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EDGUY

[MATOS] Come di consueto la mia serata milanese parte all'insegna del traffico, e mi presento così alle porte del Rolling Stone quando gli hard-rockers svedesi H.E.A.T. hanno già terminato la loro esibizione. Il locale è già ben gremito e dopo un rapido cambio di palco è il turno dell'acclamato singer brasiliano Andrè Matos (ex di Angra e Shaman) e della band che lo accompagna fin dalla registrazione del suo primo album solista intitolato 'Time To Be Free'. E sono proprio le prime due tracce del disco appena citato ad aprire le danze, il combo si presenta carico ed Andrè è il primo a mostrare il suo buon stato di forma, dimostrando per l'ennesima volta di saper tenere il palco alla grande. Il pubblico assiste partecipe allo show infarcito dai preziosi brani dell'era Angra come "Nothing To Say" e "Lisbon". Spettacolare poi l'esibizione di una cover dei Journey intitolata "Separate Ways" eseguita insieme a Kenny Leckremo, cantante degli H.E.A.T.. Matos si diletta nel suo accennato italiano, riuscendo comunque a farsi capire, poi la band lascia spazio allo spaventoso batterista Eloy Casagrande per un assolo, ed è impressionate assistere alla prestazione davvero esagerata di questo talento di appena diciasette anni. In chiusura non poteva mancare l'arcinota "Carry On" e se proprio vogliamo lamentarci di qualcosa possiamo dire che anche una "Angels Cry" non avrebbe certo fatto schifo. Matos saluta tutti tra grida e applausi con la solenne promessa di tornare in Italia il più presto possibile, chi vivrà vedrà. Setlist: Menuett (intro) Letting Go Rio Nothing To Say Separate Ways (Journey Cover) Lisbon How Long (Unleashed Away) Unfinished Allegro Carry On [EDGUY] Quando cala il misterioso telo nero le incertezze di tutti vengono spazzate via, gli Edguy ce l'hanno fatta a portare la scenografia in Italia dopo che negli ultimi due tour da Headliner il combo era stato costretto ad esibirsi a "palco nudo" (per il tour di 'Hellfire Club' il tutto venne prematuramente imbarcato per il Brasile mentre per quello di 'Rocket Ride' il camion si ruppe in Svizzera). Un gotico castello cartonato domina il fondo della scena mentre in rilievo viene esibito il simbolo della copertina dell'ultimo album 'Tinnitus Sanctus'. Come da tradizione la band attacca con il classico brano che non ti aspetti (la storia ci insegna con "Under The Moon" e "Out Of Vogue") e questa è la volta di "Dead Or Rock", con i cinque accolti dal fragoroso boato del locale oramai colmo di gente. Si passa poi alla discutibile, ma comunque apprezzata, "Speedhoven" per poi infilare un brano dietro all'altro creando una setlist quasi perfetta, anche se i più storcono il naso per l'esecuzione della prolissa "The Pharaoh", nella quale per trovare spazio tutti i brani degni di nota si dovrebbe assistere ad uno show di almeno tre ore. Sammet come al solito è una dannata macchina da palco e le sue lunghe chiacchierate tra un brano e l'altro non stancano mai, lui stesso a fine concerto ringraziando le band di supporto dice di sé "Tre grandi band, due grandi cantanti, un gran chiaccherone!". Si può tranquillamente sorvolare su qualche incertezza del chitarrista Jens Ludwig e sul solo non troppo riuscito del batterista Felixx Bohnke (solitamente autore di tutt'altre performance), il pubblico accompagna il combo tedesco cantando ininterrottamente i loro brani tanto che la band sottolinea in più di un occasione di apprezzare cotanto calore. Si arriva rapidamente agli encore, e mentre tutti acclamano Matos aspettandosi (a ragione) un brano da Avantasia il buon Tobi ricorda ai presenti che ci sarà tempo nel nuovo tour del seguito di 'The Scarecrow' per accontentare tutti. Poco male, dato che viene eseguita un'apprezzatissima "Out Of Control", che mancava nelle setlist da davvero troppo tempo. Si chiude con "Lavatory Love Machine" e "King Of Fools" ma la gente proprio non vuole andare via, aspettandosi un nuovo inizio dello show che purtroppo non avverrà. Del resto come non biasimarli, con degli Edguy così. Setlist: Dead Or Rock Speedhoven Tears Of A Mandrake Babylon The Pharaoh Ministry Of Saints Drumsolo The Pride Of Creation The Headless Game Save Me Superheroes Out Of Control Lavatory Love Machine King Of Fools

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