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IN-DIVIDE

L'unione di intenti è da sempre il filo conduttore del movimento hardcore, elemento presente in pianta stabile anche nel DNA degli In-Divide, progetto nato dalle idee di ex membri di If I Die Today, Screaming Eyes e Startoday e che oggi ha trovato finalmente voce grazie all’esordio 'The Passengers'. Li abbiamo incontrati per saperne di più in merito a questa nuova realtà made in Italy.

Nel giro di un solo anno siete riusciti a mettere in piedi una band, entrare in studio e pubblicare il disco d’esordio. Non siete certo rimasti con le mani in mano si può dire! Raccontateci tutto dall’inizio! Gli In-Divide nascono da tanta voglia di fare e soprattutto di suonare punk-hardcore, quindi stare con le mani in mano non fa proprio parte del nostro DNA. Una volta che abbiamo deciso di imbarcarci in questa impresa ci siamo subito concentrati sulla composizione in quanto era l'unica cosa che potessimo fare vivendo così distanti (Fra ed Egidio vivono vicino a Pescara, Beppe a Genova e il sottoscritto a Torino), visto che le pre-produzioni hanno da subito messo tutti d'accordo il lavoro è stato decisamente più facile e veloce.

Siete tutti parte (o siete stati) di band alternative: If I Die Today, Startoday e Screaming Eyes. Bene, diteci cosa c’è di ognuna di queste band in 'The passengers'. Di sicuro la passione, poi nello specifico mi piace immaginare gli In-Divide come un mix del groove degli If I Die Today, dei ritmi, dell'aggressività e della rabbia degli Startoday, il tutto con l'impatto degli Screaming Eyes. Non sembra male, no?!

'The passengers' è un disco hardcore new school con forti richiami al passato. Musicalmente come è nato questo disco? Chi si è occupato del songwriting e come sono state sviluppate le lavorazioni del disco? Tutti noi volevamo fare un disco punk-hardcore, lasciando però le porte aperte alle influenze individuali, per questo ognuno si è occupato della sua parte (Beppe e il sottoscritto della creazione di riff, Fra delle ritmiche e della batteria ed Egidio delle linee vocali), lavorando il più liberamente possibile e dal momento che gli intenti erano comuni, la creazione del disco è stata molto molto lineare, il rispetto artistico tra di noi ha permesso di lavorare in piena fiducia e letteralmente senza manco una discussione. Quando scrivi un disco a distanza come abbiamo fatto noi la cosa principale è avere fiducia reciproca e ammirare il lavoro degli altri, per lo meno per noi così ha funzionato.

Come ogni disco del genere anche il fattore testi vuole la sua parte. Chi si è occupato dei testi e con quale mood? Da quel che ho potuto vedere trattasi di testi impegnati, per certi versi di denuncia, sulla linea di quelli proposti dai Startoday, siete d’accordo? Quello che dici è verissimo, ognuno ha fatto la parte che meglio ha interpretato nelle esperienze passate. Personalmente, sebbene negli Screaming Eyes fossi abituato a scrivere anche i testi, negli In-Divide ho preferito che fosse Egidio a occuparsene dal momento che mi sono da subito piaciute molto le sue idee e il modo diretto e semplice di trasmetterle. Questo ovviamente ha creato una forte continuità con le tematiche degli Startoday.

Come ogni produzione punk-hardcore il disco dà tutto nel giro di una ventina di minuti. Una scelta voluta per evitare di avvicinarvi troppo al sound metallico in voga nella scena alternative odierna o che altro? Il genere preferito di ognuno di noi è decisamente il punk-hardcore e le tracce dirette e l'approccio tipo “sfuriata” credo che siano il prodotto dei nostri gusti, per il debut album abbiamo deciso in maniera cosciente di non ragionare troppo e di sputare fuori i pezzi in modo grezzo, su queste basi possiamo costruire tanto in futuro.

Il vostro è uno stile che potrebbe dare grosse soddisfazioni in paesi come Germania e Benelux. Essere italiani vi va stretto in queste situazioni? Noi iniziamo da qui, siamo italiani e se ci dimostreremo una band valida la Germania resterà sempre a cinque ore scarse di furgone. Intendo dire che siamo noi gli artefici del nostro destino e conviene occuparsi di ciò che si può controllare, la qualità della musica dipende da noi, dove siamo nati no. Infine in Italia l'interesse per l'hardcore è sempre vivo, magari non godrà dei picchi di notorietà dovuti alle mode ma alla fine le persone che ci credono ci sono, e quel tipo di persona alla fine è sempre sotto al palco, anche quando le mode cambiano...

Parliamo di live music. Quando vi vedremo all’opera dal vivo? Siete già riusciti a esibirvi dal vivo?! L'aspetto live per tutti noi è la cosa più importante, il vero obiettivo della band. A inizio gennaio ci siamo divertiti molto suonando a Torino al Caffè del Progresso e allo Spazio Targa di Genova, stiamo lavorando sulla programmazione del 2015 e credo di poter dire che a partire da marzo/aprile saremo in giro.

Fusini si è occupato della produzione. Che idea si è fatto di voi e come è stato lavorare con quello che in molti definiscono un “guru” delle produzioni alternative? Sia Beppe che io avevamo già lavorato molto con Andrea e la fiducia che abbiamo in lui ci ha portato ad affidare al suo mixer la produzione. Lui è stato ottimo nel dare una continuità all'album e a creare un filo logico partendo dalle pre-produzioni che, come già detto, avevamo scritto con moltissima libertà. Andrea è stato bravissimo a capire quando queste libertà erano esagerate e a limarle mantenendo viva l'anima dei pezzi.

Come descrivereste gli In-Divide e 'The passengers' a una persona che non ha mai sentito parlare di voi? Un album diretto, aggressivo e veloce, il quale però, se ascoltato bene, dimostra una buona maturità.

Fate parte di una scena – quella alternative italiana – che vede centinaia di band al suo interno e una unione d’intenti che sembra mancare spesso e volentieri. Come vivete questa cosa sulla vostra pelle? Noi per ragioni più di background che anagrafiche ci riteniamo molto vecchia scuola come approccio e atteggiamento, facciamo di tutto per dare del nostro meglio e aiutare chiunque a prescindere dal genere. La mancanza di unione di intenti e gli screzi tra band di cui parli tu sono per la maggior parte presenti sui Social Network, guidati in maggior parte da gente che poi tanto nei locali non si vede. Onestamente non me ne frega niente, se qualcuno vuole dirci qualcosa basta che usi Facebook per vedere dove e quando suoniamo e ci venga.

Consigliateci cinque band italiane da seguire! Eviterò i nomi più altisonanti di proposito, nell'hardcore mi piacciono molto i Damn City di Bologna e sono rimasto a bocca aperta ascoltando i Lifers aprire i Madball lo scorso novembre. Esulando un po' dal genere qua a Torino abbiamo una delle realtà più interessanti della musica alternativa che sono i Be The Wolf, infine cito gli Horses Are Terrible People e sono curioso di sentire i Weak And Betrayed del nostro amico Andrea Fusini con il nuovo cantante.

Tempo di giudizi: il miglior e peggior disco del 2014? In un anno in cui Rancid, Madball, Sick Of It All e Comeback Kid (senza citare Architects ed Everytime I Die per rimanere strettamente nel genere) fanno uscire un disco, non riesco proprio a dire quale sia il migliore, il peggiore non saprei, sicuramente non 'The Passengers'.

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