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SOURVEIN: Aquatic Occult

data

14/04/2016
62


Genere: Sludge Metal, Doom Metal
Etichetta: Metal Blade Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2016

La band americana dei Sourvein, in vent’anni circa di carriera, ha avuto tra le sue file diversi musicisti che hanno ruotato tutti attorno alla figura di T-Roy (ex Buzzov*en). Quest’anno danno alle stampe ‘Aquatic Occult’, quarto album della band pubblicato per Metal Blade, che si ispira alla leggenda di Poseidone, dio delle dimensioni marine. La voce di T-Roy risulta altamente acida, e in più calata nei contesti acquatici ed ovattati dell’album. Delle volte si sente proprio la sua voce come immersa in cisternoni che prodigano acqua all’infinito. ‘Aquatic Occult’ è un onesto doom venato di sludge, che cerca di prendere spunto soprattutto da band quali Bongzilla, Weedeater e Buzzov*en, ma non risultando altrettanto impattanti come loro. La durata dei brani è molto corta rispetto alla tipicità del genere, nella quale si predilige invece un racconto più prolisso in fatto di minutaggio. E questo in buona parte incide sulla volontà di creare atmosfera densa nell’album, che è abbastanza pesante, ma non tale da raggiungere le vette sperate. È come se si avesse la tendenza a concludere in fretta i brani, senza apparente giustificazione, e lasciando interdetto l’ascoltatore che magari si aspetta maggiori spunti in più. Sfogliando attentamente l’album si intravvedono degli spunti di interesse, ma faticano molto ad amalgamarsi in maniera ideale, con la conseguenza di non trovare efficacia a livello complessivo. Sarebbe stato più opportuno ridurre il numero dei brani, lavorare su quelli che possono promettere bene in fatto di potenziale intensità (come “Capsized”, “High Tide” e “Coral Bones”) ed integrarli di ulteriore materiale aumentando quindi il minutaggio. Questo materiale può essere ad esempio arpeggi di chitarra più sulfurei, passaggi ritmici di batteria più intensi, linee vocali più penetranti. Ma perché accada tutto ciò, bisogna prioritariamente creare stabilità di formazione nella band, e non continuare a lasciare pezzi per strada dopo ogni tot di tempo, altrimenti si rischia, come negli album precedenti, di re-iniziare ogni volta daccapo. Nonostante l’importante sponsorizzazione da parte di Randy Blythe, leader dei Lamb Of God, che ha collaborato al brano “Ocypuss”,  edoltre a Mike Dean e Reed Mullin dei Corrosion Of Conformity (la cui batteria prende parte a molti brani dell’album) quest’album è fatto di idee quanto basta, tanto fumo e poco arrosto. Ed è un arrosto che da altre parti si sente già, solo che è intriso di sapori e di profumi più stuzzicanti ed intensi rispetto a quelli dei Sourvein. È un fiore sì pieno di petali, ma che si rivelano deboli appena incontra il vento che, a mano a mano, se li porta via lasciando ben poco alla realtà dei fatti. Se si riuscisse a mantenere la stabilità, forse questa potrebbe tramutarsi in fondamenta che tengano più saldi questi petali, e donando maggiore qualità all’intero fiore. Ma se questa stenta ancora a formarsi, c’è il rischio forte, se non addirittura allarmante, che non veda mai la luce, dato anche il molto tempo lasciato alle spalle.

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