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SUBAUDITION

Autori di un bellissimo disco, il secondo della carriera, i Subaudition si mostrano assai disponibili, ma soprattutto assai coinvolti nelle risposte, segno che tutto quanto ruota attorno alla band assume caratteri speciali. E c'entra poco l'aspetto promozionale, almeno non nella misura in cui solitamente la si intende. E' Antti Korpinen a rispondere, ed ecco chi sono i Subaudition... Ciao. Prima di tutto, ti va di parlarci della band? Chi sono i Subaudition? Ciao. I Subaudition sono un duo composto da Roope Niemelä e Antti Korpinen. Suoniamo entrambi più strumenti sull'album, ma in fase di registrazione e durante i concerti si aggregano a noi altri musicisti. Quelli a noi più legati sono Juha Timonen, chitarrista, il quale ha cooprodotto il disco, e Jussi Suonikko, violinista, che si è occupato anche del mastering. Ma più di ogni altra cosa i Subaudition sono un collettivo la cui unica priorità è quella di creare musica emozionale capace di ricreare sia il vuoto, sia di riempirlo, e fare in mdo che le nostre anime possano raggiungere alla fine un attimo di pace. Passando subito ai contenuti dico che "Light On The Path" è un disco eccezionale. Congratulazioni. E' in cima alla mia personale lista dei dischi migliori del 2009. Parlaci di come nasce. Innanzitutto grazie per le belle parole. Siamo davvero orgogliosi di poter ricever questo tipo di responso. Passando alla domanda, è difficile parlarne in poche righe perché l'album ha avuta una gestazione lunga quattro anni. E' stato scritto durante particolari momenti delle nostre vite, ed è stato un processo lento quanto intenso visto che le energie impiegato sono tante. Ci ha fatto impazzire, in pratica, soprattutto me, ma alla fine ne è valsa la pena. E' un lavoro estremamente onesto, e credo rappresenti il meglio io abbia mai creato in vita mia. A differenza de disco precedente questo è più acustico. Gli arrangiamenti orchestrali hanno una predominanza forse mai avuta prima per esempio. A cosa è dovuto questa sorta di cambiamento? Dopo aver composto il nostro primo disco, "The Scope", abbiamo avvertito l'esigenza di approcciare le composizioni in una direzione più acustica. Non una scelta in sé, ma un'urgenza naturale. Ad ogni modo, quando abbiamo iniziato a comporre materiale per il nuovo disco, buona parte di esso suonava molto elettrico e "pop". Penso che due delle prime tre canzoni composte, parlo di "Alms Of The Sun" e di "Wall Of Water", avessero più elettricità e più sensibilità "commerciale" rispetto a brani più acustici e folk come "Human Abstract" tanto per dirne una. Si, proprio una direzione intrapresa in modo naturale, anche perché considero futile mettersi a tavolino e decidere cosa fare a priori. Io sono molto istintivo, sia come persona, sia come musicista. D'altronde, spesso pianificare fa conseguire una sorta di ingabbiamento per la creatività. In merito alle orchestrazioni, ci sarebbe piaciuto inserirle anche nel primo disco, ma non avevamo fondi a sufficienza per permettercelo. Ora ci siamo ritrovati a scriverne diversi di arrangiamenti di questo tipo, e credo abbiamo contribuito pesantemente a renderlo speciale. Sarebbe fin troppo facile mettersi ad elencare quali potrebbero essere i vostri gruppi di riferimenti, da dove traete ispirazione. Sono in molti ad etichettare la vostra musica come genericamente "emozionale", ma credo a tutti gli effetti abbiate anche uno stile tutto vostro. Si, vero. La nostra musica vuole emozionare, e credo che ogni musicista aspiri a farlo nei modo a lui più congeniale. E' anche vero che l'etichetta "emotional music" non dica poi molto nello specifico. Ma è un fatto positivo quello che chi ascolta il nostro lavoro non lo liquidi come "no, un altro disco neofolk" o cose del genere. Comunque, invitiamo sempre gli ascoltatori a trarre le loro conclusioni sulla nostra musica al di là delle etichette. E si, le ispirazioni sono tante. Vanno dalla musica classica al black metal, dal trip-hop al post rock. Ho chiuso la mia recensione con "malinconica eleganza". La sensazione che affiora è che suonate la vostra musica con la seta tra le mani e la tristezza nel cuore. Quanto c'è di vero in questo? Personalmente, le mie frustrazioni ed i miei errori si riflettono