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MODERAT

Avete presente le file fuori dai supermercati all’inizio della pandemia, due anni fa? Sì, proprio quegli incolonnamenti umani che ricordavano il gran raccordo anulare quando è al massimo della congestione. Ecco, la sera del concerto dei Moderat, fuori dall’Auditorium, ce n’era una che le superava tutte. Sembrava un pellegrinaggio di massa, un esodo. Lo era, perché c’era tanta voglia di loro in città. Non solo, visto che si sentivano accenti da ogni dove, italiani da nord a sud ed europei da est a ovest. Una volta entrati, ad attendere il combo berlinese c’era una folla entusiasta, calda (per fortuna non troppo accaldata, merito di un leggero venticello che ci ha letteralmente salvato il fondoschiena) e numerosissima. E’ difficile parlare di musica in senso tecnico questa volta, poiché le emozioni, le luci, le vibrazioni hanno prevalso, catturando la folla dalla platea al parterre. I primi due o tre brani sono stati forse un filino sottotono, ma col passare del tempo è parso evidente che si trattava di warm-up che è poi progressivamente esploso in una trance di massa, che ha coinvolto davvero tutti. Specialmente nella parte centrale del set, dove restare fermi o quasi (poiché si era così stretti che ballare nel vero senso della parola era complicato) era praticamente impossibile.

Ad accompagnare la musica del combo tedesco luci e visual dal taglio minimalista ma azzeccatissime, oniriche, incisive, memorabili. Ben più di un accompagnamento, a conti fatti. Una narrazione vera e propria che cavalcava le trippin’ vibes con cui Apparat e Modeselektor ci hanno travolto con la loro elettronica ora morbida ora trascinante e incisiva. Intorno a me tanti sorrisi, facce soddisfatte, urla di gioia e la sensazione, forse, di esserci messi alle spalle due anni di esilio forzato e di distacco fisico. Un ritorno alla vita. Noterete che non si è fatto cenno finora delle canzoni. Non è casuale. Come detto all’inizio dell’articolo in primo piano ci sono state le emozioni la sera del concerto. Lo stesso abbiamo voluto fare qui, attraverso le righe di Hardsounds. Un eccezione però è dovuta a parziale variante di quanto detto sopra: dobbiamo citare "A New Error" come il pezzo che ha fatto muovere persino il cemento delle Cavea. I Moderat non sono certo una band dal suono marcatamente hard, ma l’impatto della loro musica sul pubblico presente all’Auditorium, credeteci, lo è stato.

Una breve postilla relativamente ai nuovi brani vale la pena comunque farla. Se non altro affinchè si sappia: i nuovi, presenti sull’album 'More D4ta' uscito nemmeno un mesetto fa, hanno una resa live fantastica. A conferma di quanto ascoltato già in studio. Perciò l’invito è ad approfondire la release, e se vi capita a tiro di andare assolutamente a vedere la band anche dal vivo.

SETLIST:
Fast Land
Rusty Nails
Eating Hooks (Siriusmo Remix)
Running
Neon Rats
Reminder
More Love
Animal Trails
Undo Redo
Bad Kingdom
Ghostmother
A New Error
Encore:
Doom Hype
Easy Prey
Les Grandes Marches
Nr. 22
Encore 2:
Intruder

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