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TRIVIUM

Come dire di no ad un’intervista con le giovani promesse del metal, i Trivium? Hardsounds ha potuto scambiare ben più di quattro chiacchere con il simpatico Corey Beaulieu, shredder d’eccezione nella band floridiana e persona simpatica e gigiona. Prima di partire desidero ringraziare Barbara di Roadrunner e la disponibilissima e gentilissima tour manager Melissa Cordivano, che hanno reso possibile l’intervista. Allora Corey, sono passati ormai nove mesi dall’uscita di “The Crusade”… un bilancio? Sono già nove mesi?? (risate) Già… Sta andando alla grande… il disco continua a vendere in tutto il mondo, dopo nove mesi, e sicuramente ci ha fatto guadagnare un sacco di fans in più. Insomma, noi continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto, si tratta solo di un unico passo del nostro percorso… e siamo assolutamente sbalorditi di continuare a ricevere complimenti eccetera dopo nove mesi, siamo decisamente felici. Cosa si prova a suonare di nuovo in posti piccoli, in piccoli club dopo l’enorme ‘arena tour’ con i Maiden? Beh, con i Maiden abbiamo suonato in posti enormi perché i Maiden sono i Maiden, ahahah. E’ divertente, anche se dipende da dove suoniamo, ci siamo trovati in posti comunque molto grandi, altri come questo sono piccolini… si tratta di crescere con calma, i Maiden sono in giro da trent’anni, è normale che suonino nei palazzetti e facciano il tutto esaurito, suonano da prima che noi nascessimo. Ma è sempre molto divertente, alla fine la gente si muove per vederti, e quello è l’importante. Tu preferisci suonare in piccoli club o in posti più grandi? Aaah, non ha molta importanza finchè c’è gente e ci sono nostri fans, va bene così. Ogni ambiente ha i suoi aspetti positivi, quelli più grandi sono entusiasmanti perché ci sono migliaia di persone davanti a te, quelli più piccoli ti portano ad una maggiore intimità con il pubblico… ogni concerto ha i suoi pregi a prescindere dalla grandezza del posto in cui si suona! Come avete affrontato il pubblico degli Iron Maiden? Io personalmente ho incontrato gente che mi ha detto, quando sono venuto a vedervi a Milano, ‘ah sei qui per i Trivium? Ahahah’. Insomma, sanno essere anche troppo settoriali… Si, alcuni sono fatti così, succede un po’ con tutte le grandi band…avevamo sentito un po’ di storie sul conto delle band che avevano supportato i Maiden ed eravamo un po’ agitati, ma era un’opportunità troppo grossa per farci conoscere da nuove persone, quindi abbiamo deciso di salire sul palco e spaccare più culi possibile. E fortunatamente la reazione dei fans è stata ottima, non potevamo essere più felici; anche i ragazzi della crew dei Maiden ci hanno confidato che non avevano mai visto un’opening act essere trattato così bene. Abbiamo sicuramente guadagnato nuovi fan, e ora ai concerti capita spesso di vedere persone con la maglia degli Iron Maiden e io dico sempre ‘scommetto che lui ci ha visti al concerto dei Maiden’, ahahah. E poi anche se non comprano il cd non importa, hanno perlomeno un nome in testa, e sicuramente si ricorderanno di noi più facilmente. Cosa ci racconti del recente tour statunitense con Lamb Of God, Machine Head e Gojira? E’ stato un buon tour… con dei grandi nomi, quasi ogni data era sold out! Ma sai, fare quel tipo di tour negli Stati Uniti, con quelle band, alla fine l’abbiamo fatto talmente tante volte che ci si ritrova a suonare davanti alle stesse persone. E’ sempre un’ottima cosa suonare davanti ai tuoi fans, ma per quanto riguarda l’espandere la nostra base di appassionati, non è stato fondamentale. Ma un ottimo tour, ottime band, è stato divertente. Ho letto da qualche parte che avevi una specie di cotta per Phil Demmel dei Machine Head, spiegacela un po’ Oh... non esattamente, siamo diventati compagni di party, in realtà, eheh. Arrivavo e dicevo ‘ehi, Phillo, wanna party?’, e ci trovavamo a bere tutta la notte. Credo che Robb ci abbia visto e ci abbia scherzato un po’ sopra, scrivendo che mi ero innamorato di lui, ahah. Te l’ho chiesto perché è uno dei miei chitarristi preferiti Si, è un buon chitarrista ed un ottima persona con cui passare del tempo, ma niente cotta (ride) Torniamo a “The Crusade”, siete soddisfatti del disco