LUNARSEA
Avevo avuto modo di recensire il secondo album della band capitolina circa un annetto fa, e adesso, quasi a sorpresa, mi sono ritrovato a fare una chiacchierata col chitarrista Fabiano Romagnoli. Presentatevi ai lettori di Hardsounds… Ciao e grazie per l’intervista concessaci. Prima di tutto un doveroso omaggio alle vittime del terremoto in Abruzzo e un plauso a tutti i volontari che stanno aiutando gli sfollati giorno e notte. I Lunarsea nascono alla fine del 2003 per volontà mia, di Angelo Musmeci, Cristian Antolini e Stuart Franzoni. Nel corso degli anni abbiamo realizzato 2 demo e due full lenght, rispettivamente per l’etichetta greca Burning Star record e per la Punishment 18. Dalla formazione originale c’é stato l’allontanamento di Angelo Musmeci e l’ingresso di Filippo Palma alla voce, più diversi cambi di batteristi. Siamo una band relativamente giovane come anagrafica, anche se come musicisti ci riteniamo navigati in quanto abbiamo tutti un’età media di 30 anni e abbiamo svolto una notevole gavetta prima di formare i Lunarsea. Ricordo di aver recensito Route Code Selector che era uscito per la Punishment 18, mentre oggi vi ritroviamo nella Kick agency, come mai questi passaggi di label? Siamo sempre sotto contratto con la Punishment18 per la distribuzione del cd, mentre la Kick si sta occupando della promozione a 360 gradi del prodotto. Siamo molto orgogliosi di far parte della Kick agency, che riteniamo il non plus ultra in fatto di serietà,organizzazione e risultati. Abbiamo in passato sperimentato altre agenzie e sperperato denaro, ma non abbiamo avuto risultati soddisfacenti. Sempre sull’album, io ricordo di averlo trovato un po’ “pulitino”, addirittura con infarinature Sentenced in certi momenti e qualche leggera cadenza power nell’equalizzazione, esattamente a quali artisti fate riferimento? Mah….diciamo che la scelta di questo tipo di suono è stata studiata a tavolino. Abbiamo per questo scelto gli OuterSoundstudios di Giuseppe Orlando (Novembre), perché sapevamo come avrebbe suonato il disco. Non volevamo ricreare il tipico sound Death Metal, ormai troppo inflazionato e di moda, e abbiamo optato per un equalizzazione più tagliente, asciutta, ma allo stesso tempo dinamica e profonda e gli Outersound Studios non hanno rivali in tal senso. Poi che questa scelta invece di essere vista come un pregio, o diciamo, un tentativo originale di non amalgamarsi alla solita pasta death metal e stata travista da alcuni come un elemento denigratorio è un mistero. Ci si accanisce nel cercare l’originalità a tutti i costi sul cd da parte dei recensori a livello di canzoni, e l’originalità a livello di produzione non è stata avvertita. È passato un po’ dall’uscita di RCS, vi ritenete soddisfatti dell’album? Come pensate sia stato recepito? Route Code Selector è uscito a fine ottobre, siamo ancora in piena promozione del disco e i responsi sono stati in linea con quanto raccolto fino ad ora, diciamo dal nostro debut album fino ad oggi ossia: per la stampa estera il disco è stato accolto in maniera fin troppo entusiasta, oltre le nostre più rosee aspettative, mentre in Italia per ogni buona recensione ce ne sono altre 3 che stroncano il cd. Noi siamo un gruppo con determinate influenze, non abbiamo la presunzione di voler risultare innovativi o precursori di chissà quale genere. Suoniamo death metal, farcito di una miriade di altre influenze che un ascoltatore attento riesce a captare, mentre per altri…diciamo quelli più in erba, non riescono ad andare oltre la superficialità e l’apparenza. Personalmente ascoltando metal dai primi anni 90, ho vissuto un po’ tutte le varie sfaccettature…dal death metal americano, al power dei fine anni 90, al prog di inizio 2000, alla nascita dello swedish death etc….e nella nostra musica per forza di cose confluiscono tutte queste influenze, ma ripeto, chi non ha una cultura così diciamo “datata” non potrà mai analizzare a fondo la nostra musica e si baserà soltanto sul solito riferimento death melodico di stampo svedese. Paradossalmente il cd vende molto più all’estero che in italia e questo ci lascia da una parte soddisfatti ma dall’altra un po’ basiti….se non siamo noi italiani i primi a supportare le nostre band, chi pensate che lo possa fare? Purtroppo il detto “Nessuno e profeta in patria” è sempre all’ordine del giorno. La scena italiana, qual è la vostra opinione? Quali sono le band valide che abbiamo da queste parti? In Italia non esiste nessuna scena….questa è l’idea che mi viene da dire leggendo le recensioni delle band italiane sui vari media. Ogni cd viene sempre paragonato ad un altro…ogni genere deve per forza fare riferimento ad un altro e così via. Ma a cosa serve fare questa lista della spesa? Se metti melodia nel metal sei bollato come clone di sonorità nordiche…ma