CHILDREN OF BODOM
Serata strana quella che si prospetta stasera all’Alcatraz di via Valtellina; sono di scena infatti i Children Of Bodom, e come supporting act di serata ci sono nientemeno che i Cannibal Corpse. La domanda è una sola: come faranno ad andare d’accordo i fans delle due formazioni, così diversi tra loro sin dalla base? Sin dal mio arrivo, il locale si presenta quasi pieno, ed il pubblico composto quasi interamente da ragazzini sui quindici/sedici anni (ma anche molto meno per alcuni) indossanti le maglie dei gruppi più estremi della scena death e black. Il via alla serata lo danno i Diablo, quartetto finlandese dedito ad un thrash vecchia scuola, dalle reazioni iniziali dell’audience, non molto conosciuto dalle nostre parti. I pezzi dei finnici si susseguono rapidi, abbastanza validi ma non eccezionali, risultando si apprezzati dal pubblico, ma subito dimenticati una volta che "Living Dead Superstar" mette il sigillo sulla loro prestazione. Il coro Cannibal Cannibal non tarda ad arrivare a gran voce, ma ben pochi stasera sono qui davvero per loro, visto che quando la band inizia la propria esibizione, scarsi sono i temerari che si lanciano davvero a ridosso del palco, mentre i più, a dispetto delle magliette dei gruppi più duri, appaiono abbastanza disturbati dal death degli americani, e si tengono in disparte bevendo birra e fumando. Corpsegrinder, grande e grosso e decisamente pesante, immobile per tutta la durata del set, solo al centro del palco, inneggia continuamente al pogo, preso in parola dai coraggiosi scalmanati delle prime file, mentre i suoi compagni si dannano per suonare il più duro possibile. Durante la setlist si fanno ben notare "I Cum Blood", "Sentenced To Burn" ed anche la nuova "Priests Of Sodom", che dal vivo acquisisce davvero punti. Finale all’insegna di "Hammer Smashed Face" e "Stripped, Raped and Strangled" per un concerto davvero gradevole per i veri amanti del death, che purtroppo stasera non erano moltissimi. Cambio di palco ed è il turno degli headliner, che si presentano sul palco eseguendo l’opener dell’ultimo ‘Blooddrunk’, "Hellhounds On My Trail", seguito rapidamente e senza pause da "Living Dead Beat" e "Sixpounder". Alexi Lahio appare decisamente solo al comando della sua corazzata, e solo al centro del palco, piede fisso sulla spia, prende la parola per incitare, a suon di Fuck, il pubblico al mosh. I pezzi più recenti sono apprezzati, ma è con l’annuncio di "Silent Night, Bodom Night" che la sala si anima davvero. A dispetto del cambio di traiettoria eseguito dopo questo album, a ‘Follow The Reaper’ sono dedicati ben quattro brani in fila, ovvero "Hate Me! ", "Children Of Decadence", "Bodom After Midnight" (questi tre eseguiti in medley) e la stessa "Follow The Reaper". Arrivando verso la fine dello show, fa buona mostra di se anche "Blooddrunk", ma è con il medley "Lake Bodom/Bodom Beach Terror" che il pubblico tocca il culmine della soddisfazione. Il finale è affidato a "Downfall", "Bed Of Razors" ed "Hate Crew Deathroll", che chiude la serata e manda tutti a casa.
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