o col senno di poi cambiereste qualcosa, tipo gli assoli o altro? Mmm, no, non credo, se non ci fosse piaciuto allora non lo avremmo pubblicato. Forse avremmo potuto avere un po’ di tempo in più per rifinire alcune cose, è stato un disco abbastanza frettoloso, anche se in senso positivo. E’ venuto tutto molto spontaneo ed è frutto delle esperienze fatte con i dischi precedenti, che non avremmo mai potuto scrivere e registrare in così poco tempo, non avevamo ancora l’abilità di songwriting che abbiamo acquisito con l’esperienza. Come ti dicevo prima, è solo un passo del nostro cammino, andiamo avanti un pezzo alla volta e con il prossimo disco cercheremo di migliorare e portare tutto ciò che era valido su “The Crusade” a un livello superiore. So che non sei molto coinvolto nella stesura dei testi, ma mi sembra che “The Crusade” sia più ‘politico’ rispetto ad “Ascendancy” che mi sembrava più filosofico Beh si, anche se non parlerei proprio di politica, quanto di… consapevolezza del sociale, o qualcosa di simile. Si, mi riferisco in particolare a pezzi come “Ignition”, “Detonation”, “Entrance Of The Conflagration”, “And Sadness Will Sear”… E’ semplicemente qualcosa che è successo, sono cose che capitano tutti i giorni, apri il giornale o guardi la tv e leggi che una donna pensa di essere posseduta da Satana e affoga i suoi bambini nella vasca da bagno, è lo schifo ordinario che ci circonda. Al giorno d’oggi tanta gente scrive a proposito della guerra o di quanto faccia schifo il presidente, Matt questa volta ha deciso di parlare di cose meno conosciute, meno su larga scala rispetto ad un conflitto o chissà che altro. Ogni disco dipende molto dalle cose che senti in quel momento… “Ascendancy” è stato scritto quando avevamo 17, 18, 19 anni ed è venuto fuori così, sarebbe difficile replicare le stesse cose quattro anni dopo, si cresce e si comincia a pensare diversamente e si trovano sempre nuove cose di cui parlare. Il prossimo disco parlerà di… non lo so, dovrete aspettare (ride) Non vediamo l’ora. Parliamo di cose più tecniche, recentemente tu e Matt siete diventati endorsers della Dean Guitars, come mai avete scelto questo marchio e come vi trovate? Oh, è grandioso. Rispetto a ciò che suonavo prima… Suonavi Jackson se non sbaglio… Esatto, suonavo Jackson. Mi piacciono tuttora, sono ottime chitarre ma ho sempre trovato difficile lavorare con la loro azienda; ho cominciato a suonarle dalle scuole superiori, ma ogni volta che si rompeva qualcosa era un’impresa sistemare il tutto. Era difficile cercare di concludere qualcosa con loro! Sono poi stato contattato dalla Dean, e ci hanno fatto provare la Razorback, doveva ancora uscire nei negozi e ne avevano appena iniziato la produzione, e l’ho subito trovata ottima, è senza dubbio una chitarra adatta all’heavy metal, veloce e precisa. Ho scelto la Razor V perché non mi piacevano molto le altre V che avevano, volevo qualcosa di più affilato e spigoloso, eheh. Negli ultimi mesi stiamo lavorando ad un mio modello signature, è in fase di progettazione e probabilmente uscirà l’anno prossimo… è grandioso perché se voglio qualcosa da loro non devo passare per tutta la gerarchia, ma basta che mi rivolga alle persone incaricate, non è come lavorare con una serissima corporation, è tutto molto amichevole e facile, anche per quanto riguarda pezzi di ricambio, sono sempre disponibili. Non è sicuramente una di quelle marche che pensano solo a ‘money money money’, si interessano all’artista e alla soddisfazione dell’artista. In più bisogna dire che molti dei migliori chitarristi sono con Dean… Mustaine, Michael Angelo, Dime ovviamente Yeah! Ci sarà pure un motivo… tengono veramente alle loro chitarre e ai loro standard, non pensano solo a vendere sacrificando i loro standards. Nonostante siate giovani e in giro da pochi anni, potete già vantare un sacco di apparizioni su varie riviste di chitarre… Guitar One, Total Guitar, tu e Matt avete addirittura una vostra rubrica su Guitar World affianco a Steve Morse a Michael Angelo Batio. Cosa si prova? E’ grandioso! Io sono cresciuto suonando la chitarra e sognando di essere in una band per suonare davanti alla gente, e avere persone che mi chiedono ‘ehi vuoi scrivere delle lezioni o avere una tua rubrica?’ è fantastico, come avrei potuto dire di no. Non è passato molto tempo da quando ero io il ragazzino che spulciava le riviste a caccia di segreti per migliorare con la chitarra, a domandarmi ‘come mai non ci ho mai pensato, a suonare questo e quello’… ed avere un proprio spazio in cui mostrare ai ragazzi nuove tecniche e nuove dritte è bellissimo, in modo che anche loro poi possano creare qualcosa di nuovo… è cool, di solito non ci penso nemmeno, al fatto che sto scrivendo per una rivista, raramente vedo il prodotto finito… mi capita ogni tanto in tour, e allora dico ‘ehi, questo sono io!’ (risate) E’ strano venire considerato un guitar hero da tanta gente, io penso solo a suonare la mia chitarra. Non credo di essere un musicista incredibile, faccio del mio meglio per arricchire la nostra musica ed è un onore venire considerato un grande chitarrista dalla gente, io continuo sempre a imparare cose nuove ed è strano sapere che le persone ti considerano in un modo totalmente diverso da quello che pensi tu. E’ interessante (ride) Parlando di Guitar Hero, ci giocate ancora sul tour bus? No, non spessissimo… un mio amico lavora per la software house che lo ha realizzato, e ce ne ha dato una copia, ci ho giocato un po’ e non so per quale motivo do il mio meglio solo quando sono ubriaco. Il primo giorno che l’ho messo su ero piuttosto andato, l’ho acceso e ho fatto più o meno le prime trenta canzoni a livello difficile tutte di fila, senza mai sbagliare; ci sono tornato da sobrio e non sono riuscito a finirne una e ho pensato ‘man, devo bere parecchio se voglio farcela’ ahah. Se potessi scegliere una delle vostre canzoni da inserire in uno dei prossimi capitoli di Guitar Hero, quale sarebbe? Ahah, in realtà sto già rompendo le palle al mio amico di cui ti dicevo prima, lui è uno di quelli che registra la tracce di chitarra per le canzoni… e gli dicevo che dovrebbero mettere la strumentale “The Crusade”, lunga nove minuti… Quella dovrebbe essere la canzone segreta finale! Yeah, sarebbe super complicata ma io avrei qualche idea su come realizzarla… credo che nella versione X-Box si possa già scaricare “Anthem”, e ho detto al mio amico ‘perché non ci avete messo prima nel gioco??’. Ahah, noi siamo stati i primi in assoluto a recensire il primo capitolo per una rivista, ce lo saremmo meritato (ride) Ho letto un vostro recente bulletin su myspace, Matt cercava questa testata della Marshall, chiedeva se qualcuno dei fans ce l’aveva… ha rotto la sua o che altro? No, si tratta di una testata Marshall che cerchiamo da provare… noi usiamo Marshall e siamo alla ricerca di un suono definito che abbiamo in mente. Questa specifica testata la usava ad esempio Chuck Schuldiner dei Death e altri chitarristi di un certo livello, abbiamo chiesto direttamente alla casa madre ma non viene più prodotta, non ce l’hanno. Quindi Matt ha pensato di fare quell’appello online, credo che domani potremo provarne una, domani a Milano per vedere se è veramente la testata che cerchiamo. Purtroppo io suono Peavey… Ah beh, io suono tutto quello che mi capita, ahah. Ho l’abitudine di cambiare stack ogni due show, non sono mai completamente soddisfatto del mio suono, quindi è un esperimento continuo. Tu e Matt avete partecipato all’album Roadrunner United e anche allo show che si è tenuto a New York, come è stato? Si, ho suonato una canzone… Quella di King Diamond. Si, in pratica mi sono presentato in studio, ho imparato la canzone, suonato le ritmiche e fatto gli assoli tutto sul momento, sono rimasto non più di due ore. E’ stato divertente fare una cosa diversa dal solito, solo arrivare lì e preoccuparsi unicamente di suonare senza dover perdere tempo a scrivere i brani, a cercare i giusti suoni… la parte più spassosa è stata senz’altro tirare fuori l’assolo, anche se ci ho messo solo cinque minuti, ed è addirittura finito sul dvd, grandioso! Sono d’accordo, in più lo considero il miglior solo del disco, insieme a quelli di Jeff Waters Naah, i suoi sono sicuramente meglio, ahaha… poi come dicevi abbiamo anche partecipato allo show dove un sacco di gente diversa suonava tutti questi brani. Purtroppo ci hanno incastrato e abbiamo suonato la nostra canzone, invece di cose tipo King Diamond o Mercyful Fate. Io ho suonato “Pull