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BRANDON ASHLEY

Dal parto della mente perversa di Brandon Ashley nasce un nuovo progetto fatto di suoni elettro-industrial, depravazione e decadentismo. Ho incontrato il rocker torinese per saperne di più del progetto dal nome autocelebrativo di Brandon Ashley & the Silverbugs e per scoprire il lato più oscuro della sua personalità.


Ciao Brandon, dopo un periodo di latitanza sei rinato con un progetto a dir poco particolare. Com'è nata l'idea e da cosa sei stato ispirato?
L’idea è nata in un periodo molto particolare e direi difficile della mia vita, cioè maggio del 2004.
In quel periodo stavo uscendo da una relazione sentimentale disastrosa dovuta alla mia scarsa predisposizione alla fedeltà di coppia e la mia passione per le droghe pesanti che si stava trasformando in una vera e propria dipendenza; a complicare il tutto risentivo ancora molto della scomparsa di mio padre che ancora adesso non so se sia vivo o morto: non avere una lapide su cui piangere è una delle cose più insopportabili e indubbiamente non essere certi di una cosa così importante mi ha creato e mi crea ancora oggi parecchie angosce. La cosa che mi venne più spontanea fu ingerire questo cocktail allucinante e trasformarlo in una musica che riflettesse me stesso in quel momento della mia vita...diciamo una sorta di passaggio da crisalide a insetto: la musica fu il mio tramite.


Brandon Ashley & the Silverbugs come Ziggy Stardust & the Spiders from Mars?

Sì...qualcosa del genere; più che altro sono stato molto ispirato da Velvet Goldmine, che alla fine è una reinterpretazione di Ziggy Stardust. Sono sempre stato affscinato da una sorta di “teatro nella musica”; ecco, io ho una visione della musica, e quindi della sua rappresentazione scenica, che si avvicina molto a quella descritta da Nietzsche ai tempi degli antichi Greci, la vivo come un culto sacro, come ad esempio un rito Voodoo. Il mio più grande sogno sarebbe comporre un musical, perfetto esempio su come musica e teatro si fondano assieme in una perfetta simbiosi reciproca. Anche il cinema se usato come si deve è un grande canale espressivo. Come hai scelto i tuoi compagni di avventura?
Finita la musica andava trovato chi la eseguisse nel modo giusto; la mia più grossa difficoltà fu cercare di trovare dei musicisti che si fondessero insieme alla perfezione pur essendo personalità carismatiche differenti. Non era facile trovare degli individui che sarebbero entrati a far parte di un’unità molto particolare, e cioè “The Silverbugs”, le incarnazioni delle mie paure e delle mie angosce più profonde, delle mie dipendenze e del nemico più grande che abbia mai avuto: me stesso.


Parliamo di songwriting: che argomenti vengono trattatati?
Voodoo, porno, magia, incubi, droghe pesanti, morte e amore, tutte tematiche che hanno influenzato o influenzano la mia vita. La produzione dei testi è interamente ad opera mia; a volte tratto gli argomenti in modo più intimista, in altri racconto determinati avvenimenti che mi hanno segnato o colpito: non ricerco una continuità in quello che dico nei testi, ma mi preoccupo del loro valore estetico, allo stesso modo di come una donna deve essere valutata per la sua bellezza e non per quello che dice, perchè ciò che dice è espressione della sua bellezza.

Quanto è importante la droga nella produzione di idee per i Silverbugs?
E’ fondamentale...la musica è uno stato di alterazione della coscienza e non ci si può approcciare ad essa se non in uno stato alterato di se stessi, sarebbe come andare a un gay-pride e dimenticarsi i...condom.
La parola “droga” è ormai stereotipata e la maggior parte della gente è sepolta sotto un quintale di demagogia quando ne parla. Per me è droga “every magic that can get me high”, quindi una certa quantità di cose che non per forza sono rappresentate sempre dagli stupefacenti comuni...sesso, opere d’arte, amore, sofferenza e la musica stessa sono droghe di cui tutte le persone si nutrono e di cui sono più o meno dipendenti, con l’unica differenza che per la nostra società sono legali: ad esempio c’è gente che vive determinate esperienze sentimentali in un modo così distorto e morboso da farsi schiacciare da esse in una misura ancora più terrificante delle cosiddette droghe comuni.

Prova a descrivere uno show dei Silverbugs a chi non ne ha mai visto uno...
Non saprei...forse il modo giusto sarebbe assistervi, perchè probabilmente io sul palco lo vivo in un modo diverso dagli spettatori e quindi ciò che direi non rispecchierebbe il pensiero della gente.