nessuno si ricorda che la musica melodica italiana è orgoglio e creazione nostrana? Se suoni prog sei associato ai soliti Dream Theater etc…ma nessuno si ricorda che negli anni 70 il prog italiano era il più ascoltato e molte band attuali mondiali prog non smettono mai di dire che tra le loro influenze ci sono i vari PFM etc… In Italia purtroppo ci sono poce occasioni per emergere, e molte band attive, e ognuna cerca di prevalere sull’altra senza un minimo di collaborazione reciproca. Io sono dalla parte dei RainTime, Subliminal Fear, Doomsword, Chaoswave, band secondo me validissime, ma purtroppo in passerella sui media e festival nostrani ci sono sempre i soliti quattro nomi dimenticandosi che il sottobosco italiano pullula di band che tra mille sacrifici aspettano la loro occasione e molte se la meriterebbero a pieno titolo. Chi dice che in Italia non ci sono band valide è fuori concorso…basta farsi un giro tra le varie Application per suonare in festival stranieri (vedi Metal Camp etc) e guardare quante band italiane sono iscritte…un'enormità a cui non viene data la giusta visibilità. Se noi in primis cominciamo a mettere sul piedistallo le nostre band, vedrete come si comincerà a destare interessa anche dall’estero. In generale, tra undeground e trend mainstream, dove credete stia andando a finire il metal? Il metal non morirà mai, basta sapersi aggiornare e essere aperti a nuovi orizzonti. Non dobbiamo chiuderci ai soliti grandi nomi e a considerare “merda” tutte le nuove uscite…supportiamo il metal e vedrete che ne gioveremo tutti. Sul sito della Roadrunner siete stati menzionati tra le migliori band emergenti dell’anno, come mai si continua però a parlare poco di voi? Quale credete sia la causa? Non abbiamo agganci o conoscenze nel mondo musicale, non lecchiamo il culo ai gestori dei locai o ai direttori delle webzine. In Italia funziona così! Noi non scendiamo a queste cose…non hanno nulla a che vedere con la musica. Ce ne stiamo qui, con i nostri dischi alle spalle, continueremo a fare musica e se qualcuno vorrà darci un chance noi siamo pronti. Finché chi ha il potere di organizzare concerti o altro continuerà a chiamare band che in qualche modo sono “amici di amici” o fanno parte di quell’agenzia o hanno il musicista che collabora con la rivista X senza fare effettivamente un indagine di mercato su quali band ci sono attualmente in giro, noi compresi, è probabile che anche in futuro sentirete parlare poco di noi. All’uscita del nostro debut album abbiamo avuto una release party ad Atene dove ci siamo trovati dentro una stanza di un hotel con una quindicina di intervistatori muniti di registratore che entravano ogni 20 minuti per farci un intervista, tutti con cd alla mano e domande strutturali sui brani etc. In Italia tutto ciò non è stato possibile farlo, paradossalmente ai tempi dei nostri 2 demo ricevevamo interviste e elogi a non finire…poi appena realizzato il primo full lenght, è come se si fosse pensato che i Lunarsea ce l’hanno fatta a uscire dall’underground e siamo – diciamo – stati lasciati da parte. Noi siamo e rimarremo underground, perché non arriveremmo mai a vendere 60-70 mila copie di un cd, e se non arrivi a queste vendite non puoi dire di avercela fatta. Non vi si è visti molto in giro ultimamente, avete tour in programma? Non abbiamo ricevuto offerte per suonare al momento e non parlo di offerte “monetarie”, ma proprio di serate. Siamo sempre con il nostro furgone acceso e pronti per partire. Se qualcuno fosse in ascolto… Di cosa parlano i vostri testi? Bella domanda! Dovrei chiedere a Cristian (il bassista) che si occupa della stesura delle liriche. Io mi occupo della musica, se dovessi scrivere un testo non saprei da dove cominciare. Già parlo male l’itaGLIano! Anzi…ho la deformazione professionale che in ogni canzone che ascolto di qualsiasi band, i testi sono le ultime cose che guardo. I nostri testi sono di proprieta unica di Cristian e solo lui sa dare un interpretazione alle liriche…lo definisco il Kurt Cobain dei Lunarsea. (allora tenetelo lontano da una qualsiasi arma da fuoco quando è triste, ndr) Che consigli dareste a chi vuole suonare metal nel Paese di pizza, mandolino e San Remo? Ti sei dimenticato di aggiungere il Grande Fratello, La Fattoria e le altre minchiate di reality, con tutto il rispetto per chi segue queste trasmissioni. Suonare, suonare e suonare fino a 70 anni! Non c’è cosa più bella al mondo di saper suonare uno strumento, di qualsiasi tipo, e già questo deve rendere orgoglioso un musicista. I rapper americani userebbero la parola “RESPECT”. Ok, basta così. Volete dire qualcosa ai lettori? Se non vi siete addormentati leggendo l’intervista è già un buon segno… Supportateci e SOpportateci se volete! Ciao.
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