CHAOS COSPIRACY

Band beneventana dedita ad un noise jazzato senza fronzoli o orpelli, così come è stato lo show; scarno, straight to the core, fottutamente essenziale, pulsante e vitale. La mancanza di pubblico (circa 30 persone), se da un lato poteva essere un elemento penalizzante (la band non si è fatta minimamente influenzare), d'altro canto ha permesso agli intervenuti di apprezzare piccoli particolari (il contatto con la band; la chitarra che sputava gas nervino - in maniera figurata - giustificando l'utilizzo delle maschere antigas indossate dai tre strumentisti) che specie nei concerti con grandi platee non si ha la possibilità di vedere. Reminiscenze NoMeansNo, spaccati noise ossessivo alla Shellac, dissonanze e groove in "Stanislav Give Me The Semtex"; "Calogero's Theory" mostra i muscoli e contestualmente segna un impennata nel volume, math rock in "Leibniz Was A Liar". "22 Hours in My Huntinghton Suite" (caldamente richiesto dal sottoscritto) spezza il fluire della velocità sincopata sinora perpetrata, con interludi jazz noise alla Prohibition (gruppo francese poco conosciuto e proprio per questo molto sottovalutato), per tornare a pestare con il bis finale di "Walking On The Suv". Nulla altro da aggiungere se non la precisione degli strumentisti. Quando il rock si avvicina al pubblico, il pubblico è più vicino al rock. SETLIST: 1. I Don't Wanna Be Your Ipod 2. Stanislav Give Me The Semtex 3. From The Cage To The MAze 4. Indie Rock Makes Me Sick 5. 1816 6. Manganello Is Not A Dildo 7. Calogero's Theory 8. Leibniz Was A Liar 9. Noam Is My Copilot 10. Timebomb For Happy Kids 11. 22 Hours in My Huntinghton Suite 12. Walking On The Suv