Harder” che facciamo a ogni concerto, volevo qualcosa di diverso! Volevo suonare i Mercyful Fate con Ripper Owens! Ahah. Se non sbaglio Matt ha fatto anche altro, mi pare abbia cantato “Davidian”… Si, e mi pare abbia anche cantato “The End”. Molta gente continua a dire che voi non potete essere il futuro del metal perché siete troppo moderni e… (assume un faccia modello ‘chi sono gli idioti che dicono queste cose? Nda) insomma, che ne pensi? Beh, cos’altro è moderno se non il futuro? Tutto quello che esce adesso è ‘moderno’, perché è… adesso! Il futuro del metal non può certo essere una band che ha iniziato vent’anni fa, il futuro del metal deve per forza essere una nuova band, and whoever says that it’s kinda fuckin’ stupid! (scusate ma era troppo bella per tradurla Nda). Qualunque band che esce ora, anche se suona old-school, è comunque moderna! Un sacco di persone ha nostalgia dei ‘vecchi tempi’, ridateci Maiden, Priest e bla bla bla, quando fra venti o dieci anni queste band non ci saranno più probabilmente Esatto, i Maiden hanno già ridotto la lunghezza dei tour… ogni era ha le proprie band che la rappresentano, negli anni ’80 c’erano Maiden, Priest, Megadeth e Metallica, agli inizi dei ’90 sono apparsi Sepultura, Pantera, Machine Head. C’è un sacco di gente che magari diceva ‘ah i Metallica si spaccano il culo, non i Pantera, sono troppo moderni, troppo nuovi’, ma dopo che i Pantera sono stati in giro per molto tempo, nuove band sono uscite, prendi gli Slipknot, e hanno continuato a tenere vive certe sonorità, a passare il testimone. Vorrei proprio sapere chi dovrebbe essere il futuro del metal, perché se per certe persone nessuno lo è perché siamo tutti troppo moderni, beh allora non c’è nessun futuro. E’ probabilmente quello che pensano, attaccandosi solo ai dischi di vent’anni fa Esatto… bravi, continuate così, finchè a un certo punto i vostri vinili si consumeranno e non potrete passare ai cd, visto che sono troppo moderni per voi (risate) Ti stai dimenticando le cassette! Yeah… 8 tracks (livello di sarcasmo nella pronuncia della frase: 1000 Nda) (risate) Hai qualche consiglio per le band che come voi vogliono spiccare il volo? Mmm, bust your ass! Il music biz è un ambiente molto difficile in cui entrare, e il metal non è molto popolare, ma al tempo stesso ci sono un sacco di band e etichette con posti limitati, è dura. Bisogna lavorare sodo, la prima cosa di cui preoccuparsi è avere delle buone canzoni, capire se si ha qualcosa di interessante da offrire, qualcosa che non sia banale. Noi ci abbiamo messo un paio d’anni a trovare un contratto, e da allora ci siamo impegnati al 100% perché era il nostro sogno; anche quando eravamo su un’etichetta più piccola abbiamo fatto di tutto per spargere il nostro nome ed è servito per arrivare alla Roadrunner. I nostri sforzi sono stati ripagati comunque, adesso siamo su un buon livello, abbiamo molti fan in giro per il mondo e continuiamo ad averne di nuovi… suonare in una metal band non è qualcosa che succede da un giorno all’altro, ci vuole un sacco di dedizione, di lavoro, bisogna essere disposti a prendersi un sacco di merda addosso, ma passato quel momento il cielo diventa sereno e si vede l’arcobaleno, ahahah (ride di gusto) Lo vedete anche oggi, dentro al New Age? Aaah, non molto, è un po’ troppo buio, ahahah. Ma essere qui è comunque grandioso. Fino a un paio di anni fa se avessimo organizzato un concerto nella nostra città non avremmo avuto molta gente, e adesso siamo in giro per il mondo, Italia, Europa, Giappone, migliaia di persone che vengono a vederti. E’ incredibile, in più c’è tutta questa gente che ci chiede di fare le foto con loro, è strano, ahah. Ok, la tortura è finita, per chiudere puoi dire qualunque cosa ti passi per la testa Mmm… beh prima di tutto grazie per il supporto, spero che veniate a uno dei due shows in Italia… e un saluto a tutta la gente di Treviso che ha suonato ininterrottamente i clacson delle macchine per tre ore la scorsa notte, dev’esserci stata una partita di calcio se non sbaglio. Si, la finale di Champions League… Già, persone con le bandiere, clacson in continuazione, sembrava che la mia stanza fosse imbottigliata nel traffico, ahahah.

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