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REZOPHONIC

Rezophonic, il progetto di Mario Riso destinato a ‘offrire da bere a chi ha veramente sete’ ovvero portare pozzi d’acqua nelle regioni più remote dell’Africa, che sembrava destinato a rimanere sulla carta per via delle decine di artisti coinvolti, è riuscito a sbarcare sui palchi italiani. La data al New Age è stata solo una delle tante tappe che la band di Mario Riso, accompagnata di volta in volta solo da alcuni dei prestigiosi ospiti partecipanti al disco, effettuerà a scopo benefico. Prima di parlare della portata principale, è bene riferire degli ORFEN, quartetto romano cui è stato affidato l’onore di aprire la serata. I quattro capitolini si sono rivelati una band di rock moderno abbastanza nella norma, e i pochi pezzi proposti hanno scatenato solo il doveroso applauso di cortesia. Una mezz’ora trascorsa tra l’indifferenza generale insomma. Ero molto curioso, e certamente non ero l’unico, di vedere come si sarebbe svolto il concerto della band di REZOPHONIC. Un disco come quello uscito poco tempo fa non è certo sufficiente a coprire una serata del genere, e come da copione Riso e compagni (una band di prim’ordine) hanno sfruttato a dovere la gente che li circondava, giocando con cover e facendo assomigliare la loro performance più ad una festa che ad un concerto, con musicisti che ruotano fra di loro, scambiandosi strumenti e microfoni, ridendo e scherzando con il pubblico. Impossibile citare tutte le personalità coinvolte e tutti i pezzi proposti; immancabili la stranota “Can You Hear Me?” (cantata dal solito Olly e da Mary Sin Pecado, poi protagonista di una acclamata cover di “You Spin Me Round (Like A Record” degli indimenticati Dead Or Alive), la strumentale “Alien” e “L’Uomo Di Plastica”, mentre gli ospiti di prima grandezza che sono saliti sul palco hanno fatto il resto insieme ai loro classici. Su tutti il trittico “Fuori Dal Tempo” (cantata e suonata da un Livio Magnini che non ha fatto certo rimpiangere Morgan), “Acida” dei Prozac+ con Eva (chi non ha visto la propria adolescenza di sbarbat* passargli/le davanti?) e “L’Ultimo Bicchiere” del simpatico Nikky, trascinatore scalmanato che non si è risparmiato la battuta ‘ah ma allora ve la ricordate!’. Una serata molto divertente, che ha unito l’utile al dilettevole, e che diletto! Bravo Riso, bravi Rezophonic.

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