DARE: Sacred Ground
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11/08/2016Un nuovo disco dei Dare, soprattutto a distanza di ben sette anni da 'Arc Of The Dawn', merita sempre tutta l'attenzione possibile in quanto una delle poche realtà del panorama melodic rock/AOR ad avere un tratto stilistico distintivo, e questo al di là della bontà o meno dei lavori pubblicati. Chiariamo subito che 'Sacred Ground' rappresenta un passo in avanti sul piano della qualità rispetto al precedente disco di cui sopra, composto da brani come al solito eleganti, e da quell'atmosfera romantico/malinconica dalla sfumatura celtica che rappresenta il vero marchio di fabbrica di Darren Wharton. Quindi, come prevedibile, da un punto di vista stilistico non si registrano cambiamenti di sorta. Questo nonostante il rientro in formazione di Vinny Burns, il quale non sposta di una virgola il contenuto e la sostanza di 'Sacred Ground', album che parte alla grande con un primo lotto di brani davvero convincente - seppur non eccelso - per poi calare con una sequenza di canzoni al di sotto degli standard, "Until" esclusa che rappresenta un ponte ben solido e convincente con il passato più illustre. In pratica, fino a "Days Of Summer" i Dare riprendono a fare bene il loro mestiere, e spingono in fondo il pedale delle emozioni, mentre dal brano successivo in poi il disco si assesta più o meno sulla stessa qualità di 'Arc Of The Dawn', forse un gradino sopra, quando l'ispirazione perde qualche colpo e non basta l'intensità espressiva di Wharton a far riprendere del tutto quota al lavoro. Nel complesso 'Sacred Ground' mostra una band tornata su livelli medio-alti che, seppur non raggiungono le vette toccate da disconi quali 'Out Of The Silence', 'Calm Before The Storm' e 'Belief', lasciano intedere che il buon Wharton non ha perso la vena creativa di un tempo. Resta solo da capire quanti altri anni dovremo attendere prima di ascoltare un nuovo lavoro dei Dare. Intanto ci lasciamo trasportare lontano da brani come "I'll Hear You Pray"...
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