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CRIMINAL

Dopo la recente recensione di 'White Hell' (clicca qui), ci siamo messi in contatto con uno dei fondatori dei Criminal, il cantante e chitarrista Anton Reisenegger, per scambiare qualche impressione sull'ultimo disco e per cercare di capire come può una band cilena riscuotere un certo successo anche nel Vecchio Continente... Ciao, benvenuto su Hardsounds.it Ciao, grazie. Nonostante tutti questi anni di attività i Criminal non sono ancora noti abbastanza qui in Italia. Vi va di presentarvi ai nostri nostri lettori? Sicuro. La band esiste da ben 17 anni. Abbiamo mosso i primi passi in Cile, poi io e mio fratello Rodrigo ci trasferimmo in Inghilterra nel 2001 e completammo la line-up con membri di nazionalità inglese. Penso che con un disco consistente come 'White Hell' il vostro nome circolerà più spesso dalle nostre parti. Cosa vi aspettate da questa nuova release? Non saprei, onestamente. Alla gente sembra piacere il disco, ma non credo questo sia sufficiente a farti affermare. Mi auguro che la label promuova bene il lavoro, poi noi sicuramente andremo in tour e faremo il resto. In merito ai contenuti, ho notato diverse ispirazioni, comunque ben reinterpretate ed esposte con uncerto equilibrio. Qual è l’elemento che dona ai Criminal la loro originalità? Non saprei. Forse il modo in cui scriviamo i pezzi. Sicuramente ci sentirai delle influenze, ma alla fine questo è il nostro stile. Generalmente, componiamo quello che a noi piacerebbe ascoltare, così da chi ci ispira prendiamo solo alcuni elementi. Che cosa sigfnifica in concreto 'White Hell'? Non c’è alcun significa particolare dietro al titolo. Lo si può riassumere come un posto freddo e desolato, opposto al calore dell’inferno come lo intendiamo abitualmente. Cosa mi dite riguardo ai testi? Parlate di un tema ricorrente, oppure di diversi? Scrivo di diverse cose nei miei testi. Non ho una visione ottimistica dell’umanità. Alcune volte le liriche parlano di eventi che accadono nel mondo, in altre riguardano pensieri e sentimenti personali, poesie “dark” se così vogliamo chiamarle. So che avete suonato già in Europa, ma mai in Italia se non sbaglio. Qualche possibilità di vedervi da queste parti? Mica dobbiamo attendere l’uscita di un vostro DVD per vedervi suonare dal vivo? Beh, onestamente, a noi piacerebbe suonare ovunque. Ma è tutta una questione di business. Dovremmo avere i giusti contatti ed il supporto economico appropriato, ma è dura trovare qualcuno che ti finanzi il tour. Ma ci stiamo provando lo stesso e qualche data è gia fissata. Speriamo di avere una anche in Italia…ho sentto dire che le donne italiane sono davvero “calde”(ride). Cosa ci potete dire della scena metal cilena e più in generale di quella sudamericana? Perchè da noi credo arrivi veramente poco rispetto a quanto viene realizzato... Oh, la scena è assai florida da quelle parti, ma sembra assia dura per le band sudamericane ricevere la giusta attenzione. Soprattutto di questi tempi in cui molte band note americane ed europee fanno tour anche in quei posti. C’è un folto numero di appassionati, e c’è da dire anche che non sono organizzati come negli altri paesi. Ritornando a 'White Hell', come mai avete impiegato ben quattro anni per dare un successore a 'Sicario', il disco precedente? Quindi, come nasce e come si sviluppa questo vostro sesto disco? Abbiamo avuto diversi cambiamenti nelle nostre vite a livello personale è questo ha comportato un certo ritardo nel processo di realizzazione del disco. Inoltre, abbiamo cambiato etichetta. Sulla composizione del disco posso dire che che non è cambiato molto da come componiamo solitamente. Io e Rod lavoriamo sui brani, poi ci concentriamo sugli arrangiamenti. Dan, il nostro nuovo bassista, ha contribuito alla scrittura di un paio di brani. State avendo un buon responso? Siete soddisfatti di come la critica stia valutando 'White Hell'? Si, assolutamente. A quanto pare alla stampa piace molto l’album, è questo è un aspetto assi positivo. Quello che spero e che questo si trasformi anche in vendita del cd in modo da darci la possibilità di continuare a fare musica. Una domanda riguardo al futuro: da qui a 50 anni, come vorresti essere ricordato? Sul piano personale come una persona che ha avuto una positiva influenza sulle persone che ho conosciuto. Su quello artistico, invece, spero di lasciare diverse canzoni tali da essere ricordate. Una domanda riguardo al passato: quale scelta passata non faresti oggi di nuovo? Eh, la lista è lunga, dura elencarla tutta. Certo che se potesi tornare indietro cambiere diverse cose. Bene, è tutto. E’ stato un piacere. Se hai altro da dire, fallo pure e concludi questa intervista come megli credi. Vorrei solo aggiungere: ragazzi, date un’occhiata al nostro nuovo disco. Siamo fottutamente orgogliosi di come suona, e penso sia davvero un disco onesto. Contiene tutto quanto ci piace ascoltare generalemte dal metal. Perfetto. Alla prossima, allora, magari in tour… Graze mille per l’interivsta. Spero di vederti tutti in tour qualche volta.

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