A proposito di esibizioni live, avete alzato un gran bel polverone quest'estate a Putignano, mi racconti la vostra versione dei fatti?
L’organizzazione, direi pessima, ci ha contattato poco prima dell’estate proponendoci tre date che poi sono diventate due. Direi che l’unica cosa positiva è stata la reazione del pubblico durante il concerto che, contrariamente a quanto scritto nell’articolo, ha reagito molto bene.
Si sa che al sud la gente è un po’ indietro rispetto a ciò che normalmente viene proposto dalle nostre parti, quindi forse dovevano chiamare qualcuno che proponesse un altro tipo di spettacolo: io sono contento per la gente che ci ha visto e che ci accolto nel migliore dei modi...senza conoscere i nostri brani al secondo ritornello attaccavano a cantarli con me. Tra l’altro il primo concerto era organizzato in una piazza enorme con un palco da 12 per 10 quindi è normale che, a meno che non ci fossero state 5000 persone, l’affluenza di pubblico risultasse inferiore e quello che l’organizzazione si aspettava.

Per la cronaca la versione ufficiale e la seguente: http://www.putignanonelmondo.it/community/homenew.php?sid=42, nella quale vi accusano di satanismo. Come vedi il satanismo in questo periodo di caccia alle streghe e soprattutto come rispondi a tali accuse?
Non saprei, io non sono satanista, ma se alla gente fa piacere pensarlo io non ho problemi...è ormai da molto tempo che un sacco di gente dice molte stronzate sul mio conto senza lesinare commenti offensivi e pesanti; diciamo che quando vengo nominato io da qualche parte subito scattano polemiche e diatribe che sinceramente mi sembrano molto divertenti e non fanno altro che far girare il mio nome e quello della mia band in un modo totalmente gratuito, quindi lo trovo un fenomeno positivo.

Noto che l'immagine è molto importante nei vostri show: chi è che se ne occupa?
E’ stata scelta una direzione iniziale della band a livello di look che mi soddisfa molto e che rappresenta un lavoro collettivo che in futuro sicuramente si modificherà per far posto a nuove trovate sceniche che per adesso non anticipo. Stiamo lavorando con uno scenografo molto importante a livello italiano e sono in corso numerosi lavori per ampliare la scenografia. A novembre registreremo il nostro primo videoclip che sarà prodotto da Flegias dei Necrodeath e sarà trasmesso da varie emittenti nazionali ed estere.

Rocker tutto lustrini e make up, frontman di un tributo ai Guns, edonista affascinato dalla figura di Jim Morrison, onirico personaggio al limite tra la reale ed immaginaria, passi da un progetto all'altro reinventandoti: ma qual è la vera identità di Brandon Ashley?
Sono un musicista e un compositore, e scrivo la musica che sento e che meglio rappresenta il periodo della mia vita: ora è il momento dei Silverbugs e penso che durerà per molto tempo...la cosa fondamentale è non fermarsi mai davanti a uno schema fisso ma avere il coraggio di mettersi in discussione senza preoccuparsi dei giudizi altrui.

Cosa significa per te "vivere la propria vita come un'opera d'arte?"
Vuol dire vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo senza farsi illusioni di averne un altro a disposizione per fare qualcosa che hai sempre voluto fare ma che non hai mai avuto il coraggio di fare...penso che sia il modo migliore per non avere rimpianti.

Come sarà Brandon Ashley fra dieci anni? Hai progetti specifici per il futuro?
Mi sto dedicando completamente ai “Brandon Ashley & The Silverbugs” 24 ore al giorno e vivo insieme alla donna che ho sempre sognato; fra due settimane uscirà il primo ep e per la fine dell’autunno il disco sarà pronto e ci occuperemo di trovare un’etichetta. Sono felice e sto facendo ciò che mi viene meglio. Non so dove e come sarò fra dieci anni, e sinceramente nemmeno se ci sarò...ma non mi interessa perchè mi basta il presente.

Che mi dici della partecipazione di Liv nel vostro prossimo show al Babylonia?
Liv è una ballerina molto esperta e mi sembrava un’idea fica proporla durante i nostri spettacoli, cosa che penso si ripeterà al Thunder Road il 16 settembre. E’ bello lavorare insieme alla persona che ti sta vicino.

Un'ultima domanda: che mi dici dei Black Gin Angels e dei Bloody Roses?
I BGA per il momento sono fermi perchè sono troppo occupato con i Silverbugs e a essere sincero non so quanto sia ancora interessato al progetto...vedrò in futuro. I Bloody Roses sono stati una bella esperienza ma non era nei miei interessi che continuasse ancora per molto visto che avevo i Silverbugs a cui pensare; comunque sono rimasto in ottimi rapporti con tutti e ogni tanto ci si vede in giro per i locali o a qualche concerto.

Questo è il tuo spazio, manda un messaggio ai lettori di Hardsounds.
Spero di vedervi in tanti ai nostri concerti, questo è un progetto nuovo e una musica nuova che sono sicuro che potrà piacere a gente che ascolta molti generi differenti, e ricordatevi che un concerto senza spettatori è un concerto fallito perché siete voi a dare l’energia a chi sta sul palco. Senza la gente non esiste la musica e voi siete la nostra droga.

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