VOIVOD
Da tempo attendevamo un evento del genere, tanto old school, quanto fresco ed imprevedibile, i Voivod! La band canadese torna in Italia per la sesta data del loro tour europeo e lo fa nel contesto di "Rock in Park", la manifestazione giunta alla quarta edizione e che si tiene nel piccolo, ma accogliente Legend Club, locale posto nel nord di Milano. Arriviamo alle 21 e veniamo a sapere che i guest segnalati in locandina hanno dato forfait ed allora, insieme a poco più di cinquanta metalheads, attendiamo le 22,30 quando salgono sul palco gli autori dell'ottimo 'Target Earth'.
L'inizio è affidato a "Kluskap O'Kom" e già si capisce che stasera i quattro vogliono farci del male. Il pezzo, già veloce, viene ulteriormente accelerato e tutti i musicisti si dannano in un headbanging sfrenato - compreso Away! - mentre Snake, leggermente appesantito, sfoggia smorfie degne del miglior Joker e grinta da tutti i pori. Segue "Tribal Convictions" da 'Dimension Hatröss', e da questo si capisce che stasera ci sarà un vero e proprio best of dei primi album - si arriverà fino ad 'Angel Rat' - e non ci sarà traccia nè del periodo con Eric Forrest, nè di quello con Jason Newsted. Quindi Snake saluta il pubblico ed inizia ad introdurre dapprima il nuovo Rocky, e dal pubblico parte il coro che ripropone la colonna sonora del film di Stallone, con la band che apprezza, ridendo, poi prospetta un "return to the roots" e così parte una violentissima "Ripping Headaches" dal secondogenito 'Rrröööaaarrr' che una volta finita ci lascia tutti atterriti.
Ma ecco il primo estratto da 'Nothingface' - a parere di chi scrive il capolavoro assoluto della band di Jonquière - l'opening track "The Unknown Knows", molto più veloce dell'originale e cantata assieme a tutto il pubblico che ora si attesta intorno alle duecento anime, riempiendo il piccolo locale. Seguono "Chaosmongers", assolutamente devastante quanto geniale e l'unico brano estratto dall'altrettanto geniale 'Angel Rat', ovvero "The Prow" introdotta da Snake così: "It's time to dance, so...The Prow!" e via ad uno show dello storico singer con l'ottimo Chewy, improvvisando un'improbabile balletto! Si ritorna a girare a mille con "Order Of The Black Guard", prima saetta dal fondamentale 'Killing Technology' per poi tornare all'ultimo nato 'Target Earth' con l'intricata "Mechanical Mind", quindi "Psychic Vacuum" e "Forgotten In Space" ci riportano indietro e se il resto della band viaggia a pieni giri, soprattutto l'indiavolato Chewy, Snake comincia a mostrare un po' la corda, ma la cosa è del tutto fisiologica, viste le cinquanta primavere che il prossimo 9 Agosto il riccioluto frontman compirà.
Il suono è ottimo, nonostante il volume "leggermente" alto e l'acustica del locale acuisce questa sensazione, non si scade mai nella cacofonia, neanche nei momenti più caotici e così si apprezza meglio la straniante "Inner Combustion", introdotta da Snake come un pezzo da 'Dimension Hatröss' con Chewy che lo guarda strano e urla "no, no, no!!!" così il cantante va a guardare la scaletta tra la pedaliera del lungocrinito axeman e si corregge tra l'ilarità di tutti noi presenti: "Sorry...from 'Nothingface'..." e giù risate, quindi altro tuffo nello spartiacque 'Killing Technology' con la spaventosa 'Overreaction' dove si è raggiunto il punto di intensità più alto di tutto lo show ed Away ha fornito una prova devastante, riempiendo il pezzo in maniera impressionante.
Arriva quindi il momento di "We Are Connected", presentato da Snake come un pezzo nuovo: "Are you ready for something new?", accolto abbastanza bene anche dalla stragrande maggioranza del pubblico che, probabilmente, non lo conosceva anche se il brano è già noto per essere uscito sullo split con gli At The Gates lo scorso marzo. Qui la band si prende un attimo di pausa, esce salutando per ritornare dopo neanche cinque minuti e far esplodere la tremenda "Voivod" dal debutto - era il 1984! - 'War And Pain', accelerata almeno del doppio e scaraventata addosso a tutti noi con una carica tale da far impallidire tutti, ma proprio tutti i "fenomeni" gggiovani, la chiusura è affidata alla psichedelia imperante della cover dei Pink Floyd "Astronomy Domine" - era ancora 'Nothingface' - dedicata da Snake allo scomparso chitarrista originale Piggy, cantata assieme a tutto il pubblico che oramai la riconosce come un pezzo talmente ben riarrangiato dai Voivod, da sembrare loro - non ce ne vogliano i Floyd.
Quindi la band, dopo un'ora e mezza di intensissimo show, saluta tutti ripetutamente, tutti si sporgono dal piccolo palco per dare dei "cinque" al pubblico e poi, dopo aver ringraziato e salutato con il consueto abbraccio collettivo, spariscono nel backstage, salvo fuoriuscire per lasciarsi fotografare ed il più presente è, come prima dell'inizio dello show, il simpaticissimo Chewy, un mostro di bravura e di disponibilità. Grande concerto, gruppo favoloso, una di quelle sere in cui vorresti che il tempo non passasse mai...grazie di esistere, Voivod!
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