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EDGUY

Seguo gli Edguy praticamente dal loro esordio quando, ancora alle superiori, un amico dell'epoca comprò per caso il loro esordio 'Kingdom Of Madness' (ok, non è il loro esordio, lo so benissimo, ma 'Savage Poetry' non è stato distribuito in Italia fino alla riedizione del 2002). Fu così che quando la band venne in Italia per la prima volta di spalla agli Elegy, ci andai più che volentieri a vederli, entusiasta del terzo album 'Vain Glory Opera'. E nel corso degli anni non mi sono fatto fatto mancare nulla; sono andato a vedere la band dal vivo ogni volta che è passata in Italia in tour, o ad un festival, ed ho avuto la possibilità di intervistare tre volte Tobias ed una volta Jens. Quindi posso definirmi tranquillamente un buon conoscitore ed un fan degli Edguy. Perchè questa premessa? Lo capirete più avanti, nel frattempo entriamo in argomento: 10 Ottobre, Milano, Alcatraz, eccoci alla tappa milanese dell''Age Of The Joker' tour 2011. Supporting act della serata sono i tedeschi Kottak, guidati da James Kottak, batterista degli Scorpions, ma qui nelle vesti di cantante e chitarra ritmica. La band propone un gran bell'hard rock di derivazione punk, molto simile per intenderci a quello che suona Duff McKagan con i suoi Loaded. Il pubblico, molto giovane come età media, si lascia trascinare dal sound ammiccante e smorfioso dei tedeschi che trasformano in un party i 45 minuti a loro disposizione tra cambi di maglietta (inizialmente James indossa una t-shirt di Katy Perry, sotto la quale, nell'ordine, appariranno quelle di Edguy, Scorpions e Kottak, fino a finire a torso nudo con la stessa scritta Rock n' roll forever, impressa sul retro dell'ultima maglia, tatuata anche sulla schiena del cantante). Appunto "Rock N' Roll Forever", title track dell'album omonimo e maggiore hit di Kottak e compari, chiude un set gradevole. Si diceva all'inizio che ho seguito gli Edguy live ogni volta che sono venuti in Italia; beh, per la prima volta esco scontento da un loro concerto! Ladie and Gentlemen, welcome to the freak show! L'ormai classica frase introduttiva di 'Mysteria' introduce anche questo concerto che inizia bene con "Nobody's Hero". È quindi la volta di "The Arcane Guil" che precede "Tears Of A Mandrake". Di solito a questo punto dello show la voce di Tobias Sammet è a brandelli, ma stasera, per la prima volta dall'Hellfire tour, il singer non sembra accusare troppo. Inizia però un siparietto che, personalmente, non ho apprezzato per nulla; da qui in poi sarà una presa in giro continua di altre band, fino a perdere complessivamente almeno venti minuti e più minuti che avrebbero potuto essere impiegati meglio. Nel mirino di Tobias sono gli Iron Maiden, presi in giro più o meno bonariamente in più di un occasione per tutta la durata residua del concerto (al pubblico viene chiesto, tramite boato, se l'ultimo Edguy non sia migliore di 'The Number Of The Beast'), i Bon Jovi, definiti "a pussy band" (we're not a pussy band like Bon Jovi, we're a german heavy metal band!), ed in una volta sola Helloween, Stratovarius e Gamma Ray con Sammet che spara: "vedo in giro un sacco di magliette di Helloween, Stratovarius e Gamma Ray. Perchè perdere tempo a lavarle? Buttatele via e comperate una nostra maglietta ufficiale!". C'è spazio anche per sparare una battuta volgare su Berlusconi ed il suo presunto giro di ragazze, salvo poi parare dicendo che Berlusconi è molto più rock di Angela Merkel. Tornando all'esibizione, dall'ultimo album saranno prese ancora "Pandora's Box" e la strana "Rock Of Cashel", oltre alla troppo lunga "Behind The Gates To Midnight World", ed il singolo "Robin Hood", durante cui viene narrata, al posto della parte parlata presente su disco, "Seventh Son Of A Seventh Son" degli Iron Maiden. Il pubblico, come sempre, inneggia a "Babylon", ma Sammet risponde che non è in programma per stasera; partono così i cori per "Mysteria", ma è "Superheroes" a rispondere. "Lavatory Love Machine" e poi "Ministry Of Saints", quindi segue il solito scioccherello drum solo (Felix, se vuoi fare un drum solo, fai un drum solo, e non l'accompagnamento, nel vero senso della parola, del tema dell'A-Team!). The Final Vain Glory Opera Countdown viene annunciata da Sammet, ed uno strano mix tra "Vain Glory Opera" e "The Final Coundown", praticamente non cantata da Tobias che scoppia a ridere e non ce la fa a riprendere a cantare se non in chiusura di brano, chiude prima dei bis. La band si ripresenta sul palco annunciando che questo sarebbe il momento per la "pussy ballad", ma visto che al pubblico italiano non piacciono le ballad, allora è il momento di "Babylon". Durante questa canzone succede decisamente di tutto: sul ritornello Sammet si mette a cantare il chorus di "Eagle Fly Free" degli Helloween, prima di stoppare a metà canzone la band per fare inginocchiare in religioso silenzio tutto il pubblico presente all'Alcatraz causa una concentrazione che altrimenti non potrebbe arrivare per concludere la canzone, brano cui viene aggiunta, in uno strano medley, "The Trooper" degli Iron Maiden, intervallata dall'intro di "Hallowed Be Thy Name", sempre dei Maiden. "King Of Fools" chiude il concerto. Le mie considerazioni finali riguardano la troppa voglia di chiaccherare del singer, voglia che ha lasciato spazio, in ben 100 minuti e più, a sole 13 canzoni. Secondo me il tutto andava smorzato un tantino perchè, onestamente, ci potevano stare almeno altre cinque/sei canzoni e, personalmente, non ho trovato divertenti nessuna delle battute lanciate dal cantante. Ok, la mia sarà probabilmente l'unica voce fuori dal coro, ma in 14 anni che seguo la band di Fulda mai come stavolta sono uscito da un loro concerto infastidito e con l'amaro in bocca.

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