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RAISING FEAR

Una mini-riunione redazionale degli scribacchini di Hardsounds fa da cornice, nell’oramai classico ritrovo della Sfinge di Brescia, a quella che si prospetta una serata metallica davvero coi fiocchi, complice la presenza in contemporanea di due luminose promesse del panorama nostrano, alias Raising Fear e SoVVeRSiVo. E proprio a questi ultimi tocca l’importante compito di scaldare il pubblico presente nel locale bresciano, prima che la scena venga calcata dai grandissimi power-metallers tricolori, freschi freschi di stampa con il loro album di debutto “Mythos”. “Out Of Time”, un frizzante pezzo proprio del repertorio dei SoVVeRSiVo, dà il via alle danze grazie ad un incedere positivo giocato sull’alternanza di sonorità hard ‘n’ heavy, ben trainato da una coinvolgente linea melodica del chorus e da un outro finale sicuramente azzeccato. La cover dei grandi Megadeth “Symphony Of Destruction”, eseguita con buona padronanza dal quartetto lombardo, va a bissare in maniera positiva il buon esordio già citato in precedenza, mentre tocca ai cavalli di battaglia del gruppo “Wild Emotions” e “Stay” (entrambi presenti all’interno del demo 2003 del combo stesso) il ruolo di mantenere viva l’adrenalitica carica profusa sin qui sul palco, enfatizzata in particolare grazie agli indovinati arrangiamenti della chitarra di Matteo Serra, sempre incisivo anche negli intermezzi solisti. Con “The Sound Of Heaven”, altro pezzo storico del repertorio proprio dei SoVVeRSiVo, si torna a respirare per qualche minuto un’aria più malinconica e compassata, andando a rilassare momentaneamente i presenti prima che la notevole carica della celeberrima “Poison” (vera e propria hit dello zio del metal Alice Cooper) esca allo scoperto, il tutto per scuotere un pubblico che sembra apprezzare con enorme entusiasmo la riuscita esecuzione della cover stessa. A “Alone Tonight”, nuovo pezzo presentato per l’occasione dai rockers italici (caratterizzato nell’introduzione da un cupo ed ammaliante arpeggio distorto, ripreso in più parti all’interno della song), viene infine affiancata un’altra apprezzata cover di rito (la anthemica “Mr. Crowley”), la quale va a chiudere nel migliore dei modi una performance live sicuramente convincente, trainata da un frontman dalle grandi doti intrattenitive rispondente al nome di Andrea Uboldi. Un solo neo va comunque riconosciuto, avendo accompagnato canzone per canzone tutta la durata dell’esibizione: la mancanza di impatto dovuta all’assenza di una chitarra ritmica durante le parti soliste, che spesso finiscono per conferire un leggero appiattimento al sound generale delle composizioni. Un piccolo dettaglio comunque, che non va ovviamente a scalfire una prestazione on-stage meritevole sotto più di un punto di vista. [Zorro11] Setlist 01. Out Of Time 02. Symphony Of Destruction 03. Wild Emotions 04. Stay 05. The Sound Of Heaven 06. Poison 07. Alone Tonight 08. Mr.Crowley Tocca ai Raising Fear condurre le danze, e mentre il gruppo sale sul palco, il pubblico (per la serie “pochi ma buoni”) si scalda, cominciando a pregustarsi lo show. E subito dopo l’intro si attacca duro, con “Gilgamesh”, un pezzo veloce che scatena i presenti, soprattutto un gruppetto che ad un tavolo sta facendo un tifo da stadio. Verrebbe da pensare al solito gruppo di amici/parenti, ed invece siamo noi di Hardsounds, entusiasti come poche volte, a scatenare un ragguardevole putiferio nelle retrovie della Sfinge. La scaletta tocca buona parte del cd “Mythos” (e sarebbe strano il contrario, per la presentazione di un album), concedendosi qualche cover ed un regalo a chi conosce già il gruppo, quella “Amon Ra” presente sul demo, uno dei cavalli di battaglia della band nonché pezzo richiesto a furor di popolo dai presenti. Per motivi ignoti, dalla scaletta viene esclusa “The Goddess”, semi-ballad invocata (e pretesa per il prossimo show) da una discreta fetta del pubblico, o quantomeno da chi la conosce. Non mancano comunque i pezzi validi, anzi la scelta è caduta proprio sui più potenti e coinvolgenti: “Charon”, “Thorr”, “Ocasta” sono solo alcuni dei prescelti. Cover, si diceva: ed infatti fanno capolino, oltre ad “Angelwitch”, presente anche sull’album come traccia di chiusura, brani inattesi della portata di “Metal Church”, “She Wolf”, ed “Ace Of Spades”, come a voler soddisfare i gusti più svariati. La serata si conclude in goliardia, “infastidendo” la band che tenta di smontare tutto per potersene tornare a casa. Qualche birra, buoni amici, buona musica e un gruppo disponibile a fermarsi, fare quattro chiacchiere, guardandoti stupito quando chiedi di autografare il cd, come se avessi sbagliato persona e lo stessi chiedendo a un tecnico delle luci. Un atteggiamento ottimo, che non fa che confermare la mia teoria: in un genere che nasce dall’underground, serve più gente che sappia da dove viene. Si potrebbe obiettare che sono solo al primo album, ma quanti, per dirla popolarmente, “se la tirano” dopo un paio di demo? Troppi. E allora avanti, si va verso un altro concerto, sperando di incontrare altra “gente come noi”, altri ragazzi che suonano perché gli va di suonare, e non per qualche arcano motivo impacchettato tra le banconote. [Nyarlathotep] Setlist 01. Gilgamesh 02. Theseus 03. Metal Church 04. Fenrir 05. Montezuma 06. Charon 07. Thorr 08. She Wolf 09. Amon Ra 10. Merlin 11. Ocasta 12. Angel Witch 13. Ace Of Spades

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