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OBSCURA+HATE ETRNAL+BENEATH THE REMAINS

Gli effetti deprimenti della crisi economica mondiale si fanno sentire sempre più anche nell'ambito dei concerti metal, specie quelli infrasettimanali. Dopo aver visto, il mese scorso, i Malevolent Creation ai quali non c'erano più di 30 persone presenti, non si è andato poi troppo lontani da quel numero anche per questo concerto, e considerando il numero delle band intervenute, un quadriumvirato, 130 persone sono veramente esigue e causano perdite agli organizzatori con conseguenti potenziali riduzione di eventi. Comunque sia, aprono la serata i giapponesi Defiled su Season Of Mist, per me la prima volta che vedevo una band death metal del Sol Levante, e non nascondo la curiosità per l'aspetto estetico dei capelluti nipponici. Brutal death made in USA sulla scia dei primi Deeds Of Flesh e Wacko Jesus, quindi rullante a manetta con sound tipo padella e velocità folli tendenti al caos non sempre controllabile. Alle 21.45 salgono sul palco quattro loschi figuri canadesi accomunati da barba alquanto curata, il loro aspetto me li ha fatti assomigliare a dei minatori dei quali il cantante era un armadio a tre ante del peso non inferiore ad un quintale. Già visti 2 anni fà, ed essendone rimasto piacevolmente sorpreso, le mie aspettative, alte, sono andate disattese per via della scelta dei brani, dell'esecuzione non all'altezza e sopratutto del sound, infatti per ascoltare i bassi bisognava attaccarsi alle transenne che dividevano dal palco altrimenti il suono era sottile, e si perdeva la furia distruttrice di cui è dotato il loro deathcore a base di blastbeats, tapping, stop & go e growling sincopato. Rivedibili. Spazio quindi agli Obscura, dal look e relativa strumentazione più "fighettina" rispetto alle band precedenti; forti di una strumentazione che andava dalle chitarre Ran (vedasi foto) per il singer/chitarrista (molto stilizzata) ad una classica ibanez per l'altra ascia e fautori, se mi si concede il termine, di un power death che mixava Fates Warning e Stratovarius al death metal canonico. Generi musicali che sinceramente non hanno molto in comune ed il risultato è stato una forzatura delle parti, infatti i brani che mi son piaciuti di più sono stati quello tratti dalla prima loro release (dedicato ai fan del vecchio death metal) dei quali l'ultimo assomigliava ad un mix tra 'Where The Slime Live' dei Morbid Angel e la tipica produzione Vader, con tanto di vocione sepolcrale. Tecnicamente validi, ma stilisticamente mettono troppa carne al fuoco facendo perderne la visione d'insieme. Dulcis in fundo, io direi meglio suffer the children, gli headliner Hate Eternal, terroristi portatori delle dissonanze e dilatazioni più devastanti pepetrate fino allo sfinimento dell'astante. Dopo diversi anni di ascolti dei loro dischi e relativi live ancora non ho capito qual'è il fine che Eric Rutan intende perseguire con la sua dissoluzione sonora, fatta da chitarre ipersature, batteria in perenne rutilanza che ha la particolarità di sparare più pallottole al secondo di un normale mitra, ma l'effetto finale è un sound che deumanizza i fruitori, infatti ho lasciato il locale prima della fine del concerto per sopraggiunto overload ricettivo.

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