THE CHASING MONSTER
Sognare a volte può creare turbamenti notturni. Dipende cosa stai sognando, chi stai sognando, e se tutto ciò provoca comportamenti tumultuosi. Poi, il sogno può essere anche raccontato. E può succedere che il racconto di un sogno, come anche di un incubo, possa essere una delle esperienza più appaganti a cui si possa assistere. Ancora di più se questo racconto è accompagnato da musiche, suoni, rumori e voci che disegnano atmosfere emozionanti. Questi baldi giovinotti viterbesi che rispondono al nome di The Chasing Monster approdano sul mercato discografico proponendo tutto questo insieme di cose, entrando già di prepotenza nell'ampio universo post-rock con tutte le carte in regola per fare bene. Con loro ci siamo permessi di fare una chiacchierata sul loro modo di raccontare le cose, e sull'impatto che può avere questo genere musicale.
Ciao ragazzi, e benvenuti su Hardsounds.it. Prima di tutto, dato che siete una band praticamente agli esordi sotto il profilo discografico, vi lascio fare una breve presentazione, e di esporre il messaggio principale che volete mandare sotto il nome The Chasing Monster. Ciao e grazie a voi per quest’opportunità e la splendida recensione fatta sul nostro album 'Tales' (recensione qui). Il nostro messaggio, specialmente all’interno dell’album, è quello di comunicare qualcosa attraverso le parole dei due protagonisti. Quindi di parlare di debolezze e insicurezze delle persone, ma anche di storie prese da scritti importanti quali “Il Dilemma del Porcospino”. Trarre spunto da tutto questo per fare delle riflessioni e per metterci di fronte a problemi esistenziali che ognuno di noi ha almeno una volta nella vita affrontato. Nell’album tutto questo viene fuori da una situazione ideale di pericolo, grazie a tale condizione i protagonisti parlano con tenerezza di tutti quei problemi che in condizioni normali eviterebbero di affrontare.
Il vostro esordio discografico sulla lunga distanza è in pratica un racconto, come dimostra anche il titolo dell’album ‘Tales’. Un racconto che narra il sogno di una ragazza che sembra terminare in modo negativo, nel momento in cui la fiamma della speranza e della sopravvivenza man mano si spegne. Vi siete ispirati ad una storia in particolare per raccontare questo sogno? E secondo voi, qual è la fiamma principale attorno alla quale radunarsi e sperare in un mondo migliore? Non c’è un riferimento particolare, la storia è di nostra invenzione. Sicuramente una fiamma è rappresentata dalle persone, da quelle che ci sono vicino. La fiamma nel racconto si spegne proprio quando i due si allontanano, non riescono più a vedersi, a toccarsi, a parlarsi. Questo perché tra loro era nato un legame stretto di pura confidenza.
L’accostamento tra parti parlate e parti musicali è una componente dell’album che ho apprezzato molto, soprattutto per il giusto equilibrio dato tra le parti, e il pathos che questo connubio emana. È un’idea che anche in futuro pensate di riproporre, magari anche dal vivo, oppure è solo una prova ben riuscita all’interno di un percorso in cui la musica in senso stretto la fa da padrone? La soluzione dei parlati verrà certamente portata dal vivo visto che le parole sono parte fondamentale dei pezzi e dell’album. Per il futuro chissà. Rimane il fatto che ci piace moltissimo scrivere oltre che suonare.
La copertina dell’album mostra delle immagini riferite alla magnificenza del firmamento stellato. Suonare i vostri brani contenuti in ‘Tales’, nonché la musica di questo genere, è un modo per cercare di avvicinarvi verso questi orizzonti stellati? Beh, sicuramente il cielo, le stelle, l’universo è qualcosa di molto affascinante. Qualcosa che ci permette di riflettere su quello che in realtà siamo o non siamo. Di sicuro i due protagonisti della storia hanno cercato di farlo attraverso le emozioni e insicurezze di ognuno di noi.
Musicalmente parlando, come anche segnalato nella recensione del vostro album, sembrate che vi avviciniate non poco allo stile degli statunitensi If These Trees Could Talk. Vi chiedo innanzitutto se conoscete questa band, e se vi siete avvicinati a qualche altra band per costruire quest’album. Sì, loro sono sicuramente una delle nostre grandi influenze. Ma in ogni caso non ci siamo ispirati ad alcuna band in particolare per l’album, diciamo che siamo riusciti a trovare tra di noi una linea comune tra tutte le nostre influenze musicali personali.
I vostri gusti musicali e i vostri attuali ascolti si concentrano tutti sul post-rock, oppure siete più aperti verso altri generi? Assolutamente! Molti di noi ascoltano generi completamente opposti al Post-Rock e cerchiamo di prendere spunto a ispirazione da tutti i generi musicali. Ovviamente siamo comunque dei gran divoratori di Post-Rock.
A quale aspetto dell’album, e del post-rock in generale, preferite accostarvi di più? Le parti più soffuse ed intimiste, oppure quelle più poderose e deflagranti, dove tutti gli strumenti si associano creando vibranti ed aggressive atmosfere? Sicuramente ad entrambe le facce del nostro lavoro! Entrambe rappresentano quello che sentiamo dentro. Crediamo che tutti i tipi di atmosfere create rappresentino delle sfaccettature reali di uno stato d’animo.
Questo disco segna anche la nascita di una nuova etichetta discografica, la Antigony Records. Qual è la caratteristica principale di quest’etichetta che vi ha convinto ad aprire questa collaborazione? E se all’interno della band c’è qualche componente che collabora anche all’interno della Antigony. Siamo estremamente felici di questo rapporto iniziato con quest’album!! Di Antigony ci ha convinto la grande serietà del loro lavoro da subito, e il rapporto che si è venuto a creare tra loro e noi proprio dal punto di vista personale. E no, nessuno di noi è coinvolto in Antigony.
Pensate che il pubblico italiano in particolare sia soddisfatto della proposta del genere post-rock a livello generale, sia di band italiane che internazionali? Non sappiamo in realtà se il pubblico italiano si interessi molto al genere post-rock. Sappiamo comunque con certezza che delle band valide in Italia ci sono e sarebbe bello far crescere una sorta di pubblico di questo genere.
Vi aspettate già un riscontro al di fuori dei confini italiani, in termini di apprezzamento e di riproposizione della vostra musica in sede live? O pensate che i tempi non siano ancora maturi? Diciamo che non siamo qui tesi ad aspettarci qualcosa in particolare. Stiamo vedendo che il pubblico fuori c’è ed è interessato alla nostra musica, poi per il resto si vedrà in futuro. Intanto parteciperemo al Dunk!festival in maggio!
Quello che è importante è che il riscontro qui in Italia sia largamente positivo, come ci auspichiamo sia dopo la pubblicazione di ‘Tales’. Avete già in programma degli appuntamenti per promuovere questo disco? Tutte le date in Italia e fuori saranno pubblicate e annunciate a tempo debito o su Facebook o sul nostro sito personale! Per ora ci limitiamo a dire questo.
Grazie per questa cordiale chiacchierata. Vi lascio un breve saluto rivolto ai nostri appassionati di musica. Grazie a voi dell’opportunità!! Un saluto a tutti quanti speriamo davvero di aver comunicato qualcosa a chi ha sentito l’album, questo è il nostro principale auspicio, grazie davvero a tutti!!
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