WHITE LION: Big Game

Diciotto mesi di estenuanti tour senza sosta mettono a dura prova la scorza del leone bianco. Ne risente la creatività che palesa i suoi limiti durante la stesura di ‘Big Game’, registrato con il medesimo team, tra le mura amiche degli Amigo Studios di North Hollywood, confermando Wagener al banco di regia. Comporre con il fiato sul collo, a fronte delle continue pressioni della Atlantic, non è cosa semplice, soprattutto quando si pretendono altre "Wait" e "When The Children Cry". La produzione è praticamente identica a ‘Pride’, mentre le sonorità abbandonano il class metal a favore di un hard rock più frivolo, con Bratta oramai nel cono d’ombra di Eddie Van Halen. Grazie ai suoi quattro singoli, con tanto di video clip generosamente promossi da MTV, ‘Big Game’ conquista il disco d’oro in breve tempo, riuscendo a vendere meglio del suo predecessore, seppur musicalmente poco interessante se non per alcuni assoli strepitosi di Bratta alla sei corde. "If My Mind Is Evil" si avvicina al vecchio repertorio, heavy ed intimidatoria nel suo incedere, con Mike Tramp finalmente versatile nel canto. L’ottimo rifacimento del classico dei Golden Earing "Radar Love" spicca nel lotto dei brani, il che la dice lunga sulla bontà di ‘Big Game’, ma il leone bianca avrà modo di rifarsi con un’ultima zampata: ‘Mane Attraction’ sarà il frutto di una band matura e decisamente ispirata.