VISION: ON THE EDGE
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13/08/2004Dalle mani del tuttofare Lars Eric Mattson nasce il progetto Vision, la cui proposta, uscita allo scoperto grazie all'interessamento della Lion Music, si inserisce perfettamente nella schiera del rock melodico nordeuropeo, vicino per sonorità ed attitudine a nomi come Eclipse e Last Autumn's Dream. Dietro al microfono, nei panni di lead vocalist, troviamo il singer John Jeff Touch, artista che giocherà, all'interno del lavoro stesso, un ruolo alquanto bizzarro e particolare, fungendo contemporaneamente sia da vero e proprio punto di forza dell'album, grazie alle proprie innegabili doti canore, ma anche da maggiore artefice dell'insuccesso dei vari brani, complici alcune pecche non del tutto veniali che vi enuncerò da qui a poco. Già immagino i visi crucciati di coloro che sono attenti nella lettura di tale recensione, ma i motivi di quanto ho affermato sono presto spiegati. Esiste una linea invisibile ma ben definita tra il significato delle espressioni "completare" e "strafare", un confine che divide una cosa alquanto positiva da un'altra meno accomodante. Le dieci tracce di "On The Edge", infatti, vedono una presenza massiccia (e diciamolo, spropositata) di parti cantate sovrapposte l'una all'altra, operazione che, se svolta con la dovuta attenzione, porta quasi sempre ad eccelsi risultati (vedi il manuale del rock alla voce Gary Hughes :asd:), ma che se fatta senza cognizione di causa può far arrivare alla medesima condizione di quando si mette troppa carne al fuoco. In questo caso, purtroppo, ci si trova indubbiamente immersi all'interno della seconda situazione, lasciando un grosso punto interrogativo in coloro che si sono imbattuti da poco in una proposta simile. Il resto del cd funzione più che a dovere, offrendo spunti facilmente assimilabili e melodie ruffiane al punto giusto, ma i dubbi provocati dai sin qui citati elementi lasciano veleggiare un preponderante alone di "non so" al di sopra di tutte le note dell'album, mancando di convincere appieno i fruitori di queste composizioni. Io, alla fin fine, questo cd sono riuscito pure ad apprezzarlo, ma vi assicuro che non è stata cosa facile, e non credo soprattutto che saranno in molti a dare le stesse opportunità offerte a questo lavoro dal sottoscritto. La pazienza è la virtù dei forti, ma qui effettivamente ce ne vuole davvero un sacco...
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