia è minimizzata da un telo enorme posto dietro il palco, su cui è immortalata in loop la copertina del nuovo album, un intreccio di corpi nudi, un trompe l'oeil di vite che si avviluppano in una trama ben definita, è una stupenda fotografia dell'artista olandese Rahi Rezvani, che collabora con la band da molti anni anche in veste di regista dei loro video musicali. Una mente artistica che formula in immagine la musica degli Editors con un eccezionale tocco teatrale e sognante. Stiamo parlando di una band con 15 anni di carriera, non hanno bisogno di altro intorno a loro, ne di costumi, niente, la loro musica è il tutto perché unicamente concentrato sull'impatto sonoro, quanto basta per entrare nei cuori del pubblico. E quindi che la serata prosegui tra synth e accordi di chitarra. "Hallelujah (So Low)" e poi "All Sparks" fino a "Salvation" ed a "Violence", si proprio la canzone che ha intitolato l'ultimo album, che difatti si proclama una canzone più cupa, ma ha il suo fascino d'altronde.. Baby, we're nothing but violence! La violenza degli Editors è una violenza velata, il testo è cupo, a tratti depressivo, ma dal vivo emanano una grinta senza eguali, quasi un paradosso, o un voler gridarlo al mondo?! Forse una violenza psicologica o forse vissuta, è uno squarcio sulla vita quotidiana, alle insidie e difficoltà del vivere, eppure è solo uno sfogo, la libertà di immedesimarsi è tutta decretata per chi la ascolta.
Di certo quello degli Editors è un sound che negli anni e nei loro dischi si è, giustamente, trasformato, miscelato, abbellito, dando spazio totale alla sperimentazione, vuoi più elettronica, vuoi più oscureggiante, sempre gli Editors rimangono, anzi questo è proprio il loro modus operandi e per questo sono arrivati fin qui, l'evoluzione fa parte della crescita, e una band deve essere sempre in grado di andare oltre, sapersi muovere nella loro proposta senza perdere la loro personalità! Siamo già oltre a metà concerto ed arriva intrepita "Papillon"! Yes! Il pubblico ne è estasiato! Pensavamo fosse già finita, invece no, ecco il bis, eccoli ritornare, e ci deliziano con altri cinque pezzi, un pezzo decisamente country come" The Weigh", dove Smith ci emoziona con la chitarra acustica, e poi "Cold" e "Munich" da 'The Back Room' del 2005, wow!! Ecco l'ultimo pezzo con quei colpi di batteria a preannunciarlo è 'Smokers Outside the Hospital Doors', un piccolo modo per salutarci e per continuare a ballare tra le ombre degli spalti, tra le luci e le penombre! Ipnotici e catartici, una band decisamente grandiosa!
...How can we wear our smiles
With our mouths wired shut
'Cause you stopped us from singing...
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