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BLAZE

Motion, venerdì 1 ottobre: uno sparuto gruppetto di capelloni si aggira fuori da un locale nel bergamasco. L'obiettivo è assistere ad un concerto dei Blaze di mr. Blaze Bayley, ex-frontman di Wolfsbane e Iron Maiden. Pensare che quest'uomo ha cantato, seppur per pochi anni, davanti a platee di migliaia di persone, e guardarsi intorno solo per scorgere sì e no cento anime mette un po' tristezza, ma in fondo questo è il circo delle celebrità. Entriamo quindi, e tra una chiacchierata e una birra guardiamo la gente pensando "si riempirà, arrivano ancora..." Alla fine il locale non si riempie, ma i pochi presenti (quanto pochi non saprei dirlo, in realtà) sono veramente scatenati. Probabilmente è questo che si intende con l'espressione "pochi ma buoni". Ed eccolo, Blaze Bayley, passare tra la "folla" in direzione del backstage, con passo allegro ed atteggiamento tutt'altro che da star, per ricomparire di lì a poco sul palco ed aprire le danze. Si parte con "Alive", opener dell'ultimo album, per poi continuare con "Kill And Destroy" e "Silicon Messiah": un percorso a ritroso che attraversa subito i tre album del frontman, che corre e salta in giro per il palco incurante del fatto che non ha più sotto i piedi le "piazze" imbastite dai Maiden, ma una piccola "aiuola" che misurerà sì e no 30 metri quadrati. E così ci mostra che non serve uno dei gruppi più grandi del mondo per fare un grande concerto: come ripeterà più volte, sono solo cinque ragazzi cui piace suonare e che hanno voglia di divertirsi. E si divertono, e divertono il pubblico, lo infiammano, con musica potente e veloce, con movenze da padroni delle folle, facendo cantare e applaudire tutti, richiamando di continuo quelli che se ne stanno troppo buoni nei loro angolini: Padron Blaze ha deciso che ci si deve divertire, e ci si divertirà. E come da tradizione si ricorda anche la parentesi "fama e gloria" nei Maiden, con "Futureal", velocizzata in maniera quasi stordente, e poi "Virus", e "Man On The Edge". Saltellando avanti e indietro per i suoi tre album come sul palco, Blaze continua ad entusiasmare con pezzi come "Blood And Belief", "Ghost In The Machine" (suonata con la potenza di una martellata nei denti), "Stare At The Sun". Il nostro, orfano anche dei pochi residui della sua formazione (Wray e Slater sono impegnati per tutto l'anno per altri progetti), si è trovato dei session-men a dir poco strepitosi, con Nick Douglas al basso, Oliver Palotai, chitarrista di Uli John Roth, il chitarrista solista nostrano Luca Princiotta, e Daniel Loeble dei Rawhead Rexx (una vera macchina da guerra dietro il drum-set). Prima di chiudere il concerto, Blaze ci ricorda che loro non sono star, e che per questo motivo non spariranno di corsa: si "parcheggeranno" al banco del merchandise, metteranno a disposizione le locandine, e non se ne andranno finchè tutti non avranno avuto la possibilità di farsi fare gli autografi e di farsi fare foto col gruppo. Che dire, se non che ce ne vorrebbero di più così? Scaletta Alive Kill And Destroy Silicon Messiah 10 seconds Blood And Belief Futureal Stare At The Sun Virus Life And Death Ghost In The Machine Identity Will To Win The Tenth Dimension Man On The Edge Born As A Stranger

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