SANCTITY
Simpatica chiaccherata con Jared della new sensation Sanctity, un personaggio affabile e socievole che non ha esitato a rivelarci un sacco di cose riguardo la sua band. Buona lettura, e procuratevi “Road To Bloodshed” se non l’avete già fatto! (un grazie a un bacio a Claudia per registratore, file e supporto morale) Allora Jared, che ne dici di iniziare con un po’ di storia? Si… dunque, il batterista Jeremy e Jeff si conoscono da un sacco di tempo, dall’86. Hanno cominciato a suonare praticamente nello stesso periodo, a volte nella stessa band, a volte in band distinte. Comunque, nel 1999 formarono i Sanctity e suonarono ad un concerto nella stessa università che frequentavo io; rimasi sbalordito, mi piacquero molto ed ebbi l’opportunità di fare quattro chiacchere con i ragazzi. In quel periodo stavano proprio cercando un cantante, e gli dissi subito che avevo prestato la mia voce in un paio di gruppi; mi risposero che avrebbero fatto una cover di “Creeping Death”, quindi saltai on stage e feci la cover on loro, provammo un paio di volte ed entrai nella band. Poi si sono susseguiti un po’ di bassisti fino all’arrivo di Derek (indica un tizio pelato, appunto Derek, a qualche metro di distanza da noi Nda), a cui demmo alcuni pezzi da provare. Lui si presentò con i brani preparati in maniera perfetta, arrangiati secondo il suo stile. Questo il succo, cerchiamo di fare del nostro meglio. Come ci si sente ad essere sotto l’ala protettiva di gente come Matt Heafy o Dave Mustaine? Oh, è grandioso, considero entrambi degli amici, soprattutto Matt, siamo tutti suoi amici. Ma è fantastico potersi esporre così con un tour come questo, siamo una band nuova e questo è un terreno nuovo per noi. E anche Dave, lui è stato davvero cool, è un tipo molto rilassato, alla mano, ci faceva compagnia, facevamo colazione insieme… E’ favoloso conoscere gente come lui. La cosa mi fa piacere visto che di solito viene dipinto come un crudele dittatore Beh, è in giro da un sacco di tempo e ha il diritto che le cose vadano come vuole lui. Quando ci ha portati in tour con lui, nel Gigantour, disse subito ‘finchè le cose vanno come dico io, sarà tutto ok’. Se lo merita, può farlo, insomma, lui è Dave Mustaine (ride) A proposito dei testi, certi titoli mi suonano un po’ strani, tipo “Billy Seals” o “Zeppo” Ooh, si, ahahah. Per quanto riguarda “Billy Seals”, è tutto nato come uno scherzo. Spesso come tante altre band mentre scriviamo una canzone le diamo un titolo scherzoso, in attesa di avere il testo finito o che altro. E tutti dicevamo ‘ehi questa dovremmo chiamarla “Killing Baby Seals”, ma continuando a girarci intorno ci è venuto in mente che un nostro amico si chiama, appunto, Billy Seals, quindi pensammo ‘ahah, dovremmo chiamarla “Killing Billy Seals”’, che presto si accorciò in “Billy Seals”. E quello era il titolo fasullo. A un certo punto le diedi un nome ufficiale, ma tutti continuavano a chiamarla “Billy Seals”, e anche i ragazzi della label mi dissero ‘no no, chiamatela “Billy Seals”’ e basta. Ma il testo parla di uccidere il vostro amico? (risate) Ahahah, no no, quello era solo il joke title! E a proposito di “Zeppo”? Ecco, quello è un titolo che ha già più a che fare con il testo della canzone. Stavamo guardando la tv, e c’è questo show dove uno dei personaggi si sente poco importante, non si sente apprezzato e dice di essere uno ‘zeppo’; credo si riferisca a Zeppo Marx, il meno famoso dei fratelli, quello che tutti si dimenticano sempre. La canzone parla appunto di superare gli ostacoli, di uscire dalla condizione di ‘perdente’. C’è qualche acceno di politica o di commento sociale nei testi? No, non molto, forse qualcosa… di solito cerco di scrivere i testi in base alla mia esperienza, non sono entrato troppo in ambiti politici perché in tutta onestà non mi interessano quelle cose, io bado alla mia musica. Però ultimamente, anche grazie al fatto di essere qui in Europa, sto aprendo gli occhi su molte cose, e forse in futuro ci sarà spazio anche per quello nelle liriche dei Sanctity. Te l’ho chiesto perché molti dischi recenti, Megadeth o Machine Head, sono parzialmente orientati verso temi di quel tipo Si, è naturale, c’è molto dissenso nel mondo e sono sicuro che i ragazzi delle due band hanno molto da dire a riguardo. In “Road To Bloodshed” avete lavorato con Jason Suecof, un produttore piuttosto popolare ultimamente. Come vi siete trovati? Lavorare con lui è stato grandioso… anche se è folle! Si, ho visto in diversi dvd che sembra davvero fuori di testa Ahahah, he’s a crazy dude man! Ma è un ragazzo d’oro, inoltre ha circa la nostra stessa età, lo consideriamo un amico. E’ un ottimo produttore, specialmente per le vocals, io e lui ci siamo divertiti molto durante le recording session; è stato grandioso. Credo sia anche un eccellente chitarrista… Assolutamente. Lui prima di tutto è un grandissimo chitarrista, anche in studio è riuscito a far vergognare Jeff (ride). Ma è stato bello