BARONESS
Al secondo lavoro dopo l'ottimo esordio - "Red Album" - i Baroness giocano la carta della melodia e ripescano nel classico. Il risultato non è proprio dei migliori, ma sentiamo cosa ci dice Summer Welch a proposito di questa nuova uscita. Ciao. Sono passati due anni dal vostro esordio. Si passa dal "Red" al "Blue" record. Molti si staranno chiedendo quale potrebbe essere il legame tra i due titoli. Immagino la domanda sia frequente, ma credo anche siate consapevoli di instillare curiosità... Non vorrei apparire arrogante, ma siamo reticenti sull'argomento. Non vogliamo divulgare il significato. Poi è più stimolante pensare che ognuno potrebbe trovarci un significato sia nei titoli, sia negli artwork. Passando subito ai contenuti direi che rispetto al primo disco oggi siete più diretti, ciononostante "Blue Record" sia un lavoro che si propone sotto diverse sfaccettature. E' nato tutto così. Il disco suona così come è venuto fuori durante le composizioni. Un processo naturale oserei dire. Non facciamo altro che convertire i nostri sentimenti in musica. Quindi, a volte risultiamo "brutali", a volte più rilassati. L'ispirazione è chiara. Anni '60 e '70, e diverse sono le band che vi aiutano a forgiare lo stile, da quelle più lontane a quelle più moderne. Quanto c'entra tutto questo con l'etichetta che spesso vi appiccicano addosso in quanto a band sludge/post metal? Mi sento in difficoltà quando devo catalogare la musica. Quello che suoniamo è semplicemente musica grezza, dura, per orecchie affamati. La musica che a noi sembra sia quella giusta. "Blue Record" gode di molte linee melodiche di chitarra. In alcuni momenti mi avete ricordato addirittura i Thin Lizzy. Ho per caso ascoltato il disco sbagliato? Amiamo il classic rock. Siamo influenzati anche da altro. Credo sia naturale paragonare sempre la musica odierna a quella del passato. Il nostro obiettivo, comunque, è quello di non misurarci continuamente con uno stile ben specifico, ma convogliare tutte le influenze che figurano nei nostri ascolti abituali. Le liriche. Di cosa trattano? Ma soprattutto: quanto sono importanti per un brano? I testi sono importanti. Quando ascolto una canzone provo sempre ad interpretarne il testo. E' interessante perché tu stai interpretando quel pensiero dal tuo punto di vista, quando chi l'ha scritto magari aveva tutt'altro in mente. Ciò di cui parliamo è molto importante per noi, ma, ovviamente, possono essere interpretati in modo diverso e dare loro significati diversi a cominciare da noi che li scriviamo, a te che li leggi(niente, non svelerebbe niente manco sotto tortura. n.d.r.) Probabilmente, ogni musicista cambierebbe qualcosa quando il disco finisce sugli scaffali dei negozi. Voi, invece? In tutta onestà non cambierei niente in merito a questo disco. Stili e band a parte, cosa influenza sul piano strettamente personale la vostra musica? Tutto quanto concerne le nostre personali esistenze influisce sulla nostra musica. Quella presente, ma anche quella passata. Ok. Un'altra domanda che mai nessuno vi ha posto: perché Baroness? Purtroppo per te dovrai accontentarti della risposta che di solito non diamo per motivi personali. E che, ovviamente, non fornirò neanche adesso('stardo! n.d.r.) Come sono i vostri live-show? Ci concentriamo molto sulla musica. Diamo pochissimo spazio all'aspetto scenico. Probabilmente, non abbiamo ancora raggiunto il punto in cui potremmo presentare uno spettacolo anche visuale, ma credo che non passerà molto tempo prima di riuscire a proporre un live-set più completo. Come tutti dopo l'uscita del nuovo lavoro immagino partirete in tour. Come sarà strutturato? Presto saremo in tour qui negli States. Poi saremo in Australia e Nuova Zelanda per alcune date. Per quanto mi riguarda, la dimensione ideale è sia quella del club, sia quella dei festival. Bene. In chiusura: quanto è noioso essere intervistati? Dipende dalle domande. Se sono complesse diventa arduo rispondere. Mentre se sono perspicaci, allora diventa un piacere concedersi alle interivste.
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