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SUBLIMINAL FEAR

Vengono dalla Puglia, e pochi tempo fa è uscito il loro debut album, 'Uncolored World Dying', sono i Subliminal Fear. In attesa di un loro ritorno sui palchi, il vocalist Carmine Cristallo ci fa il punto della situazione. Una breve presentazione ai lettori di Hardsounds… Per incominciare, un saluto a tutti voi. In maniera molto riassuntiva cercherò di delineare i punti salienti della nostra biografia. I Subliminal Fear si formano nel 2001 inizialmente per puro divertimento, suonando le canzoni delle nostre band preferite. Raggiunta poi una certa stabilità nella line up, abbiamo così deciso di iniziare a comporre materiale di nostra produzione. Nel 2005 infatti esce il nostro primo demo contenente 3 brani e grazie ad una buona promozione, ai risultati pienamente soddisfacenti (per quelle che sono state le valutazioni positive degli addetti ai lavori), riusciamo a raggiungere l’obbiettivo del primo contratto discografico con la Burning Star Records. Nel Settembre del 2006, dopo alcune date nell’entroterra pugliese, abbiamo l’onore di suonare al Total Metal Festival, condividendo il palco con i Necrodeath, e di proporre in anteprima alcuni brani presenti sul nostro debut album. Ed infatti ad Ottobre del 2007 arriva il momento di “Uncoloured World Dying”, il nostro primo full lenght che ci sta gratificando veramente tanto. Parliamo un po’ del vostro genere. Nella vostra ultima uscita abbiamo sentito diverse influenze provenire dalla prima ondata Gothenburg, ma anche forti rimandi alla scuola moderna, cosa ci dite al riguardo? Sicuramente la componente classica del “Gothenborg sound” fa parte del nostro DNA, perché, fin dai primi nostri passi nel mondo della musica, abbiamo ascoltato e riproposto fino alla noia brani degli At the Gates e degli In Flames. Comunque, quando abbiamo iniziato a comporre le prime canzoni, queste influenze erano molto più palesi rispetto a come i SF suonano oggi; come tu stesso hai notato, oggi i nostri brani hanno più elementi e suonano molto più in forma personale, e sicuramente vogliamo essere catalogati come una band dal suono moderno e non nostalgico. Quali sono le band che vi hanno maggiormente influenzato? Come dicevo sicuramente gli At the Gates e i vecchi In Flames, e poi tra le band più moderne i Soilwork e gli italiani Disarmonia Mundi. Ognuno nella band ha poi le sue influenze personali che contribuiscono a dare alla nostra musica un tocco più personale. Sappiamo che la band sta vivendo un periodo di inattività. A cosa è dovuto? Quando rivedremo i SF back in action? La nostra inattività, specialmente per i live show, è dovuta principalmente a problemi personali che ci hanno impedito di suonare negli ultimi mesi. Speriamo di ritornare in azione presto, subito dopo l’estate. Ad ogni modo questo periodo di inattività “live” ci ha dato modo di incominciare a programmare la stesura di alcuni nuovi brani. Il tema della paura inconscia è ricorrente nei vostri testi, che cosa ci dite al riguardo? Da dove nasce un testo dei SF? Per questi brani il tema comune è stato quello degli effetti subconsci che le nostre paure causano in noi, volevamo creare un collegamento diretto con il nostro moniker e presentarci in questo modo al pubblico metal; magari in futuro i testi avranno un fulcro tematico differente, oppure sarà il nostro trademark, questo non posso dirlo adesso, ma sviluppare questo tema per me è stato molto naturale. Ci sono momenti di riflessione che risultano essere produttivi per la stesura dei testi, quindi inizio a buttar giù le mie riflessioni su tutto quello che mi accade attorno. Parlavamo prima del vostro album. Cosa ci dite al riguardo? Quali sono le impressioni che credete abbia lasciato al pubblico? Leggendo in giro recensioni e pareri credo che stia andando alla grande! L’album piace alla stampa e ai fan e ne siamo davvero contenti. Abbiamo lavorato duro e con impegno e alla fine siamo stati gratificati e siamo molto soddisfatti del risultato, dalla produzione ai 16th Cellar Studio di Roma, fino all’artwork realizzato dalla Nerve Design. Tutto è stato all’altezza delle nostre aspettative e con scelte iniziali indovinate abbiamo realizzato un prodotto professionale e di qualità. Cosa ne pensate della scena metal italiana? Quali sono le band più interessanti dello stivale? Negli ultimi anni possiamo affermare che la scena italiana è in netta crescita, e lo possiamo dire valutando il numero di valide band sul suolo nazionale, band ormai rinomate che sfornano album di un certo valore. Queste band possono competere senza dubbio con le realtà musicali degli altri paesi. Le etichette italiane dovrebbero fare un passo in avanti, e questo vale anche per i live promoter e i rock club, in questi ambiti c’è davvero ancora tanto da fare, ma è un altro discorso! Tra le band italiane che stimo ci sono gli Slowmotion Apocalypse, autori di un album bellissimo quest’anno e i miei conterranei Godyva, autori di un gothic metal interessante, ben architettato e composto, fidatevi, provate ad ascoltarli! Dove credete stia andando a finire il metal? Come lo vedete il futuro del genere? Non so dove andrà a finire il metal, ormai sempre più un genere mainstream che un genere settoriale come lo era anni fa, ricca di sottogeneri e contaminazioni, e con tante nuove proposte musicali. Ormai sarà sempre più difficoltoso produrre e vendere e riuscire a districarsi tra le centinaia di ottime band presenti sul mercato nazionale ed europeo. Spero che possa esserci sempre la possibilità di fare musica e di non dover fare enormi sacrifici per suonare dal vivo, produrre un disco e riuscire ad emergere almeno quel che si merita. Volete dire qualcosa ai lettori? Ringrazio voi tutti per l’attenzione e per questa piacevole chiacchierata, mi auguro che tutti voi possiate apprezzare il nostro lavoro, e per questo mi permetto di consigliarlo a tutti gli amanti del death melodico, non rimarrete delusi! Vi invito a fare un salto sui nostri siti web www.subliminalfear.it e www.myspace.com/subliminalsite per seguire gli spostamenti e le novità dei SF. Un ulteriore ringraziamento a te e alla redazione. Stay Death!!!

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