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DOOMRAISER: Reverse (Passaggio inverso)

data

12/03/2015
75


Genere: Doom Metal
Etichetta: Bloodrock Records
Distro:
Anno: 2015

Quarto lavoro sulla lunga distanza (escludendo altrettante uscite tra EP e split) per gli alfieri del doom Italico, forti ormai di oltre due lustri di attività e del riconoscimento internazionale testimoniato dal lungo tour, da poco terminato, che ha toccato nazioni dall'est all'ovest Europa in compagnia di un'altra fulgida realtà nazionale: Shores Of Null. L'ingresso in formazione delle due nuove asce Marco Montagna (VII Arcano, Nerodia) e Giulio 'Serpico' Marini (Cielodrive, Nerodia) in sostituzione dei dimissionari Valerio e Drugo, ha ulteriormente appesantito e metallizzato il già pachidermico sound dei romani (qualche punto di contatto con il thrash moderno dei Machine Head si ode in "Apophis" e "Ascension: 6 to 7", che trova la sua tracotante eloquenza in sede live, facendogli fare un salto all'indietro verso gli esordi dove spadroneggiavano le lunghe, lente, dilatate ed ipnotiche suite doom ispirate dai vari Trouble/Pentagram/St Vitus, introdotte da sinistri presagi in "Mirror of Pain" ed "Addiction". La parte della primadonna la fa sempre l'ugola di Cynar che fermo restando l'amore per Danzig, più evidente nei precedenti lavori, personalizza la performance passando dalle clean vocals alle parti epico/teatrali cariche di pathos attraverso spaccati grintosi, dimostrando ancora una volta di essere un singer dotato. Affiorano anche gli amori per il dark che si materializzano nei rumorismi alla Christian Death contenuti nell'intro di "Dio Inverso (Reverse)", e gli accenni a la Bauhaus di "In Winter"; le liriche sono legate agli studi esoterici e gnostici di Cynar che ha ispirato il rito officiato sulla copertina del cd in formato digipak molto curato. Eccellente il lavoro in sede di produzione da parte di Billy Anderson (ha prodotto tra gli altri anche Eyehategod, Mr. Bungle, Fantomas, Sleep) che avvicina la resa del disco a ciò che la band sputa fuori in sede live. Un ottimo ritorno al passato dopo la parentesi psichedelica di 'Mountains Of Madness' per i rocciosi e rodati doomsters capitolini.

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