lavorare con lui, ogni tanto è un po’ matto e difficile da tenere sotto controllo, ma non importa, ahahah. Vi ha aiutati a portare il vostro sound su un altro livello? Si, direi di si, abbiamo lavorato con lui sui brani… questa era la nostra prima uscita grossa, abbiamo lavorato sodo in studio perché tutto fosse perfetto. E poi i ragazzi di quello studio tirano fuori suoni di chitarra incredibili, Mark Lewis, l’ingegnere del suono, è bravissimo nel suo lavoro. Cosa dici a quelle persone, e purtroppo ce ne sono, che vi inseriscono nel calderone del metalcore o del qualsiasicosasia-core? Mmm, beh, in realtà non ci faccio molto caso! Io considero un Sanctity semplicemente una metal band… alcuni dicono che siamo thrash, abbiamo qualche influenza di quel genere ma non cerchiamo assolutamente di limitarci, ci consideriamo semplicemente metal, tutto qui. Quando ho recensito il vostro disco dissi che voi siete una di quelle band abbastanza furbe da suonare thrash/classic metal senza risultare attaccate al passato o nostalgiche, sei d’accordo? Sai, quando componiamo cerchiamo di scrivere canzoni che noi in prima persona vorremmo sentire! Subiamo senz’altro l’influenza del thrash e del metal anni ’80, ma non solo. Ci sono un sacco di band nuove che ci ispirano, e io rispetto qualunque gruppo di persone che si mette insieme a scrivere musica in base a quello che provano.Different strokes for different folks (ride) Il vostro managemente è lo stesso dei Trivium, Dark Angel, possiamo aspettarci altri tour insieme a loro in futuro? Forse! Chi lo sa, quando ci siamo incontrati anni fa parlammo molto a proposito di un tour insieme. Per adesso facciamo questo, in futuro non lo so, potrebbe essere. Ma sarebbe senz’altro divertente vederci di nuovo insieme per un altro tour! Quali sono i vostri piani dopo questo tour? Dunque, subito dopo suoneremo tre o quattro concerti con i Killswitch Engage e gli As I Lay Dying… Negli States? No no, qui in Europa, credo siano due in Francia e due in Inghilterra. Poi saremo al Download, poi a casa e dopo qualche settimana di riposo ci imbarcheremo in un tour degli Stati Uniti con i Symphony X, a luglio. Che strano abbinamento! E’ vero, ma anche loro sono un po’ thrashy e decisamente metal, sarà divertente! Adesso è il turno delle domande cattive; chi è il miglior chitarrista tra Jeff Waters, Matt Heafy e Corey Beaulieu? (lunga pausa) Non voglio dire chi è il migliore, ahahah… (lunga pausa) Corey è velocissimo, e Jeff tira fuori delle cose molto interessanti, cosa che in genere non si sentono… non lo so! Forse direi Matt! Ma non saprei dire quale preferisco, è come se mi chiedessero, ‘ehi cosa ti piace di più, zucchero o cioccolato?’ ahahah (risate) Mi piacciono entrambi! Quindi non lo so, l’importante è che tutti e tre mi ispirino. Io non sono uno shredder, ma quando li guardo penso ‘cazzo, devo esercitarmi!’. Dacci la tua top 5 definitiva Solo metal o in generale? In generale! Ok, allora… (tambureggia le dita al ritmo di “Becoming The Dragon” che i Trivium stanno provando in soundcheck Nda) E’ una domanda difficile… Yeah… è sempre la più difficile, ahahah. Dunque direi i Sepultura con “Arise”… “Arise” o “Beneath The Remains”. Mmm, “Music For People” dei Vast, “October Rust” dei Type O Negative… ultimamente adoro l’ultimo dei Gojira, anche se è uscito un po’ di tempo fa, “From Mars To Sirius”. L’ultimo qualcosa di non metal… direi White Zombie, “La Sexorcisto”. Hai qualche nome di band underground dalle tue parti che ti senti di consigliare? Oh si, assolutamente! Ci sono un paio di band con cui abbiamo suonato anni fa, i Theti, che sono un trio, grandi persone, grandi canzoni, grande show, da non perdere! Sono tuttora uno dei miei gruppi preferiti live. Poi i Blinking Disarray (spero di aver capito giusto Nda), sempre dal North Carolina, thrash tecnico, grandissima band! C’è un altro gruppo che abbiamo conosciuto tramite Myspace, sono di Las Vegas e si chiamano Seventh Son, ottimo thrash metal. Ci puoi raccontare qualcosa di divertente successo in questo tour? Ho sentito che i ragazzi degli Annihilator hanno attaccato un cartello con scritto ‘gelati’ sul vostro bus Ahahah, si, ma non solo! Una notte, erano le quattro!, sono arrivati nella mia cuccetta con quelle trombette da stadio (imita il suono di tali aggeggi Nda), e tutto quello che ho potuto dire è stato ‘oooh shut the fuck up man, I’ll fuckin’ kill you’ (risate). Un’altra volta un paio dei ragazzi più robusti hanno cominciato a fare oscillare da una parte all’altra il veicolo in cui ci trovavamo, si sono quasi staccate le ruote. E’ tutto molto divertente. Ok Jared, è arrivato il momento di salutare i fan italiani. Vorrei ringraziare tutti e spero che veniate a vederci suonare, adoriamo suonare dal vivo di fronte alla gente e cerchiamo sempre di proporre uno show all’altezza. E venite a trovarci subito dopo il concerto, saremo lì ad aspettarvi! Ciao a tutti!
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