VINCENT, PHIL: CALM BEFORE THE STORM
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29/09/2006Il 1997 è stato un anno particolarmente prolifico per Phil Vincent, dodici mesi che hanno visto la pubblicazione di ben due album del songwriter americano, entrambi rilasciati a distanza di pochi mesi. Dopo la pubblicazione di "Life Is A Game", contraddistinto da alcuni positivi spunti in parte limitati da una produzione altalenante, il songwriter americano ritorna subito sulle scene grazie ad un prodotto migliorato sotto tutti i punti di vista, in particolare per quanto concerne il sound generale delle varie tracce. "Calm Before The Storm", questo il titolo scelto per il nuovo lavoro, rappresenta forse il salto definitivo di Vince verso quella che sarà la sua grande dimensione artistica dei successivi capitoli, un cd che unisce in maniera matura e convincente melodie di buon impatto a sonorità di classica derivazione eighties. Il supporto fonico della batteria, ora divenuto finalmente solido e sostenuto al punto giusto, traina a dovere i dodici brani contenuti nel dischetto rendendoli assolutamente appetibili per tutti i fans delle sonorità delle produzioni hard melodiche dei tempi d'oro, ricreate con perfetta attitudine dall'opera di Vincent stesso. Aperto dall'ottimo binomio "No Shure Thing" e "Turn Away", quest'ultima caratterizzata da un trascinante chorus e da magniloquenti arrangiamenti di tastiere, l'album entra nel vivo grazie alla malinconica verve di "In The Balance" e al tagliente incedere della rockeggiante "One Life", un coinvolgente mid-tempo ottimo per far letteralmente esplodere le casse della vostra autoradio. E se la parte più intimista di Phil viene prepotentemente alla luce grazie alle soffici melodie della emozionante "What I've Become", è con "Never Should Have" che il musicista d'oltreoceano dimostra d aver raggiunto una capacità compostiva degna di nota, inserendo all'interno del brano un riff assassino di tastiera che si stamperà inevitabilmente nella vostra testa per settimane e settimane a venire. "Calm Before The Storm", in conclusione, rappresenta uno dei capitoli più interessanti della storia discografica di Phil Vincent, un cd che meriterebbe almeno un ascolto da parte di tutti coloro che si definiscono autentici amanti dell'eighties hard-rock style, qui rivisitato con grande naturalezza da un artista con la "A" maiuscola. Da sentire, ma soprattutto da vivere.
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