SATYRICON
Da quando i Satyricon hanno ridotto la loro presenza in tour, ogni qualvolta c'è l'occasione di vederli dal vivo è bene non perderseli. Questo nuovo tour prometteva infatti un format un po' diverso, con jam session e brani mai suonati prima, cosa che rendeva ancora più ghiotta l'apparizione del duo norvegese, in piena promozione del nuovo album/dvd 'Live At The Opera', insieme al coro operistico di Oslo. Il primo supporto di Satyr e Frost è rappresentato dagli OSLO FAENSKAP, che se da un lato hanno lasciato fredda la platea, dall'altro dimostra la voglia di osare dei nostri anche sul fronte band di supporto. Il quintetto nordico è infatti privo di release, e soprattutto suona un genere molto diverso da quello che ci si aspetterebbe da un tour dei Satyricon; con un frontman sosia di Mr.T, gli Oslo Faenskap propongono un modern metal di stampo americano (vicinissimo ai God Forbid, e non solo perchè il cantante è di colore) groovy e melodico; peccato non poter dare nomi ai pezzi, tranne all'unico singolo uscito "No Skin No Armor". Personalmente li ho apprezzati molto, anche e soprattutto perchè fuori contesto. Speriamo di sentirne parlare presto.
Ancora Norvegia, stavolta in territori più familiari ai fan dei Satyricon con i VREDEHAMMER, che riscuotono successo forti del loro black/death melodico e moderno; il quartetto ce la mette tutta, si vede, e il materiale proposto è comunque di qualità, echeggiando di volta in volta prima il metal più classico, poi il death più moderno e il black metal melodico dei Dissection. Il frontman Per incita l'audience a brindare di continuo, e il set dei Vredehammer trascorre veloce e piacevole.
Le ultime fatiche dei SATYRICON hanno lasciato molti fan con l'amaro in bocca, e gli stessi sperano di ritrovare la loro band preferita almeno dal vivo. I presupposti per una serata di grandi classici c'erano tutti, ma sono stati purtroppo parzialmente offuscati da una setlist sbilanciata quasi tutta sulle ultime produzioni. Se dal punto di vista esecutivo infatti non si può recriminare nulla alla band, soprattutto a Frost, è innegabile che la lunga scaletta abbia pescato quasi solo da 'Now, Diabolical', 'The Age Of Nero' e 'Satyricon'. Problema arginato da una band appunto in stato di grazia, con Satyr che più che un frontman sembra un generale, incitando la folla con carisma. I brani non hanno comunque fatto prigionieri; "Filthgrinder", "Die By My Hand", "The Dawn Of A New Age", l'ovvia "Mother North" (con Satyr che ricorda subito come l'usanza di cantare la melodia sia proprio partita dall'Italia), "Fule For Hatred" e l'ormai celebre "K.I.N.G." a conclusione sono state tutte pallottole che hanno ferito; c'è stato spazio anche per una breve jam psichedelica, suonata dai Satyricon in raccoglimento, come se fossero nella loro sala prove. Un intermezzo piacevole e anomalo, che ha spezzato il concerto in modo intelligente. Ne è valsa la pena.
Commenti