EDITORS

Fino a metà carriera gli Editors ci avevano abituato ad essere definiti i figli minori dei Joy Division grazie alle sonorità mutuate dalla band di Ian Curtis, dalle quali, già dal 2009 dopo l'uscita di "In This Light and on This Evening" hanno iniziato la fase di distacco dapprima passando per un electro-pop di cui "Papillon" era portabandiera, per muoversi verso il rock da stadio degli ultimi due lavori. Per il Greatest Hits romano il sold out si è verificato oltre un mese prima del concerto; ultimamente non capita più tanto spesso ma gli Editors sono riusciti a fare questo piccolo miracolo. Ha aperto il set "An End Has A Start", "Bullets", "Bones" ed "Escape The Nest" estratti dai primi due lavori ed orientati sulle atmosfere di cui sopra e che noi adoriamo. Dalla quinta traccia in poi "Magazine" hanno optato per gli ultimi due lavori che hanno snaturato l'essenza degli inglesi portandoli a performance che dal rock mainstream da stadio si avvicinavano verso sonorità glam e persino a scimmiottare sir Elton John. "Papillon" ci fa fare un salto nel tempo; song riempipista con le sue sonorità elettroniche e groovy. "Ocean Of Night" in  ci ha spiazzato perchè presentata in versione rielaborata fino ad incanalarsi nei solchi che conosciamo su disco. "Weight Of The World" in unplugged e voce, azzittisce letteralmente il pubblico, rapito dalle parole e dall'atmosfera che la rendition su disco non può trasmettere. Dopo la post rock "Spiders" ci ha assalito la noia ed abbiamo iniziato a sbadigliare sempre più frequentemente; persino i successivi estratti dai primi lavori sono stati resi in chiave più rock degli originali e ciò li ha snaturati togliendone la magia. Tenuto in debita considerazione il feedback del pubblico, che li ha applauditi a ripetizione, credo che sia la nostra opinione ad essere poco attendibile. Preferiamo mantenere vivido il ricordo del memorabile concerto al Tendastrisce del 2009.