in quello che compongo. Per me i Subaudition rappresentano una sorta di lamento, un mezzo per esprimere tali mancamenti. Anche i meriti a questioni più spirituali che provo ad approfondire sempre con molta discrezione. Non dovresti interpretarlo come un influsso religioso, ma le canzoni dei Subaudition sono una sorta di preghiera per me. Nel senso che credo che la musica che canto e suono possa rendermi una persona migliore. Inoltre, i Subaudition sono cresciuti tanto artisticamente, e l'idea di progredire e guardare avanti influisce molto sulle nostre composizioni sul piano strettamente strumentale ed esecutivo. Passiamo alle liriche. Quanto sono importanti, e di cosa trattano in genere? Per me non molto importanti. Non scriverei mai musica se non avessi prima nella testa argomenti di cui trattare, e soprattutto se non sentissi prima il bisogno di dire qualcosa. C'è molta musica strumentale là fuori in grado di parlare lo stesso alla gente, tipo quella di Arvo Pärt, ma non mi ci vedo nel comporre solo musica strumentale. Quindi, per certi versi la musica dei Subaudition è messa in moto dalle liriche. Queste parlano di me, storie vere personali e di quelle di persone a me molto vicine. In più, sono storie che hanno a che vedere con la mia personale idea di spiritualità e cose simili. Cosa si cela dietro al titolo dell'album? Ha a che fare con la speranza, oppure cosa? Per un verso il titolo ha una genesi paradossale in quanto il periodo delle registrazioni ha coinciso con il periodo più buio della mia vita. Alcune cose accadute in questo periodo mi hanno indotto a provare a ritrovare me stesso sul piano spirituale. Non mi sono mai stato così fottutamente perso come nel periodo 2005-2008. Comunque, il senso è che sapevo ci sarebbe stato qualcosa di buono che mi attendeva, la classica luce alla fine del tunnel. Si, ha a che fare con la speranza. La copertina è molto affascinante e per certi versi misteriosa. Esiste davvero quel posto? Le foto per la copertina del disco sono state scattate ad Helsinki da Markus Puustinen. Il luogo esiste veramente. Quando vidi quella foto per la prima volta è come sapessi già avrei scelto subito quella. Ha tutti gli elementi, precisi, che volevo fossero evidenziati nella copertina. Il senso di ricerca continua è molto forte nel disco, è l'idea di base sta nel partire e lasciarsi dietro il vecchio nella speranza di trovare qualcosa di nuovo e soprattutto migliore. Credo che la foto sia drammatica nel senso giusto, anche se in modo sottile. Immagino vi starete già muovendo per la promozione dell'album... Come tutti dopo l'uscita del nuovo lavoro immagino partirete in tour. Come sarà strutturato? E' quello intendiamo fare. In dicembre dello scorso anno abbiamo fatto da spalla agli Antimatter qui in Finlandia per diverse date, ma la situazione adesso non è delle migliori e sono molto pessimista a riguardo. Purtroppo è così. Siamo in quattro ad andare in tour, ma siamo tutti lavoratori e studenti, ed economicamente è sempre molto impegnativo visto che le spese non ce le paga nessuno. Inoltre, siamo tutti in diversi modi legati in serie relazioni affettive, moglie, figli etc. Semplice, comunque: se non hai soldi per andare in tour, non ci vai. Ritornando al disco, la tua voce mi ricorda molto quella di David Sylvian. Coincidenza, oppure apprezzi l'ex Japan? Non sei la prima persona a farmelo notare. Pura coincidenza, seppur apprezzi la sua voce. Non ho mi ascoltato molto i dischi dei Japan, oppure quelli suoi solisti, anche se devo dire che da quel poco la sua voce mi ricorda molto quella di Scott Walker. Dai, è un bene tu me l'abbia ricordato perché penso mi procurerò i suoi dischi solisti molto presto. Bene, siamo alla fine. Grazie ed ancora complimenti per il disco e per le emozioni che hai voluto condividere. Se ti va di aggiungere altro, questo è il momento giusto... Grazie mille per l'intervista. E' una delle migliori mi sia mai stata proposta. Ti sono molto grato per il tempo che mi hai dedicato, e per il fatto che la nostra musica ti sia piaciuta. Se qualcun altro è interessato ad ascoltarci vada sulla nostra pagina MYSPACE in quanto potrebbe essere interessante ascoltare qualcosa di meno energico, ma a suo modo molto potente.

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